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17.05.2017 - 17:010
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Pompieri di Locarno, sotto la cenere cova ancora la brace. Ecco il documento inviato al Municipio che, tra note positive sul Comando, parla di "un clima di soggezione e timore". Alcuni militi si rivolgono a Liberatv e denunciano umiliazioni e pressioni ps

“Quali sottoufficiali del corpo – si legge nel documento - abbiamo voluto ribadire che il corpo pompieri è organizzato e condotto in maniera professionale, molto competente ed efficiente. Ciò nonostante negli ultimi 18 mesi abbiamo percepito e vissuto un degrado evidente dei rapporti umani tra comandante in primis, Stato Maggiore, sottoufficiali e militi"

LOCARNO - Pareva che i problemi si fossero in qualche modo risolti. Ma sotto la cenere cova ancora la brace. La ‘gabola’ scoppiò a inizio marzo con le dimissioni polemiche, dopo una trentina d’anni di servizio, del primo tenente dei pompieri di Locarno Daniele Garbin (leggi qui). L’ufficiale se ne andò sbattendo la porta e sollevò il problema della conduzione del corpo.

Corpo che, va detto, è di ‘categoria A’, riconosciuto come centro di soccorso cantonale, ed è composto per la quasi totalità di volontari, che percepiscono un rimborso spese per interventi, corsi di formazione e picchetti. Ma che, proprio in quanto volontari, non sono disposti a farsi trattare con piglio autoritario come fossero reclute al primo giorno di scuola.

Nel mirino di Garbin c’era l’atteggiamento del comandante, Alain Zamboni, e di un altro ufficiale superiore. La questione finì sul tavolo del Municipio, che avviò verifiche e incontri per evitare di ritrovarsi tra le mani un secondo ‘caso San Carlo’, sfociato in polemiche e licenziamenti.

Il Municipio rinunciò però ad avviare un ‘audit’ sulla gestione dei pompieri, non ritenendo la situazione a tal punto grave da giustificarlo, anche perché il comandante si impegnò a migliorare il clima all’interno del corpo e a modificare certi suoi atteggiamenti.

Queste procedure culminarono in un incontro indetto dal comandante e dagli ufficiali dello Stato maggiore dei pompieri che si tenne il 27 marzo, al termine del quale venne redatto un verbale, scritto a mano e firmato da tutti i partecipanti, poi trasmesso al Municipio.

Un verbale con note in chiaro-scuro. Se da una parte i sottoufficiali riconoscono la professionalità nella gestione dei pompieri, dall’altra le critiche nei confronti del comando sono molto severe.

Liberatv è in grado oggi di pubblicare i contenuti di quel verbale.

“Quali sottoufficiali del corpo – si legge nel documento - abbiamo voluto ribadire che il corpo pompieri è organizzato e condotto in maniera professionale, molto competente ed efficiente. Ciò nonostante negli ultimi 18 mesi abbiamo percepito e vissuto un degrado evidente dei rapporti umani tra comandante in primis, Stato Maggiore, sottoufficiali e militi. Essenzialmente alcuni eventi mal gestiti, alcune situazioni non chiarite, hanno portato ad un degrado dei rapporti e ad una mancanza di fiducia nell’approccio tra militi e differenti gradi di condotta.

Puntualizziamo: nessuna critica e nessun appunto viene fatto dal punto di vista tecnico, di conduzione degli interventi e conduzione della formazione. Essenzialmente il gruppo sottoufficiali ha esposto i seguenti problemi:

- Il comandante ha creato un clima dove la soggezione e il timore inibiscono le critiche, bloccano le iniziative e qualsiasi discussione positiva.
- A dipendenza del carattere di ciascuno questo è un grosso problema perché inibisce le persone.
- Quanto sopra è di riflesso riportato dai membri dello Stato maggiore verso i sottoufficiali e militi e crea un clima di ansia!

Dopo aperta discussione su diversi punti, episodi concreti e proficuo e concreto scambio di opzioni tra le parti reputiamo che:

- Un affiatamento delle relazioni tra cmd, SM, e militi è necessario e condiviso da tutti.
- Un miglioramento dell’approccio umano del comandante è anch’esso auspicato e condiviso”.

Ecco, con queste ammissioni e con questi auspici il caso sembrava chiuso. Ma nelle settimane successive, dopo qualche sprazzo di sereno, son tornate le nubi. Come liberatv ha potuto accertare parlando con diversi militi di vario grado, la situazione rimane problematica.

C’è chi parla di umiliazioni e di pressioni psicologiche, citando casi concreti… Chi ritiene di essere finito sulla black-list, chi denuncia un autoritarismo non sostenuto dalla necessaria autorevolezza… C’è addirittura chi minaccia di lasciare il corpo se le cose non cambieranno radicalmente. Del resto, dicono i militi citando una frase di Zamboni, ‘ci sono tre motivi per cui un pompiere lascia il corpo: la famiglia, il lavoro o il comandante’…

Forse a questo punto sarebbe opportuno un ulteriore approfondimento, che i militi si aspettano dall'autorità politica. Non foss'altro che per l'importanza che i pompieri rivestono per la comunità.

emmebi


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