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Cronaca
25.10.2017 - 17:570
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Parco sì o Parco no? Ora che c'è il progetto il confronto entra nel vivo. La roccaforte più difficile da espugnare per i promotori sarà Brissago. E il sindaco Roberto Ponti esce allo scoperto: "Contribuirà a risollevare un'economia che sta soffrendo"

Il Parco Nazionale del Locarnese, al centro stasera di un incontro pubblico a Brissago, potrebbe essere un volano dal profilo turistico, della salvaguardia del territorio, dello sviluppo di progetti che altrimenti resterebbero nel cassetto dei sogni…

BRISSAGO - Il confronto sul Parco Nazionale del Locarnese è entrato nel vivo. Nelle scorse settimane, dopo anni di lavori, studi, consultazioni, correzioni e affinamenti (vero: forse la si è tirata troppo alla lunga), il progetto è stato presentato alla popolazione dei comuni coinvolti. E l’anno prossimo, in giugno, i cittadini saranno chiamati al voto per dire se vogliono o non vogliono il Parco.

Sarà comunque un Parco molto particolare, in quanto si estende dal lago, per la precisione dalle Isole e da Brissago, fino a Bosco Gurin, inglobando la catena montuosa del Gridone e passando per Centovalli e Onsernone.

I vincoli per le attività umane, ricreative ed economiche, sono stati smussati e ridotti al minimo, proprio perché questo Parco non si propone come un santuario inviolabile, ma come luogo di incontro tra uomo e natura.

E si propone soprattutto come ‘volano’ economico per una regione e per paesi che faticano a guardare con serenità al futuro. Paesi che, come Brissago, sono a rischio di desertificazione. Potremmo dire moribondi… Basta guardarsi in giro, e osservare la desolazione dei negozi vuoti, dei locali pubblici chiusi, delle tante cose che ci sarebbero da fare (valorizzare il lungolago, per esempio, che è forse il più bello di tutto il Ticino e l’unico completamente chiuso al traffico), ma che non si possono fare per mancanza di risorse…

Il Parco potrebbe dunque essere un volano dal profilo turistico, della salvaguardia del territorio, e dello sviluppo di progetti che altrimenti resterebbero nel cassetto dei sogni…

Le opposizioni, le preoccupazioni e lo scetticismo non mancano, ed è giusto e legittimo che ci siano, perché su temi che toccano così da vicino le comunità locali non è ammissibile tentare di imporre un pensiero unico, un ‘mainstream’. L’esercizio democratico presuppone un confronto tra le parti, ma questo confronto dev’essere aperto e non fondato su pregiudizi, disinformazione, opposizioni di principio o battaglie di retrovia. E questo, da entrambe le parti in gioco.

Probabilmente sarà soprattutto Brissago la roccaforte più difficile da espugnare per i promotori del Parco. E proprio a Brissago si terrà questa sera, mercoledì 25 ottobre, al Centro Dannemann, l’ultima riunione pubblica di presentazione del progetto.

Il sindaco, Roberto Ponti, ha lanciato ieri un appello ai suoi concittadini sulle pagine de LaRegione, prendendo una posizione piuttosto netta.

“Personalmente – ha detto - ritengo che questo progetto non sia affatto penalizzante per il nostro territorio, anzi. Si parla sempre della valorizzazione delle aree discoste, ma nella pratica nessuno fa nulla, lasciando agli amministratori l’arduo compito di creare attrattive per risollevare un’economia che sta soffrendo. Si rende necessario, in quest’ottica, creare possibilità nuove e con l’istituzione del Parco arriveranno finanziamenti per le stesse attività e per la progettualità”.

Il fronte del “no” fa leva soprattutto sui vincoli, le competenze decisionali e le restrizioni che il Parco porterà con sé. Ma Ponti è ottimista: “Si può ragionare tutti insieme, soppesando pro e contro. È un progetto che non priverà in alcun modo gli abitanti che vivono all’interno del suo perimetro delle loro libertà. Siamo di fronte ad una scelta che coinvolge la cittadinanza nel suo rapporto col territorio”.

emmebi


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