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02.06.2017 - 11:150
Aggiornamento: 13.07.2018 - 15:11

"Carissimi gobbi... Capisco l’ansia da prestazione, anzi la paura, che vi attanaglia le viscere. Stavolta però sarà diverso e vincerete largo e in scioltezza. Mettete dunque sin d’ora in fresco le bottiglie, scaldate i clacson per i caroselli e togliete d

Lettera aperta di un gufo ai tifosi juventini alla vigilia della finalissima: "E così vi avviate a compiere per la nona volta il viaggio verso la finale di Coppa. Quel viaggio che avete compiuto a vuoto ben sei volte nella vostra modesta storia europea. Una storia pari a quella del Porto, del Benfica e del Nottingham Forrest. Insomma di quella ridente provincia continentale che di tanto in tanto fa capolino nell’Olimpo del calcio, come una simpatica e folkloristica intrusione"

Carissimi gobbi,

e così vi avviate a compiere per la nona volta il viaggio verso la finale di Coppa dei Campioni. Quel viaggio che avete compiuto a vuoto ben sei volte nella vostra modesta storia europea. Una storia pari a quella del Porto, del Benfica e del Nottingham Forrest. Insomma di quella ridente provincia continentale che di tanto in tanto fa capolino nell’Olimpo del calcio, come una simpatica e folkloristica intrusione.

È comprensibile però che, dopo anni di onorato e scrupoloso servizio, vogliate avanzare di classe ed entrare almeno nel club del “3”: non che sia uno straordinario passo avanti, ma almeno mettereste la bacheca in pari con quelli là che, pur essendo Internazionali, incidentalmente giocano a Milano. E, lo diciamo con onestà, ve lo meritate, dopo tutte le gioie che ci avete regalato da quel lontano 30 maggio 1973 quando l’Europa calcistica vi conobbe, segnando la prima tappa di quel vostro peregrinare, anno dopo anno, e secondo posto dopo secondo posto, per tutto il Continente e fino ai giorni nostri.

Capisco quindi l’ansia da prestazione, anzi la paura, che vi attanaglia le viscere, malcelata in questi giorni di vigilia dietro la vostra maschera da Piemontesi (falsi e cortesi). Del resto chi non avrebbe paura di incrociare di nuovo certi fantasmi che hanno popolato le vostre notti europee. Figure marginali nella storia del calcio che voi siete riusciti a trasformare in leggende e a consegnare agli albi d’oro. Felix Magath, Predrag Mijatovic o Lars Ricken….giocatori che hanno lasciato una traccia negli occhi di generazioni di juventini.

Quante volte al solo pronunciare la parola Champions avete dovuto abbassare lo sguardo a causa loro. Una mestizia, del resto, che noi tifosi rossoneri conosciamo molto bene, avendola incrociata direttamente su un verde prato in terra britannica nel maggio del 2003. Già, quella stessa terra britannica che vi apprestaste a calpestare di nuovo sabato sera.

Stavolta però sarà diverso e vincerete largo e in scioltezza. Sabato sera alzerete finalmente la coppa dalle grandi orecchie (e fate un po’ di stretching alle braccia prima della partita, non vorrei che vi strappaste sul più bello considerata la scarsissima attitudine all’esercizio). Mettete dunque sin d’ora in fresco le bottiglie, scaldate i clacson per i caroselli e togliete dall’armadio le bandiere ancora inumidite dalle ultime lacrime versate appena due anni fa, dopo l’ennesima trasferta che vi ha definitivamente consacrato nel ruolo di turisti del calcio europeo. Ventuno anni dopo l’ultima vittoria (e allora non vi toccò nemmeno giocare all’estero, sarà stato per quello…), i giovani bianconeri potranno finalmente provare questa emozione sconosciuta.

Del resto la cabala parla chiaro ed è tutta a vostro favore. Non è mai accaduto che una squadra vincesse due volte di seguito la Champions League (la Coppa dei Campioni invece sì, ma queste sono statistiche che proprio non vi contemplano…) e il Real Madrid ha vinto proprio lo scorso anno. Quel Real Madrid, peraltro, che avete eliminato in semifinale (il turno in cui siete sempre stati i numeri uno) soltanto due anni fa, quando di certo non eravate così forti come lo siete oggi.

Nella vostra storia c’è poi l’impronta di due gallesi: a noi piace ricordare quell’Ian Rush protagonista con i suoi sette goal dell’indimenticabile Juve di Rino Marchesi. A proposito: proprio ieri l’ex centravanti bianconero, incaricato dall’Uefa di portare a spasso per Cardiff la Coppa, si è detto sicuro della vittoria della Juventus. E se garantisce lui noi non possiamo che crederci, no?

Non va scordato inoltre che, come l’Inter di Mourinho quando conquistò il Triplete, anche voi avete eliminato il Barcellona. E come voi i nerazzurri cambiarono modulo di gioco a metà della stagione, facendo fare a Eto’o il terzino come voi lo fate fare a Mandzukic. Ora come allora questa non potrà che confermarsi la chiave di volta  tattica che vi spalancherà il portone del successo tanto agognato.

E come non sottolineare, infine, che in panchina siede un allenatore che si è formato, dal punto di vista dell’attitudine alla vittoria, al politecnico di Milanello. Che è un po’ come aver fatto il dottorato quando si tratta di quella Coppa lì. Il vaccino al morbillo europeo che impesta la città sabauda da quando si pratica il calcio, dovreste già averglielo inoculato durante l’ultima scampagnata a Berlino dove, dopo appena 4 minuti, si manifestarono puntualissimi i sintomi del virus. Troppo presto e troppo tardi per porvi rimedio in quella circostanza.

Si potrebbe continuare per ore nell’elencare i motivi per i quali la Juventus uscirà certamente vittoriosa dal campo di Cardiff. Ma perché insistere nel citare la casistica per un pronostico tanto scontato?

Non potrà che finire in gloria, carissimi gobbi. Una gloria lucente di quella che accompagna non le vittorie ma i trionfi. Parola, lo so bene, che diventa per voi incomprensibile ogni qual volta vi capita di lasciare il suolo patrio, ma che questa volta - per una volta - ridarà uno smalto non provinciale alle vostre divise da carcerati. Tornerete finalmente a Torino da vincitori e non come i soliti fuggiaschi rimpatriati a mani vuote da oltre confine.

Vi saluto con le felicitazioni per l’imminente vittoria e con immutato affetto e gratitudine per le innumerevoli soddisfazioni che avete saputo regalarci nella nostra onorata carriera di gufi e che resteranno indelebili nei cuori nonostante il successo di Cardiff (che in ogni caso verrà storicizzato come un episodio bizzarro nella storia del calcio che conta e come il sussulto scherzoso di un destino che si è già ampiamente rivelato, il vostro).

Hala Madrid!

Andrea Leoni


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