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Quarto Potere
21.02.2017 - 10:330
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

La RSI invita al 'Gioco del mondo' l'ex terrorista di Prima Linea Rotaris. Pontiggia tuona sul Corriere: "Fu già protagonista di 'Storie' nel 2011. Perché questa familiarità a Comano? Quante persone che non hanno mai fatto male agli altri meritano più di

Il responsabile d'antenna della RSI: "Non passa giorno senza che il servizio pubblico sia sottoposto a sferzanti editoriali o pungenti spilli da giornalisti che si guardano bene dal sottoporre a simile scrutinio i propri padroni”

LUGANO - Domenica sera la RSI ha ospitato alla trasmissione ‘Il gioco del mondo’ l’ex terrorista italiano Maurizio Rotaris. Qualche mugugno si era già registrato ieri sui social, ma oggi il direttore del Corriere del Ticino, Fabio Pontiggia, ha deciso di dedicare al caso il suo editoriale. Con giudizi pesanti e inappellabili sulla scelta di Comano, che ha tra l’altro un singolare precedente in quanto qualche anno fa Rotaris fu già protagonista di una puntata di ‘Storie’.

L’unica replica a Pontiggia, per ora, è quella che Sergio Savoia, responsabile dell’immagine d’antenna della RSI, ha postato su Facebook.
Ma iniziamo da Pontiggia.

“Rotaris – scrive -, oggi responsabile di una meritoria struttura per il recupero dei tossicodipendenti (SOS Stazione Centrale a Milano), è stato uno dei tanti protagonisti negativi della stagione degli anni di piombo. Fu membro di Prima Linea (…) l’organizzazione eversiva più feroce dell’estrema sinistra; tra le sue vittime vi fu il sostituto procuratore di Milano Emilio Alessandrini, freddato nella sua automobile dai piellini il 29 gennaio 1979, davanti a un semaforo). Rotaris partecipò attivamente ad alcune azioni terroristiche minori, ma si occupò soprattutto dell’organizzazione e della pianificazione degli agguati criminali di Prima Linea. Venne per questo condannato in via definitiva dalla giustizia italiana (…). Poi il distacco dall’eversione terroristica, il ritorno in libertà, l’impegno sociale”.

Pontiggia cita poi la presentazione e la motivazione dei giornalisti della RSI: “Maurizio Rotaris è responsabile di SOS Stazione Centrale a Milano, una struttura che accoglie e dà speranza e un tetto ai diseredati che hanno perso tutto, ai “barboni”. Così li chiama Rotaris, impegnato da 30 anni al fronte. E su questa zona limite dell’umanità lui ci è arrivato dopo aver vinto l’odio contro se stesso e contro la società, già perché la sua è stata una gioventù bruciata fra tossicodipendenza, lotta politica armata e carcere. Poi, in un penitenziario di massima sicurezza, la scelta di rifiutare il male e l’odio per imboccare, in strada, una nuova strada di luce”.

Pontiggia ricorda a questo punto che già nell’aprile del 2011 Rotaris fu intervistato da Maurizio Canetta per ‘Storie’. E si chiede: “Perché questa familiarità a Comano? Per quale motivo la RSI si è sentita in dovere di riproporre il racconto – unilaterale – della vicenda dell’ex membro di Prima Linea, presentata da lui stesso in un’intervista per niente critica ma, al contrario, compiacente? Forse perché dopo i crimini compiuti negli anni di piombo si è ravveduto e da molti anni svolge un’opera socialmente meritoria?”.

Ma poi, quante persone che fanno del bene senza aver mai fatto del male agli altri meritano quello spazio televisivo molto più dell’ex terrorista di Prima Linea?, si chiede il direttore del Corriere. “Fa difetto, per Rotaris, proprio una ragione forte che possa rendere giornalisticamente plausibile, necessario, giustificato il bis concesso a un ex uomo di Prima Linea quale protagonista solitario sotto i bonari riflettori televisivi del servizio pubblico”.

Infine l’ultima stoccata: “Un’intervista non compiacente avrebbe dovuto metterlo alle strette su questa mistificazione (Rotaris si è autodefinito ‘prigioniero’), che è tipica degli ex terroristi della sinistra eversiva”.

La replica di Sergio Savoia

“La prova che una testata giornalistica o una media company fa un buon lavoro sono gli attacchi – scrive Savoia -. Più ti attaccano, e più pretestuosi sono gli attacchi, più vuol dire che sei indipendente e libero. Non passa giorno senza che il servizio pubblico sia sottoposto a sferzanti editoriali o pungenti spilli (spesso anonimi) da giornalisti che si guardano bene dal sottoporre a simile scrutinio i propri padroni”.

E in un post successivo aggiunge: "Se fosse stato fatto un errore si dovrebbe ammetterlo. Ma la discussione sta tutta lì, vero? Io non penso che in questo caso sia stato fatto un errore. Penso che si sia fatto qualcosa che non è piaciuto ad alcuni e che è piaciuto ad altri. Penso anche che il servizio pubblico è sottoposto ad attacchi non sempre giustificati da parte di chi ha una precisa agenda politica".



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