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26.10.2017 - 08:500
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Argo 1, Fabio Pontiggia all'attacco di RSI e Regione: "Il partito dei giustizialisti ha schierato le sue truppe: l'obbiettivo della campagna è far fuori Beltraminelli"

Il direttore del Corriere del Ticino ci va giù duro: "Alla Commissione parlamentare di inchiesta non crediamo. La macchina del fango è in azione per interessi politici, è stato detto. Proprio così..."

MUZZANO - “Si mettano il cuore in pace a Bellinzona e a Comano: continueremo a cantare fuori dal coro dei giustiziasti”. Con queste parole, pubblicate in un editoriale apparso in prima pagina, Fabio Pontiggia torna ad occuparsi dei risolvi politico mediatici del caso Argo 1, rispondendo indirettamente alle critiche giunte contro il suo giornale dalla Regione e dalla RSI.


 

“C’è molto nervosismo - scrive il direttore del Corriere - attorno al caso Argo 1. Le voci che cantano fuori dal coro dei giustizialisti disturbano. Déjà vu . Ma si mettano il cuore in pace a Bellinzona e a Comano: queste voci continueranno a cantare fuori dal coro se i fatti continueranno a stonare rispetto alle tesi e alle strumentalizzazioni politiche”.

 

“Sull’attribuzione del mandato alla ditta in cui ne son successe di tutti i colori - argomenta Pontinia - la nostra idea è questa: è stato, all’inizio, un atto di superficialità dovuto molto probabilmente alla volontà di affrontare l’emergenza profughi con una soluzione rapida a costi contenuti. Una decisione non conforme alla legge, presa alla leggera dal consigliere di Stato Paolo Beltraminelli, che aveva firmato il primo mandato di 400 mila franchi alla Argo 1 senza coinvolgere il Governo, come invece avrebbe dovuto fare. Niente di più e niente di meno. A prescindere dalle simpatie e antipatie politiche che ciascuno di noi può nutrire, questa leggerezza non costituisce, nemmeno lontanamente, una manchevolezza tale da giustificare le richieste di parziale esautorazione del consigliere di Stato e men che meno di dimissioni dalla carica. Eppure è evidente che l’obiettivo della campagna in atto sia proprio questo”.

 

“La nomina stessa della Commissione parlamentare d’inchiesta - scrive ancora il direttore del Corriere - denota lo smarrimento del senso delle proporzioni, se solo si considera per quali circostanze la legge prevede che una CPI possa essere istituita. (…) Il partito dei giustizialisti, in astinenza da troppo tempo, ha schierato le truppe. Non ce ne vogliano i deputati che faranno parte della CPI, ma noi confidiamo solo nel lavoro della magistratura e dell’esperto incaricato dal Governo.(….) Alle altre inchieste non crediamo”.

 

“La macchina del fango è in azione per interessi politici, è stato detto. Proprio così. Concordiamo pienamente”, la chiosa di Pontiggia.

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