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07.07.2016 - 18:460

Giù le mani dal parco e dalla casa di Hermann Hesse! Dadò tuona: "Salviamo quel poco che rimane della nostra storia. Altro che preservare la cultura! Altro che offerta turistica di qualità!". E ha perfettamente ragione. Stop a quella speculazione!

Il Governo dice che quel patrimonio non vale la pena di essere tutelato? Facciamogli cambiare idea. Non è con i formalismi miopi da burocrati che il Ticino farà passi avanti. In questo Cantone che sta andando in malora e si agita per polemichette da osteria è ora che qualcuno prenda in mano le cose contano

di Marco Bazzi

“Salviamo quel poco che rimane della storia del nostro Paese. Se in Ticino non sappiamo neppure conservare con cura la casa e i luoghi in cui visse il premio Nobel per la letteratura e autore di capolavori come Siddharta, Il lupo della steppa e Narciso e Boccadoro, significa che siamo messi molto male! Altro che preservare la cultura! Altro che offerta turistica di qualità!”.

Il capogruppo del PPD, Fiorenzo Dadò, scende in campo a sostegno della petizione online lanciata da un gruppo di cittadini per salvare i luoghi in cui visse Hermann Hesse.

E ha perfettamente ragione! Basta con le speculazioni edilizie che hanno devastato il Ticino e spazzato via pregevoli edifici, spesso dimora, come nel caso della villa di Ruggiero Leoncavallo a Brissago, di grandi artisti. Il patrimonio architettonico e storico va preservato e non sacrificato per costruire ville di lusso.

Con un post su Facebook Dadò invita a sottoscrivere l’appello “affinché Consiglio di Stato e Consiglio federale abbiano a fare il loro dovere”.

“Per la cronaca – conclude - Hesse, assieme a Thomas Mann e Stefan Zweig, è lo scrittore di lingua tedesca del Ventesimo secolo più letto e conosciuto nel mondo, i suoi libri, in parte scritti anche in Ticino, sono stati tradotti in più di 60 lingue, con circa 150 milioni di copie vendute”.

La petizione si trova al seguente indirizzo: CLICCA QUI

“La Casa Rossa di Hermann Hesse e il parco dove coltivò le rose si trovano a Montagnola, Comune di Collina d'Oro in Svizzera (Cantone Ticino). Essi sono minacciati da un'operazione immobiliare che li farebbe scomparire per sempre. Eppure in quei luoghi Hesse scrisse il romanzo che gli valse il premio Nobel per la letteratura, e quel luogo fu il punto d'incontro di molti anti-nazisti che vennero a trovarlo per un illuminato consiglio”, si legge nella motivazione dei promotori.

La protesta contro la cementificazione del parco di Casa Rossa, dove Hesse coltivava le sue rose, è iniziata nel 2012. Un gruppo di cittadini si è opposto alla costruzione di un conglomerato di casette nel parco dove lo scrittore dipingeva acquarelli. In quell’anno cadeva il cinquantesimo anniversario della sua morte.

Il progetto prevede dieci casette monofamiliari e una di quattro appartamenti, con vista lago, edè firmato dall’architetto Alvaro Bühring. Il cantiere toccherebbe nella parte inferiore la villa dove Hesse visse dal 1931 al 1962: la proprietà appartiene alla famiglia Pavesi, i noti imprenditori italiani del dolciario. Successivamente un gruppo interpartitico, composto da Sergio Savoia, Francesco Maggi, Michela Delcò Petralli, Elena Bacchetta, Franco Denti, Franco Celio, Matteo Quadranti, Bruno Storni, Milena Garobbio e Giancarlo Seitz, presentò una mozione per chiedere al Cantone di acquisire la casa ed il parco circostante, in modo da creare un "Parco letterario Hermann Hesse", unito all'attuale museo, da candidare a patrimonio dell'umanità dell'UNESCO.

Ma il Governo, rispondendo a una precedente interrogazione di Denti, risalente al 2012, fece sapere che la casa non verrà salvaguardata, perché non ha più motivo di esserlo. Alla morte dello scrittore la proprietà fu venduta ed il nuovo proprietario "la rimaneggiò radicalmente, trasformando non solo la villa ma anche il giardino circostante: con questi interventi edifici, manufatti e territorio hanno perso completamente quello che era il loro rustico e riservato carattere originario, trasformandosi materialmente, secondo un gusto borghese tipico degli anni Settanta del XX secolo".

Dal profilo della legge, rispose il Governo, "la tutela richiede che il bene da proteggere conservi ancora concreti aspetti e valori culturali tangibili ed evidenti. Ciò è dato per Villa Camuzzi ed il parco annesso - riconosciuti come beni culturali d'importanza cantonale - ma non per Casa Rossa e l'annesso parco".

Ma non è con questi formalismi miopi da burocrati che il Ticino farà passi avanti. Se la casa è stata rimaneggiata, la si può riportare al suo aspetto originale. Si tratta di fare un’opera di recupero, come si fa sugli affreschi o sulle statue, ma anche sugli edifici, quando sono stati compromessi da successivi interventi o dalle ingiurie del tempo. Se si vuole, tutto si può. Hermann Hesse è un valore per tutto il Ticino e non solo per Montagnola. È uno scrittore amato da intere generazioni, un mito della letteratura. In questo Cantone che sta andando in malora e si agita per polemichette da osteria è ora che qualcuno prenda in mano le cose che contano e pensi a uno sviluppo che non sia soltanto fondato sull’accumulazione di denaro ad ogni costo e sulla speculazione!

Ultima domanda: e in tutto questo il Comune di Collina d'Oro, che avrebbe dovuto essere il primo a proteggere i luoghi di Hernann Hesse, dov'è?

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