COMANO - "Ero incerto nei confronti dell'iniziativa No-Billag per la sua radicalità ma dopo la trasmissione di lunedì sera voterò un sì convinto".
A Tito Tettamanti è andato di traverso un documentario trasmesso lunedì 7 novembre dalla RSI. Talmente di traverso da scrivere una lettera a Maurizio Canetta per annunciare il suo sostegno alla votazione che mira a smantellare il canone.
Il reportage "incriminato" era incentrato sulla figura di Noam Chomsky, il famosissimo linguista statunitense, professore emerito all'MIT e da sempre schierato su posizioni anarchiche. "Non sono d'accordo - scrive Tettamanti a Canetta nello scritto pubblicato dal Corriere del Ticino - che i miei soldi invece che per la cultura servano per l'indottrinamento".
Secondo Tettamanti la scelta di mandare in onda il documentario da parte della RSI "non è ammissibile". Il finanziere bolla le posizioni di Chomsky come "estremiste". A suo avviso serviva "un avvertimento o un commento" al pubblico prima di mandare in onda un documentario che lui definisce di "propaganda". "In più - chiosa - a due giorni dalle elezioni presidenziali", una simile scelta, "non è cultura, ma indottrinamento".
Ma non è tutto. Tettamanti minaccia anche di disertare un confronto pubblico già in agenda con Canetta: "Mi sto chiedendo se mi conviene venire a fare da alibi quale utile idiota al dibattito del 13 dicembre 2016 con lei. Ci penso e glielo faccio sapere".