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Politica e Potere
18.02.2017 - 18:590
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il fantasma di Marina Masoni è sempre in mezzo a noi. L'Unione sindacale: "Vitta è come lei. E ancora paghiamo le sue politiche". L'ex braccio destro Morisoli: "Dalla sinistra statalista lo stesso odio di 22 anni fa"

Nonostante siano passati 10 anni da quando, dopo aver perso le elezioni, l'ex Consigliera di Stato si è ritirata dalla scena politica cantonale, il suo nome continua a far capolino nel dibattito pubblico. E il giudizio storico sulle sue politiche continua a dividere l'opinione pubblica

BELLINZONA - Il fantasma di Marina Masoni, di tanto in tanto, torna a fare capolino nel dibattito politico. Questo, naturalmente, malgrado la volontà dell'ex Consigliera di Stato PLR, che dopo aver perso le elezioni, ha scelto di ritiratasi dalla scena della politica cantonale e dalle sue dispute. Sono passati ormai quasi 10 anni.
 
Eppure, ogni tanto, rieccola la Masoni. Narrata come un Babau dagli avversarsi e rimpianta dai vecchi sostenitori, sparpagliati in tutti i partiti che vanno dal centro alla destra. Come spesso capita la parola magica per richiamare il fantasma della Marina in mezzo a noi è "sgravi". Ogni qual volta il tema fa capolino nel dibattito, ecco che la mente di molti corre a quegli a cavallo tra i '90 e i 2000, in cui MM era più che una semplice Consigliera di Stato: era il punto di riferimento, il leader indiscusso, di un'area di pensiero più che di un partito. E l'avversaria numero 1 per tutti gli altri.
 
Come sappiamo il giudizio storico su quegli anni, sulle politiche di Marina Masoni, spacca ancora oggi l'opinione pubblica e i protagonisti della politica. C'è chi afferma che ancora stiamo pagando il prezzo delle sue azioni e c'è chi descrive quegli anni come l'ultimo periodo d'oro vissuto dal Ticino. 
 
La sezione ticinese dell'Unione sindacale Svizzera - come il lettore potrà facilmente immaginare - appartiene all'esercito dei critici. E ieri, in una nota stampa, l'USS è tornata a evocare il fantasma di Marina. Lo ha fatto prendendo spunto dal dibattito accesosi in Ticino dopo la votazione sulla Riforma III delle imprese (approvata di misura nel nostro cantone e asfaltata a livello nazionale).
 
Il titolo della nota diffusa dall'Unione sindacale è già tutto un programma: "Vitta come Masoni: regali ai ricchi e Ticinesi più poveri". Leggiamo: "Siamo sorpresi dalle dichiarazioni del Consigliere di Stato Vitta in seguito all’affossamento della Riforma III. È decisamente poco opportuno voler approfittare del risicato risultato ticinese per annunciare misure fiscali a livello cantonale. Il 60 per cento dei cittadini svizzeri ha rifiutato la logica di defiscalizzazione delle imprese a spese della collettività. Insistere con la ricetta della concorrenza fiscale al ribasso significa ignorare che questo meccanismo ha portato tutti i Cantoni che l’hanno praticato a dover tagliare i servizi ai cittadini. Il federalismo fiscale usato per concedere sgravi alle imprese non produce benessere per la popolazione e non attira aziende di qualità".
 
 
E fin qui il dibattito sull'attualità. Ma poi ecco che l'USS riapre il libro della storia recente del cantone al capitolo "Marina Masoni": "Il Ticino sperimenta la defiscalizzazione dagli anni Novanta. Eletta in Consiglio di Stato nel 1995, Marina Masoni promosse molte riforme della legge tributaria e una serie di pacchetti fiscali per ridurre le aliquote sul capitale delle aziende e la diminuzione dell'imposta sugli utili. Misure che hanno comportato importanti riduzioni delle entrate fiscali del Cantone e dei Comuni. Gli sgravi fiscali decisi dal 1997 al 2005 hanno provocato una minore entrata annua per il Cantone di 207 milioni. Si sono così svuotate le casse per poi andare a giustificare tagli a scapito della popolazione. Il disavanzo del Cantone in quegli anni si aggirava sui 200 milioni all’anno, se il Governo non avesse condotto questa politica, non ci sarebbero stati problemi finanziari. Ora, nonostante il naufragio della Riforma III, il Consiglio di Stato vorrebbe proseguire sulla strada dei regali fiscali alle aziende".
 
Chi certamente ha titolo per parlare di quegli - naturalmente dalla prospettiva opposta - è Sergio Morisoli. Il deputato e presidente di Arealiberale all'epoca dei fatti narrati era il braccio destro della Consigliera di Stato PLR. E lo è stato fino alla sua uscita dal Governo.
 
Attraverso la sua pagina Facebook, Morisoli ha voluto ribattere al comunicato dell'USS:  
"Ma vi rendete conto - ha scritto - che la sinistra statalista è rimasta all'odio di 22 anni fa ! Sono passati 22 anni, ben 14 dall'ultimo pacchetto fiscale e la loro summa analisi è inchiodata a quegli sgravi. Sgravi che produssero il 45% di gettito in più, e che lasciò agli statalisti un tesoretto da delapidare di oltre 430 milioni nel 2007 (10 anni fa)". 
 
"La Lega - ha proseguito Morisoli nella sua analisi - ha demolito il PLR, i socialisti difendono i ricchi che prendono le paghe dallo stato e il parastato, i governi sono inconcludenti, sono cadute le torri gemelle, sono intervenute 2 crisi finanziarie mondiali, la globalizzazione ha stravolto il mondo, i bilaterali sono un colabrodo, il terrorismo ci paralizza, le migrazioni ci soffocano e la colpa è sempre solo quella: Marina Masoni". 
 
"Forza - ha chiosato Morisoli il suo post - che di questo passo vincete le elezioni, continuate a cercare i fantasmi dei colpevoli".
 
Alla prossima puntata. 
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