MELIDE - Manuele Bertoli non scioglie la riserva su una sua possibile ricandidatura per il Consiglio di Stato. Un’opzione remota, come ammetto lo stesso ministro, ma non ancora da scartare definitivamente. Gli statuti del PS, ricordiamo, prevedono una durata massima di 12 anni per le cariche elettive. Bertoli dovrebbe dunque chiedere una deroga al congresso nel caso decidesse di ripresentarsi per un quarto mandato.
Il presidente del Governo è tornato sul tema durante la puntata di “Detto tra noi XL”, in onda ieri sera su TeleTicino (per rivederla clicca qui): “Non è un mistero - ha detto - che la mia intenzione è quella di finire la mia attività in Governo nel 2023. Non nego che questo genere di battaglie ( quelle sulla scuola, ndr.), mi inducono a combattere. Vedremo come andranno le cose anche sulle liste, se andremo uniti con il fronte progressista o separati”. Non scioglie ancora del tutto la riserva? “Lasciamola lì ancora un attimino…però la mia idea di fondo l’ho espressa e anche la mia famiglia mi chiede di lasciare a fine legislatura”.
Se uno spiraglio resta aperto sulle elezioni cantonali, Bertoli esclude di proseguire la carriera a livello federale: “Non credo che sia ragionevole aggiungere altre cose. Se finisco nel 2023, o un pochino dopo, basta politica”.
E quanto alla possibilità di unire le forze su una lista unica per le Cantonali, il ministro socialista ha le idee chiare: “Vedo un po’ i Verdi nicchiare. Secondo me questa alleanza va fatta, come scelta di fondo, prima di fare calcoli sui candidati, perché è l’unico modo per contare di più. Ragionare sulle convenienze è sbagliato. Poi ognuno giocherà le sue carte”.
Bertoli, infine, nel corse dell’intervista, ha lanciato una stilettata anche nei confronti del Movimento della scuola, che in più occasione ha accusato il DECS di “dirigismo”: “Va detto che una parte del Movimento della scuola, nella sua dirigenza, ripropone persone vicine all’MPS. In realtà loro immaginano che la scuola possa essere gestita come un’assemblea del Molino, con delle adunate infinite e delle discussioni che durano anni…Io sono il primo a voler discutere ma un certo bisogna anche decidere”.
Nella seconda parte della trasmissione, è stato ospite il co-presidente del PS Fabrizio Sirica, che fa parte anche della Commissione Cerca incaricata di preparare le liste elettorali. Interrogato su una possibile ricandidatura di Bertoli, Sirica è stato chiaro: “Noi abbiamo una regola che prevede al massimo 12 anni per funzione. C’è la possibilità di chiedere una deroga. Ci sono gli elementi per chiederla? Dal mio punto di vista no. Se poi qualcuno vorrà sollecitare questa opzione, deciderà il congresso, dove serviranno due terzi dei voti. Ma mio avviso, ripeto, non ci sono le condizioni”.
Una chiusura netta da parte del co-presidente socialista, che tuttavia condivide con Bertoli la necessità di un’alleanza elettorale del fronte progressista: “Uniti si vince. Nei prossimi quattro-otto anni possiamo puntare ad avere due Consiglieri di Stato. Io non metto l’interesse del mio partito davanti a questa prospettiva. Ed è l’appello che lancio anche alle altre forze progressiste”.
Sul fronte della destra Sergio Morisoli, anche lui presente in studio, ha fatto chiarezza sull’alleanza Lega-UDC e sui possibili appetiti democentristi rispetto al Consiglio di Stato: “Se i due uscenti leghisti si ripresentano, noi sosterremo la loro rielezione con fair play”.