ULTIME NOTIZIE News
Politica e Potere
12.05.2016 - 14:000
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Fonio e Dadò: missione a Idomeni nell'inferno del campo profughi. Il capogruppo PPD: "Non sono uno spalancatore di frontiere. Ma vado per dare una mano ai disperati"

I due esponenti azzurri a fine mese saranno nel campo in cui vivono in condizioni disumane 12'000 persone: "La Svizzera invece di esportare armi in Arabia Saudita dovrebbe farsi interprete di pace e di conciliazione"

BELLINZONA – Fiorenzo Dadò e Giorgio Foni andranno a Idomeni. I due esponenti del PPD partiranno a fine mese verso il campo profughi a ridosso della frontiera tra Grecia e Macedonia. Li attende un'immensa tendopoli dove vivono 12'000 persone, soprattutto famiglie, in condizioni disperate. Senza acqua, senza cibo e in condizioni igieniche e di sicurezza facilmente intuibili. I due parlamentari parteciperanno a una missione ticinese guidata dall'Associazione Firdaus, che fa capo alla deputata socialista Lisa Bosia Mirra. Il 13 maggio una prima parte del gruppo partirà verso quella terra, per consegnare gli aiuti raccolti nel corso delle ultime settimane in Ticino e testimoniare la solidarietà della nostra popolazione di fronte a questa catastrofe umanitaria. Oltre all’appoggio finanziario, il gruppo ticinese porterà materiale sanitario (compresa un’apparecchiatura per le ecografie), prenderà contatto con altre associazioni svizzere sul posto per individuare eventuali collaborazioni, documenterà la situazione e tenterà di capire come sostenere i profughi. E, visto che un po’ di leggerezza non guasta, porterà anche palloncini gonfiabili e bollicine di sapone per i bambini e smalto per le unghie per le donne. Poi, a fine mese, Fiorenzo Dadò e Giorgio Fonio porteranno altri aiuti. "L'idea iniziale – racconta Dadò ai microfoni di Liberatv - è stata di Giorgio Fonio che mi ha chiesto di partire con lui. Ho risposto di sì con entusiasmo per due motivi. Primo: quando si tratta di toccare con mano realtà diverse dalla nostra, non mi tiro mai indietro. E in secondo luogo ritengo che sia doveroso, considerati i problemi che ci sono a livello internazionale con le migrazioni, recarsi di persona per conoscere direttamente la situazione e se possibile dare una mano per far fronte all'emergenza". Toccare con mano sarà sicuramente diverso da ciò che si può immaginare. Ma di certo, Fonio e Dadò, saranno confrontati con un'esperienza emotivamente forte: "Quello di sicuro. Basta navigare in internet per rendersi conto di quel che ci attende. Ma d'altra parte non andiamo giù in vacanza. E questa esperienza umanamente forte è proprio quello che cerchiamo. Vogliamo capire attraverso le testimonianze di chi vive a Idomeni, una parte del gigantesco problema delle migrazioni: da dove scappano? Perché scappano? Cosa si aspettano? Ripeto: un conto è leggere i racconti sui giornali o peggio ancora sui social, e un conto è vedere con i propri occhi e ascoltare con le proprie orecchie". Una mossa, quella di Fonio e Dadò, sicuramente in controtendenza con un certo clima politico che si respira in Svizzera e nel nostro Cantone: "C'è anche questo aspetto. Anche se per me è una cosa abbastanza usuale. I viaggi che ho fatto nella mia vita sono spesso stati in zone molto povere. Di sicuro, rispetto a un certo clima generale, è in controdenteza la voglia di informarsi e di capire. Prima di poter affrontare e giudicare determinate problematiche bisogna comprenderle a 360 gradi. Questo almeno è il mio approccio e quello di Giorgio". Senza però, sottolinea il capogruppo PPD, voler dare lezioni a nessuno: "Capisco benissimo che la maggioranza delle persone non ha la possibilità o non se la sente di affrontare realtà così tristi. Ognuno vive i suoi drammi. Drammi che ci sono anche qui da noi. Alcuni di fronte al tema dell'accoglienza possono reagire non i maniera benevola. E si può capire. La mia è una scelta personale". Una scelta personale che non contraddice alcune posizioni politiche che Dadò ha sempre espresso: "Come è noto non sono uno spalancatore di frontiere. La Svizzera non può farsi carico da sola di questo dramma. E il problema non si risolve accogliendo tutti: non puoi buttare un mare in un bicchiere. Quello che però possiamo fare come nazioni e come persone, ognuno secondo le sue possibilità, è affrontare l'emergenza umanitaria per alleviare la sofferenza di questi disperati. Magari cominciando ad intervenire presso le nazioni in cui ci sono le guerre. La Svizzera invece di esportare armi in Arabia Saudita dovrebbe farsi interprete di pace e di conciliazione. Questo è sempre stato il nostro ruolo nel Mondo, grazie alla straordinaria sensibilità e ai valori del nostro popolo. Un ruolo per cui siamo sempre stati apprezzati. D'altra parte ci sarà un motivo se la sede della Croce Rossa si trova a Ginevra". Chi volesse partecipare con altre donazioni alla missione può contribuire inviando un contributo all'Associazione Firdaus
Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
fonio
dadò
mano
missione
idomeni
svizzera
campo
ppd
giorgio
spalancatore
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved