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Salute e Sanità
22.11.2014 - 18:080
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

STILE OTTICA - Quando la vista fa cilecca: la presbiopia, cos’è e come combatterla

Nuovo appuntamento della serie di articoli in collaborazione con l’ottico Augsburger Rossi, che spiega le cause di un fenomeno che, prima o poi, toccherà tutti noi: la difficoltà a veder bene da vicino con quei testi che sembrano farsi sempre più piccoli

MENDRISIO – Arrivati ad un certo momento della nostra vita saremo tutti confrontati con qualche difficoltà a vedere bene da vicino. Il fenomeno si chiama presbiopia ed è proprio questo il tema del secondo appuntamento della serie di articoli sulla vista, nati in collaborazione con l’ottico Nicolas Augsburger Rossi, di Stile Ottica a Mendrisio.

Augsburger Rossi comincia col spiegare quale ne sia la causa: “Il "colpevole" di questo disaggio è il cristallino, la lente interna al nostro occhio responsabile, grazie alla capacità di modificare la sua bombatura, della messa a fuoco. Il cristallino non smette di crescere e pian piano si indurisce. Più diventa rigido e più lo sforzo per mettere a fuoco da vicino dev'essere intenso”.

Già a 30 anni infatti, aggiunge, “ci sforziamo maggiormente che a 20 per mettere a fuoco un oggetto posizionato alla medesima distanza. E quando la presbiopia inizia a disturbarci nelle distanze usate solitamente per leggere, cominciamo allora ad allontanare il testo, a ingrandire il carattere del telefonino o dello schermo del PC, a risentire di stanchezza importante accompagnata anche da mal di testa, a lamentarci che i testi sull'elenco del telefono o sui giornali sono scritti sempre più piccoli...”

A risentire meno di questo fenomeno sono i miopi, e soprattutto quelli che per correggere il loro difetto si affidano agli occhiali, invece che alle lenti. Infatti, spiega ancora l’ottico, “il miope, semplicemente sfilandoseli, può sfruttare la sua capacità di vedere bene da vicino senza sforzi. Inoltre, attraverso le lenti degli occhiali per la miopia, l'occhio deve sforzarsi di meno per vedere vicino rispetto a quanto debba fare con lenti a contatto di uguale gradazione”.

La presbiopia, si diceva, toccherà prima o poi in sorte a tutte noi. Ma le soluzioni esistono e sono “innanzitutto in una buona illuminazione – spiega l’ottico –. Come già visto nel precedente articolo (vedi suggeriti), una luminosità importante fa restringere la pupilla e di conseguenza aumenta la profondità di campo. Questo permette di riuscire a mettere a fuoco a una distanza più lontana rispetto al testo e quindi di sforzare meno la vista”.

Alla prima avvisaglia, è molto importante fare un controllo della vista dall'ottico o dall'oculista e per chi non l’ha mai fatto, l’invito di Augsburger è quello di approfittarne per un check-up completo della salute degli occhi dal medico. “Una volta determinata la correzione, ci sono molte soluzioni possibili e la migliore non è sempre la più economica o la più costosa! È molto individuale”.

Augsburger dà quindi qualche dritta sulle possibili soluzioni, a partire da quelle che prevedono gli occhiali.

I premontati si trovano ovunque e sono spesso molto pratici.  Il loro vantaggio è certamente il costo ridotto, che permette anche di averne più di un paio a disposizione, per averli sempre con sé all’occorrenza. Hanno però qualche difetto: non rovinano la vista, ma se i due occhi non hanno la stessa correzione, o necessitano di una correzione anche per l’astigmatismo (cosa che capita nella maggior parte dei casi), questi occhiali non danno piena soddisfazione e non rilassano del tutto la vista.

Inoltre, essendo un prodotto ‘standard’, non sono tarati secondo le peculiarità di chi li indossa. Perciò, ad esempio, il centro ottico della lente potrebbe non corrispondere al centro della propria pupilla, oppure, se si tratta di lenti senza trattamento antiriflesso, queste non daranno una visione naturale e limpida.

Gli occhiali da lettura su misura offrono certamente la visione più netta e naturale possibile e, in generale, le lenti monofocali permettono un ottimo campo visivo laterale.

Arrivati a una certa gradazione, gli occhiali da lettura monofocali vanno sempre benissimo per la lettura dei testi tenuti in mano, ma cominciano ad essere limitati nella visione in profondità, con, esempio tipico, lo schermo del computer che non è più così limpido.

Una buona soluzione allora è la lente degressiva, progettata specialmente per il lavoro d'ufficio. Parte con un'ottima visione da vicino e man mano che lo sguardo si alza, la distanza netta si allontana. Permettono cioè di guardare lo schermo del computer senza difficoltà e allo stesso tempo danno una visone netta fino a 2, 3 metri, in modo da poterli tenere indosso anche parlando con qualcuno posto oltre la scrivania.

Altra soluzione, è poi la lente progressiva, utilissima soprattutto quando è necessaria anche una correzione da lontano. Prima viene scelta e meglio ci si abitua, perché all'inizio della presbiopia non c'è tanta differenza tra la parte superiore destinata alla lontananza è la parte inferiore destinata alla visione da vicino.

Per un buon adattamento alla lente progressiva sono fondamentali i seguenti aspetti: una corretta valutazione della vista, un’accurata misura della centratura degli occhi in relazione alla montatura e una lente di buona qualità. Se tutti questi fattori sono rispettati, l'adattamento alla lente ha un successo superiore al 99.5%. Se la lente progressiva è ideale per vedere netto a tutte le distanze, non è però l'ideale in tutte le situazioni e viene spesso completata da un occhiale monofocale, ad esempio per leggere sdraiati, o da un occhiale degressivo per chi lavora tutto il giorno al computer.

Resta poi la soluzione delle lenti a contatto. Chi è abituato a portarle ha la possibilità di aggiungere un occhiale per la lettura oppure può provare le lenti a contatto progressive. Ne esistono diversi tipi e funzionano diversamente rispetto alle omonime lenti degli occhiali. Ma siccome danno una visione diversa rispetto alle lenti a contatto da lontano, è consigliabile una prova di 15 giorni consecutivi per abituarvisi. Come una prova può esser richiesta anche da chi non ha mai pensato di usare le lenti a contatto prima.

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