BELLINZONA - "Attente alla pillola". È il titolo a tutta pagina della Regione di questa mattina. Un titolo che marchia una bella e accurata inchiesta giornalista sul principale contraccettivo utilizzato dalle donne.
E l'occhiello, che contiene la notizia, è ancor più allarmante del titolo: "Il 73% delle ticinesi prende le pillole più a rischio di embolia".
L'approfondimento pubblicato dal quotidiano bellinzonese parte dalle 16 donne morte in Svizzera a causa di complicazioni dovute all'assunzione di farmaci anticoncezionali. Tutte le pastiglie hanno delle controindicazioni ma quelle di ultima generazione, le più prescritte, portano pericoli maggiori per la salute delle donne che le assumono.
L'inchiesta pubblicata dalla Regione è molto articolata e vi invitiamo a leggerla sul giornale. Qui ci limitiamo a riassumere quel che ci sembra il dato principale. Dato che emerge da un'indagine in materia appena conclusa nelle farmacie ticinesi.
"Il rischio di tromboembolie venose - spiega il farmacista cantonale Giovan Maria Zanini interpellato dalla Regione - è comune a tutti i contraccettivi ormonali combinati, ma è significativamente più elevato (è il doppio) con le pillole più moderne (di terza e di quarta generazione) soprattutto nei primi mesi di assunzione".
E, come detto, il 73% delle donne ticinesi utilizza proprio questi farmaci.
"Ci vorranno anni - aggiunge il farmacista cantonale - per invertire la tendenza e migliorare queste cifre. Auspico e mi attendo che le giovani, che inizieranno a prendere la pillola, saranno sempre più indirizzate su quelle meno rischiose. Chi prende una pillola più rischiosa da anni senza problemi, continuerà a a farlo. I rischi sono più elevati durante i primi mesi di assunzione; se ci sono problemi ci sono quasi sempre all'inizio".