ROMA - Già in campo aveva tenuto un comportamento sopra le righe, con veementi proteste e sceneggiate verso gli arbitri culminate con l’espulsione. Ma ciò che ha combinato Massimiliano Allegri nel post gara della finale di Coppa Italia, vinta dalla sua Juventus contro l’Atalanta, ha dell’incredibile.
Prima, durante i festeggiamenti sul terreno di gioco, ha invitato il direttore sportivo Cristiano Giuntoli ad andarsene. Poi, negli spogliatoi, Allegri ha insultato e minacciato il direttore di Tuttosport Guido Vaciago. Un comportamento francamente indegno di un professionista, tesserato di una delle società calcistiche più importanti del Mondo.
Ha raccontare nei dettagli l’episodio è stato lo stesso giornalista: “Prima che il fatto diventi caso, con le conseguenti distorsioni social, offro il mio racconto dello sgradevole accaduto. Allegri, evidentemente alterato, si stava sottoponendo all'ultima incombenza mediatica della sua serata trionfale (ma evidentemente non troppo serena), la conferenza stampa, ma ha trovato qualche minuto per me. "Direttore di merda! Sì, tu direttore di merda. Scrivi la verità sul tuo giornale, non quello che ti dice la società! Smettila di fare le marchette con la società". A un primo invito a stare calmo e spiegarmi quale fosse la verità che stavo occultando di concerto con i suoi datori di lavoro, Allegri ha risposto strattonandomi, spintonandomi e con il dito sotto il mio naso ha gridato: "Guarda che so dove venire a prenderti. So dove aspettarti. Vengo e ti strappo tutte e due le orecchie. Vengo e ti picchio sul muso. Scrivi la verità sul giornale" e altre amenità del repertorio della rissa da bar”.
“Intanto - prosegue nel suo racconto Vaciago - Gabriella Ravizzotti dell'ufficio stampa della Juventus e un addetto della Lega Serie A lo trattenevano, riuscendo poi a trascinarlo in sala stampa. Tutto qua: spiace per chi si aspettava qualcosa di più cruento e spiace per la maleducazione di chi, soprattutto in pubblico, dovrebbe tenere altro contegno. Nel confronto ci può stare tutto, perfino l'insulto al limite, ma la minaccia no. La minaccia è vile, intimidatoria e pure pericolosa, in un mondo dove la possibilità che qualcuno si prenda la briga di metterla in pratica rischi sempre di trovarlo”.