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Cronaca
19.10.2016 - 11:080
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Ecco come gli inquirenti ticinesi e comaschi hanno risolto il 'giallo di Ròdero" e hanno identificato e arrestato l'autore del delitto: si tratta del cognato della vittima, 42 anni, che lavora alla SUPSI. L'uomo ha ammesso. È stato fermato nella notte al

È terminata a Chiasso la conferenza stampa degli inquirenti dopo l'arresto dell'uomo sospettato dell'omicidio della 35enne di Stabio

CHIASSO - Il cognato della vittima, Nadia Arcudi, 35 anni, è stato fermato la notte scorsa. L’uomo, 42 anni, è sospettato di aver ucciso la maestra di Stabio ed è stato arrestato. I dettagli sul ‘giallo di Ròdero’ (dal luogo dove è stato rinvenuto domenica scorsa il corpo della giovane donna) vengono forniti in questi istanti dalla Polizia cantonale e dai Carabinieri in un’affollatissima conferenza stampa alla quale sono presenti oltre al comandante Matteo Cocchi e ai suoi ufficiali anche diversi graduati italiani.

Il 42enne arrestato, che di formazione è architetto, lavora (o forse è meglio dire lavorava) alla Supsi. Gli inquirenti hanno chiesto di evitare speculazioni sulle notizie che hanno fornito. Il comandante Cocchi ha espresso anzitutto vicinanza alla famiglia, agli amici e agli allievi della giovane maestra. “L’arresto è stato effettuato a 48 ore del delitto grazie a un’operazione congiunta con i carabinieri di Como, riprova che la collaborazione tra le forze dell’ordine italo-svizzere funziona. Nel pool che ha condotto queste delicate indagini c’è gente che non ha dormito per due giorni e due notti e a loro va un sentito ringraziamento”.

Il colnnello dei carabinieri Andrea Torzani ha spiegato: “Fin da subito abbiamo pensato che il corpo appartenesse a una donna ticinese, grazie a un piccolo particolare, un braccialetto di un evento sportivo che si era svolto alcune settimane fa a Lugano”.

Il maggiore Andrea Ilari ha detto che la donna era senza documenti, senza cellulare, senza scarpe e senza giacca, nonostante piovesse molto. "Aveva solo sul corpo delle piccole abrasioni dovute al rotolamento. Abbiamo pensato subito a un delitto".

L'ufficiale della Cantonale Marco Zambetti ha spiegato che la denuncia della scomparsa della donna è giunta alla polizia solo lunedì mattina da parte delle colleghe di scuola. "Dagli interrogatori e dai rilievi scientifici si è giunti alla conclusione che c'era una persona coinvolta. Una persona che si trovava in Italia per motivi personali. Abbiamo dunque dovuto attendere il suo rientro in Ticno, avvenuto ieri sera a mezzanotte. Dal suo interrogatorio sono emerse parziali ammissioni. Che però andranno vagliate e approfondite" (per questo il nome dell'uomo non viene per ora reso pubblico). Si tratta in ogni caso del cognato della vittima, il marito della sorella".

Sul movente gli inquirenti non si sbilanciano, ma ritengono che la donna sia stata uccisa in casa sua (viveva con la madre) e non escludono che ci possano essere nelle prossime ore altri indagati.


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