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12.09.2013 - 14:570

Jungle Folk uno stile ecocompatibile

Il marchio svizzero ha appena aperto uno store a Zurigo

di Giorgia von Niederhäusern La fusione tra moda e coscienza ambientale è un trend in crescita e sempre più necessario. Liberatv ne ha chiesto il parere a Pauline Treis, CEO, stilista e proprietaria di Jungle Folk, un giovane marchio svizzero che si occupa di proporre capi a basso impatto ambientale. Com’è iniziata quest’avventura a cavallo tra la Svizzera e la Colombia? Che storia si cela dietro a Jungle Folk e come hai deciso di creare un marchio di moda ecocompatibile? Tutto è iniziato da un viaggio in quel bellissimo paese che è la Colombia. Ispirata dall’arte tradizionale, dalle sue forme, dai colori e dalle tecniche artigianali ho deciso di creare una prima piccola collezione. Prima di iniziare nella moda ho studiato relazioni internazionali a Ginevra e Berlino. La comunicazione transnazionale, i movimenti umanitari, le differenze tra le classi sociali e l’inquinamento ambientale sono temi che mi hanno sempre toccato. Volevo riuscire a fare qualcosa di nuovo, generare un’alternativa alla produzione e al consumo di massa. Come marchio ecosostenibile, qual’ è esattamente la politica aziendale di Jungle Folk? Che cosa fa del tuo marchio un marchio ecologico? Conosco una ad una tutte le persone che lavorano con e per me: ogni impiegato, ogni artigiano. So dirti esattamente chi ha cucito, chi ha tagliato e chi ha tinto ogni singolo pezzo delle mie collezioni. Con diversi metodi e tecniche artigianali elaboro le stoffe che compro e creo nuovi tessuti con i quali poi vado a produrre i miei abiti. Tutte le stoffe che acquisto sono certificate da GOTS, un marchio di garanzia di eco-compatibilità e di commercio equo dei prodotti. Inoltre, le dimensioni ancora piccole di Jungle Folk mi permettono di mantenere una certa visione d’insieme tale per cui mi è possibile controllare ogni aspetto dal design alla vendita. La produzione di quantità non eccessive dei singoli capi oltre che ad essere ecologico rende Jungle Folk una marca esclusiva. Spesso nell’immaginario collettivo il concetto di moda ecocompatibile si limita all’idea di vecchie ciabatte e magliette XXL con tanto di motto “salvate la foresta“. O altrimenti passa all’altro estremo: pezzi unici e costosissimi di vero e proprio artigianato che pochi si possono permettere. Questo tipo di concezione di moda sostenibile rappresenta un problema per il tuo marchio? Come reagisci davanti alla generale impostazione della massa? Cerco di creare una fusione tra la sostenibilità ambientale e un tipo di design moderno e minimalistico. Jungle Folk vuole dimostrare che l’elaborazione di stoffe prodotte in modo ecologico non deve per forza rimandare a quella che è l’immagine tradizionale del tipico look da figlio dei fiori. Come marchio vogliamo ottenere il massimo del design e della moda. Vogliamo riuscire a raggiungere anche quel pubblico che di sostenibilità non s’interessa. E vogliamo farlo attraverso la bellezza dei nostri capi. Riuscire a far arrivare le persone a capire l’importanza delle scelte e delle azioni di ognuno di noi, far crescere la coscienziosità della gente del loro impatto ambientale è uno degli scopi di Jungle Folk. Fino a dove pensi che l’evoluzione della moda sostenibile sia arrivata? Qual’è il suo status nel mondo della moda e agli occhi del consumatore e cosa vedi nel futuro di questo specifico settore dell’industria dell’abbigliamento? Poco a poco l’idea di un consumo coscienzioso della moda sta avanzando e il mercato si adatta gradualmente ad essa. Nel complesso però la richiesta di moda ecocompatibile non né tanto espansa né comparabile con altri tipi d’industria sostenibile come ad esempio quella degli alimenti provenienti da agricoltura biologica. Anche se tutti indossano abiti tutti i giorni, solo una minoranza pensa ad esempio alle sostanze chimiche presenti nei tessuti e all’influsso che questi hanno sul nostro benessere: in molte tinte per tessuti si trovano ad esempio metalli pesanti