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Cronaca
17.07.2016 - 13:210
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Strage di Nizza, il j'accuse di Vittorio Feltri: "Siamo disgustati e imbarazzati. Vorremmo sparire da questa Europa molle e inetta, presuntuosa e buonista per opportunismo e vigliaccheria. Andate all'inferno, censori della malora"

Il giornalista: "Non c'è spiegazione convincente. L'unico provvedimento che - pur tardivamente - bisognerebbe adottare è la chiusura - blindatura - dei confini. Proteggiamoci e che sia finita. Invece no. Seguitiamo a sperare di inglobare i musulmani e di farli diventare miti occidentali"

ROMA - Sta facendo discutere, in Italia, l’editoriale, intitolato “Islamico di razza” che Vittorio Feltri ha firmato su LiberoQuotidiano all’indomani della strage di Nizza. Sta facendo discutere per le parole forti che il giornalista usa nei confronti dell’Islam radicale e del buonismo che domina ancora in Europa. Vale la pena di leggerlo, senza per forza condividere l’analisi di Feltri.

di Vittorio Feltri (pubblicato su LiberoQuotidiano)

Adesso diranno che lo stragista non è un pazzo ispirato dalla religione islamica, ma un povero cristo depresso, abbandonato dalla moglie, pieno di problemi economici e che ha compiuto l'eccidio di Nizza per disperazione.

Pur di non dire la verità, saranno disposti a inventarsi qualsiasi fandonia. Ormai siamo abituati al delirio giustificazionista. L'assassino otterrà la comprensione pietosa di vari intellettuali dei mie stivali. Questo giornale, dopo il massacro del Bataclan, pubblicò un titolo che suscitò la riprovazione generale: Bastardi islamici. Il direttore di allora, Maurizio Belpietro, fu perseguito dall'Ordine dei giornalisti. Con questo pretesto: non si insultano così neanche gli assassini, e il fatto che essi siano o non siano musulmani non c' entra. Quindi giù le mani dalla fede, qualsiasi essa sia. Certo non contano i fatti, compresi quelli di sangue, ma le parole usate per descriverli. Occorre misura, delicatezza, massì, perfino amore.
Andate all'inferno, censori della malora. Come li dobbiamo definire individui addetti alla macellazione di umani? Gentiluomini? Ragazzi emarginati? Ecco perché oggi, dovendo riferire e commentare quanto accaduto nella città francese prossima ai nostri confini, abbiamo scelto questo nuovo titolo: Islamico di razza. In effetti, altro che bastardi, sono talmente di razza da essere più o meno consapevolmente razzisti. Ammazzano quelli che considerano diversi da loro, infedeli, incapaci di comprendere la legge coranica e indegni, pertanto, di vivere. Massacrare bambini, donne, famiglie intere, uomini pacifici e a spasso è un'opera richiesta dall' alto dei cieli.

Che vergogna, che squallore dover sempre ripetere le stesse cose l'indomani di ogni - sempre più frequente - ecatombe.

Siamo disgustati e imbarazzati. Vorremmo sparire da questa Europa molle e inetta, presuntuosa e buonista per opportunismo e vigliaccheria. La Francia non sa fare altro che frignare. Poi si giustifica affermando che, in fondo, i criminali che sterminano centinaia di cristiani non sono cittadini di Paesi ad alta densità di islamici, bensì francesi della seconda o terza generazione. È vero, ma chi li ha trasformati in francesi tout court? La Francia stessa. Che ha fatto entrare nel proprio territorio milioni di esaltati senza porsi il problema delle conseguenze. Li ha ospitati e poi nascosti nelle periferie. Usati quali braccia da lavoro. Non li ha integrati per il semplice motivo che loro non si fanno integrare.
Mantengono abitudini tribali, la loro religione medievale, i loro dogmi folli e immodificabili, perché Allah è Allah, gli si obbedisce e basta. Per questa gente esiste solo uno Stato, quello etico e musulmano. Le leggi democratiche, occidentali, illuministiche sono pregiudizi borghesi. Meglio Maometto. Dal loro gretto punto di vista, gli islamici hanno pure ragione. Ma ci si chiede perché, se odiano la nostra civiltà, si stabiliscono qui e poi - per tutto ringraziamento - ci fanno fuori come se fossimo mosche. In particolare ci si chiede per quale arcano e idiota motivo li dobbiamo ricevere nelle nostre città, sfamarli, concedere loro una casa e un lavoro.

Non c'è spiegazione convincente. L'unico provvedimento che - pur tardivamente - bisognerebbe adottare è la chiusura - blindatura - dei confini. Proteggiamoci e che sia finita. Invece no. Seguitiamo a sperare di inglobare i musulmani e di farli diventare miti occidentali. Illusione.
Questi signori allucinati non smetteranno mai di considerarci nemici da sterminare. È da stolti non capire che, se non reagiamo subito, saremo sconfitti, sottomessi, forse eliminati. L'Europa assiste compassata allo sterminio, non si organizza, è rassegnata, indolente, probabilmente se ne frega. Sarà così finché i terroristi non prenderanno di mira la Germania, dopo di che la Merkel magari si sveglierà per non perdere la cadrega e si darà da fare per non soccombere.
Questo è poco ma è sicuro. I tedeschi non si muovono gratis per aiutare gli altri, nel caso specifico i francesi allo sbando. Ma se i teutoni saranno toccati nel vivo - anzi nel morto - non avranno più remore e contrattaccheranno alla grande. E finalmente la Ue si renderà conto che il dramma del terrorismo non è un fenomeno locale, ma riguarda tutti.
Da quel momento per i terroristi saranno guai. Vogliamo sperarlo. Intanto aspettiamo con tremore i prossimi eventi. Non sia mai che gli islamisti prendano di mira anche l' Italia. Sarebbe un disastro perché noi siamo come i francesi: confidiamo nella possibilità di accordarci con chi progetta di stecchirci. Non per scampare al massacro, ma nel tentativo di essere gli ultimi ad andare all'altro mondo.
Non abbiamo nulla da aggiungere. Assisteremo ad altre carneficine senza fare una piega. Tenteremo di ingraziarci il boia e lo pregheremo di non farci troppo male. Nelle more, non cesseremo di aprire le porte ai musulmani, finché non ci avranno sovrastati. Già, non è una guerra di religione e neppure di civiltà. I cammellieri sono diventati autisti e guidano camion molto efficaci per falciare oltre 80 passanti lungo la promenade. La tecnica e la tecnologia hanno creato la parità di morte, se non di vita.


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