"Rappresentanti delle istituzioni politiche e religiose - scrive Ferrazini - hanno fatto a gara ad amplificare, oltre ogni limite di oggettività e di buon senso, problemi tutt’altro che straordinari. Ecco quindi apparire, agli occhi dei ticinesi, una città accerchiata dai migranti e pullulante di indigenti senzatetto. Un consigliere comunale e deputato pipidino (con tanto di chilometrica intervista televisiva) ha interpellato il Municipio parlando di un contesto di «condizioni drammatiche»; una sua collega verde gli ha fatto eco; il sindaco e un suo collega di Municipio che si recano a visitare due persone che dormono presso la stazione; l’arciprete che occupa la prima e altre pagine di un quotidiano per aver aperto uno scantinato per un riparo ad eventuali senzatetto (ma non sarebbe questo un normale servizio cristiano?); un presidente del Consiglio comunale (primo cittadino) che, riferendosi all’apertura di un centro per l’accoglienza per profughi a Cavallasca, in Italia, invia un’interrogazione al Municipio intitolata «Mi sento circondato» ".
Troppo, davvero troppo, secondo Ferrazini: "Questi interventi premono sul tasto della retorica e dell’effetto pietistico, ma non rendono un buon servizio alla realtà delle cose e alle eventuali necessarie misure di intervento. Sicuramente servono da propaganda mediatica per chi li formula: il populismo non ha patrie partitiche".
"Chi vive a Chiasso e ne gratta la vita e il territorio - conclude Ferrazzini il suo articolo sul Cdt - sa che la realtà, anche se non felicissima, non presenta un quadro drammatico.(…).Cerchiamo quindi di dare valore all’impegno civile, dentro e fuori le istituzioni, con rigore e sobrietà di intervento. Il resto è solo politichetta autocelebrativa".