assolutamente dannosi alla salute. Noi di Jungle Folk usiamo solo le cosiddette “low impact dyes”, tinte totalmente prive di tali sostanze. A mio modo di vedere, la tendenza riguardo alla moda sostenibile non sta ancora vivendo un’evoluzione abbastanza forte da far cambiare impostazione e mentalità all’industria della moda nel suo complesso. La produzione, nella maggior parte dei casi, si svolge sulla base di un abuso di materiali e tecniche a basso costo che una volta messi sul mercato vanno a ricavare profitti enormi. Ognuno di noi contribuisce a rafforzare questo tipo d’industria ogni volta che compriamo un capo o un accessorio prodotto a basso costo. Purtroppo questa è la verità anche nel caso delle marche più prestigiose. Purtroppo presa di coscienza e azione non sempre combaciano. Spesso, spinti da un momentaneo stato d’animo, la gente corre nel primo centro commerciale a comprare prodotti senza farsi la minima domanda sulla loro provenienza. Raccontaci delle tue collezioni. A che cosa t’ispiri per disegnarle? Come descriveresti i tuoi capi e qual’è la donna Jungle Folk? Jungle Folk è per una donna sicura di sé, indipendente, che ama indossare pezzi unici. La moda è spesso e volentieri un fenomeno di tendenza, ma noi di Jungle Folk crediamo che gli abiti che indossiamo siano una vera e propria seconda pelle che ha un importante influsso sul modo in cui gli altri ci vedono. Vogliamo che indossando Jungle Folk, una donna si senta bene senza sentirsi una come tante. I nostri abiti sono fatti con bellissimi tessuti di ottima qualità. I tagli che concepiamo sono semplici, femminili e facilmente indossabili ma al contempo valorizzati dai loro dettagli. Traggo ispirazione dappertutto: sulla strada, nella natura, nell’architettura, in un’acconciatura, da un fiume, una sedia, da sensazioni, colori... Jungle Folk vuol dire unità, unità che viene a sua volta rappresentata dall’insieme del nostro concetto, dal nostro stile e dalla presentazione degli abiti. Scegliendo di indossare i nostri capi si diventa membri della comunità che Jungle Folk vuole rappresentare. Una comunità nella quale ognuno è il benvenuto. Qualche mese fa Jungle Folk ha aperto un pop up store a Zurigo: La Casa Temporal. Vuoi dirci qualcosa sul progetto? L’inaugurazione del negozio si è svolta durante un bellissimo pomeriggio con musica life, drinks, tanto sole e tanti amici. Vogliamo che La Casa Temporal sia più di un negozio, vogliamo che sia un luogo dover poter scambiar idee e rilassarsi. Offriamo volentieri a chi ci viene a trovare torta e caffè. Ci piace sederci e scambiare idee e opinioni con i nostri ospiti. Nei prossimi mesi in cui staremo alla Casa Temporal organizzeremo una serie di eventi. Il programma si trova sul nostro sito: http://www.junglefolk.com/. Dove, oltre al nuovo negozio, si possono acquistare le creazioni Jungle Folk? Siamo aperti ventiquattr’ore su ventiquattro sulla nostra pagina online. La pagina è aperta non solo a chi volesse fare shopping ma anche a chi avesse domande o volesse dialogare con noi. Siamo presenti inoltre in due stupendi negozi a Basilea: Riviera e Westen. Quali sono i prossimi traguardi per il brand? Quali i prossimi sogni da realizzare? Prestissimo lanceremo la prima collezione invernale. Tutti noi di Jungle Folk siamo emozionatissimi e non vediamo l’ora di vedere cose ne penserà il pubblico. Riuscire ad avere sempre nuove idee, l’organizzazione di shows ed eventi, il fatto di vedere la marca stabilirsi in boutiques selezionate e nel cuore di clienti che sanno apprezzare il concetto e il lavoro che facciamo, sono i sogni che spero vedere realizzarsi sempre di più. Che messaggio vorresti lanciare ad altri giovani creativi con la voglia di iniziare con un proprio marchio nel mondo della moda ecocompatibile? Lanciatevi! Seguite il vostro cuore! Lasciatevi arricchire dalle storie di chi in questo business ha già esperienza e collaboratevi! È già stato fatto tanto ma ce n’è ancora tanto da fare. Portate la vostra energia e le vostre idee in questo mondo in crescita!
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