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Cronaca
29.11.2016 - 16:080
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

"Per 133 volte ha abusato di quel 14enne. Basterà una vita per dimenticare e avere giustizia? Come può l'armonia del mondo riposare sulle lacrime di un bambino, di un qualunque bambino?"

Le riflessioni della giornalista Nicoletta Barazzoni sul processo che vede imputato un 47enne accusato di aver abusato per 133 volte di un 14enne: "Per 133 volte ha affondato la lama del coltello nelle sue parti intime, pensando solamente al suo godimento perverso"

LUGANO - La giornalista Nicoletta Barazzoni ci ha inviato alcune riflessioni in merito la processo che si sta svolgendo a Lugano. processo che vede imputato un 47enne accusato di aver abusato per 133 volte di un 14enne.

 

di Nicoletta Barazzoni* 

 

Per 133 volte ha visto il terrore, lo stordimento, l'incredulità negli occhi di un ragazzino di 14 anni, mentre abusava di lui e della sua giovane età. 

 

Per 133 volte ha sentito il suo respiro e il suo cuore scoppiare dalla paura. 

 

Per 133 volte, mentre esercitava il suo abuso di potere (e per abusare del proprio potere, facendo pressioni psicologiche e fisiche, bisogna esserne coscienti e dunque c'è premeditazione) ha provato piacere, soddisfacendo le sue pulsioni e i suoi desideri sessuali. 

 

Per 133 volte ha infierito sul futuro di un ragazzino che si è fidato di lui. Gli ha rubato il sorriso, minando, senza ritorno, il sentiero su cui un minorenne ha il diritto di poter correre e crescere spensierato.  

 

Per 133 volte ha affondato la lama del coltello nelle sue parti intime, pensando solamente al suo godimento perverso. Ha prevaricato un corpo che stava sbocciando, calpestando le sue ali, insudiciando i suoi sentimenti più puri, la gioia per la vita, la speranza del domani. Gli ha rubato il piacere di vivere, di giocare sereno, di alzarsi il mattino senza il ricordo e il tormento di un incubo, e tutto questo facendolo sentire in colpa, sotto il peso del ricatto e della minaccia. Perché un quattordicenne ha tutto il suo mondo interiore da attraversare, ancora incontaminato, fatto di incertezze, di sogni meravigliosi, di illusioni, di tanta ingenuità, senza tante malizie. Un mondo intimo in cui nascono le prime cotte per le coetanee, un mondo che a quella età si deve poter scoprire nella bellezza, nella serenità e nella sicurezza e non nella tortura e nella sopraffazione, infertagli da un adulto. Non mi importa nulla se questi uomini, che abusano dei minori, sono psichicamente e gravemente disturbati. Per me conta solo la giovinezza negata, insidiata da una mente malata. 

 

 

Contano le 133 volte moltiplicate all'infinito con cui quel terribile trauma ha inficiato l'anima di una giovane vita, protesa ad un futuro che resterà intaccato da un passato doloroso che un ragazzino di 14 anni non ha di sicuro scelto per sé. Quante saranno le volte con cui questa nefandezza gli condizionerà la vita? Basterà una vita per dimenticare e avere giustizia? 


 

Rileggo le parole tratte dal Vangelo "Sarebbe meglio per lui che gli fosse messa al collo una macina  da mulino e fosse gettata nel mare, piuttosto che esser di scandalo a questi piccoli". Per un'infinità di volte sto dalla parte Vangelo. E ad oltranza continuerò a chiedermi: come può l'armonia del mondo riposare sulle lacrime di un bambino, di un qualunque bambino? 

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