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15.08.2017 - 10:450
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Le profezie di Bettino: "I flussi migratori saranno inarrestabili e incontrollabili senza un accelerato processo di sviluppo nella riva sud del Mediterraneo. È la grande questione sociale del nostro secolo. E dovremo fare i conti con la tendenza alla sepa

In un video pubblicato in questi giorni, le parole pronunciate nei primi anni Novanta dall'ex premier italiano Bettino Craxi, che alla luce di quanto sta accadendo assumono un valore quasi profetico... Partendo dal ruolo dell'Europa

ROMA - Un video di 12 minuti che propone alcuni spezzoni di interviste, di pensieri e di discorsi ufficiali dell’ex leader del Partito socialista ed ex premier italiano Bettino Craxi, morto 17 anni fa ‘in esilio’ ad Hammamet, in Tunisia. Un video, realizzato dalla Fondazione Craxi e pubblicato nei giorni scorsi sul canale Youtube ‘Italia News’, in cui l'ex primo ministro analizza con lucidità i rapporti tra la sua nazione e l’Europa, ma soprattutto tra l’Europa e quella che chiama ‘la riva sud del Mediterraneo’. Craxi preconizza le grandi migrazioni, che definisce ‘la grande questione sociale del nostro secolo’, e mette in guardia dal radicalismo islamico.

Le sue parole, pronunciate nei primi anni Novanta, appaiono profetiche alla luce di quello che oggi è sotto i nostri occhi. Vale la pena di riascoltarle attentamente.

Per i suoi detrattori, Craxi morì da criminale latitante. Per i suoi estimatori fu vittima di una giustizia politicizzata, supportata dalla stampa e dai cosiddetti "poteri forti", che lo costrinsero all'esilio in Tunisia. In ogni caso, al di là di Tangentopoli e degli scandali della Prima Repubblica, fu uno degli ultimi grandi statisti italiani. E la sua lucida capacità di analisi, le sue visioni, lo confermano.
Ecco la trascrizione dei principali passaggi delle affermazioni di Craxi contenute nel video allegato.

“Il modello di sviluppo europeo è irrinunciabile. Ma la nuova Europa non può essere solo il frutto di una mera operazione di ingegneria istituzionale. Speriamo che si possa avere una politica estera europea, un ruolo dell’Europa nella comunità mondiale che abbia incidenza sulle questioni aperte”.

“I popoli oggi oppressi dal sottosviluppo, dalla fame e dalla malnutrizione volgono gli occhi all’Europa per avere maggiori certezze sul loro avvenire. Nella riva sud del Mediterraneo sono iniziate correnti migratorie che, in assenza di un accelerato processo di sviluppo che abbracci tutta quell’area sono destinate a gonfiarsi in modo impressionante. E saranno tendenze inarrestabili e incontrollabili. Paesi con popolazioni giovanissime le quali vanno naturalmente verso le luci, le luci della città, se non accenderemo un maggior numero di luci in quei paesi. In realtà le grandi nazioni ricche del mondo non sono ancora in condizione di compiere lo sforzo necessario per ridurre queste distanze. Sono distanze assai grandi, abissali, ed è questa la questione sociale del nostro secolo”.

“L’Italia è una nazione immersa fino al collo nel Mediterraneo, siamo una nazione euro-mediterranea. Purtroppo nel Mediterraneo ci sono due fenomeni con i quali bisogna fare i conti. Uno è la tendenza culturale, ideologica, a determinare una separazione radicale tra l’identità culturale e religiosa islamica e la civiltà occidentale. Una tendenza molto forte che nasce da fenomeni di frustrazione, da un bisogno di identità più marcato e più difeso, e dai rapporti mal costruiti sulla base del colonialismo e del post colonialismo dai paesi europei in queste nazioni. Bisogna lavorare in modo che questa tendenza, che è molto forte, possa essere vinta attraverso il dialogo, il confronto, l’integrazione, sulla base del rispetto e della conoscenza reciproca. L’altro fenomeno è rappresentato dalla catena di mine esplosive che ancora esistono, non le sto a citare, mi riferisco solo alla questione palestinese…”.
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