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Cronaca
28.11.2014 - 10:390
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Lo strano caso del Dr. Peric e di Mr. Vidoje... In aula il medico che non ha mai studiato medicina. Dalla 'laurea' a Belgrado all'ambulatorio di Savosa

Arrestato tre volte tra il 2007 e il 2011, ha passato 170 giorni in carcere. Ecco tutti i capi d'accusa, dalla truffa alla falsità in certificati fino alle lesioni gravi

LUGANO – Adesso mettetevi comodi. Perché la storia del “dottor” Vidoje Peric, nato in Serbia 78 anni fa e residente a Savosa, è lunga e complessa. È una storia che sembra uscita da un romanzo di Friedrich Dürrenmatt e che ricorda il clima tetro dello strano caso del Dottor Jekyll e di Mister Hyde.

La procuratrice pubblica Fiorenza Bergomi l’ha riassunta in un atto d’accusa che si articola in una quindicina di pagine, snocciolando un numero impressionante di reati, di episodi e di vittime.

Vidoje Peric varca per la prima volta la soglia del carcere giudiziario della Farera il 23 aprile del 2007. Resta in carcere 157 giorni. Poi viene rimesso in libertà, mentre l’inchiesta su di lui prosegue, ma viene nuovamente arrestato il 6 aprile del 2011, per 8 giorni. E una terza volta il 19 settembre: altri 5 giorni di prigione. In totale, ha alle spalle 170 giorni di cella. E lunedì prossimo dovrà affrontare il processo di fronte alla corte delle assise criminali, difeso dall’avvocato Cristina Maggini.

I capi d’accusa sono pesanti: truffa aggravata, infrazione aggravata alla legge sugli stupefacenti, falsità in certificati, lesioni gravi e abbandono. In ogni caso, la pubblica accusa ha fatto sapere che non chiederà una pena superiore ai cinque anni. È anche probabile che, in considerazione della sua età avanzata età il sedicente medico non tornerà in carcere. Ma questo lo si saprà alla fine del processo.

Sedicente, perché Vidoje Peric medico non lo è mai stato – se non forse nei suoi sogni - e nemmeno ha mai seguito corsi universitari di medicina. Ciò nonostante, per oltre dieci anni, è incredibilmente riuscito a spacciarsi per medico e a esercitare la professione al piano terreno della sua villa di Savosa.

Nel frattempo, un paio d’anni fa, per evitare che continuasse imperterrito a praticare la sua “medicina criminale”, sono state predisposte nei suoi confronti delle misure sostitutive al carcere: il divieto di avere contatti con i pazienti, di esercitare qualsiasi tipo di arte medica e di praticare iniezioni di ogni genere, e di possedere materiale sanitario (dai farmaci agli strumenti).

Peric è accusato di aver truffato alcuni suoi pazienti per assicurarsi una regolare fonte di reddito, praticando loro terapie dal 1998 al 2007, e di aver abusivamente esercitato la professione di medico ricavando un ambulatorio al pianterreno della sua abitazione di Savosa. E ci si chiede come abbia fatto a portare avanti queste pratiche illegali per undici lunghi anni.

La Magistratura lo accusa di avere ingannato con astuzia un numero rilevante di pazienti sulle sue qualifiche professionali, spacciandosi per medico specializzato in ozonoterapie e terapie neurali, ricevendo i pazienti in camice bianco come un vero medico, e indicando sul campanello della sua villa, nonché sulla cassetta delle lettere e sull’elenco telefonico la qualifica "Dr. Med. Peric". Non solo: nel suo ambulatorio erano esposti certificati che attestavano la frequentazione di corsi di specializzazione a cui Peric ha avuto accesso grazie a una falsa laurea in medicina.

Nonostante già nel ‘95 la Sezione sanitaria del Dipartimento lo avesse multato con 4'000 franchi per esercizio abusivo della professione e diffidato dall’eseguire interventi medici, Peric ha continuato imperterrito nella sua attività, pur non avendo alcuna competenza professionale e non avendo mai frequentato studi in medicina. Insomma, una sorta di stregone.

Non solo: ha convinto i suoi pazienti a sottoporsi a terapie invasive, come ozonoterapie e terapie neurali. Lo ha fatto senza allestire cartelle sanitarie, senza tenere uno schedario con le generalità dei pazienti, senza procedere preventivamente ad accertamenti sulle loro condizioni di salute, senza emettere note d'onorario, senza rilasciare ricevute e senza dichiarare entrate al fisco.

Siccome gli  inquirenti non sono riusciti a identificare tutti i pazienti passati nello studio di Peric, anche perché molti di loro abitavano o abitano oltre Gottardo, il danno patrimoniale è stato stimato sulla base sulla base dei conti bancari sequestrati. Stimato in oltre 400'000 franchi.

Il reato di infrazione alla legge sugli stupefacenti si riferisce invece alla vendita a diverse pazienti di ingenti quantitativi di pillole dimagranti al colpo di 600 franchi a confezione, attività che ha consentito a Peric di ottenere un indebito profitto di oltre 200'000 franchi.

La falsità in certificati è ovviamente legata alla falsa laurea in medicina, datata 1° luglio 1963  e rilasciata a Belgrado. Sempre a Belgrado, pochi mesi dopo, Peric risulta aver superato con il voto “ottimo” gli esami per la professione di medico davanti alla Commissione del Consiglio di salute pubblica della Repubblica Popolare di Serbia.

Grazie a questi certificati, Peric fu ammesso nel 1980 agli esami per l'ottenimento del diploma federale di medico (esami che però non ha superato), e si iscrisse ai seminari di specializzazione in terapia naturale e ozonoterapia che gli hanno permesso di conseguire gli attestati che ha poi esposto nel suo studio.

Veniamo alle lesioni gravi, che fanno riferimento a raccapriccianti atti medici effettuati da Peric nel novembre del 2009 su una paziente basilese. Atti che gettano ombre oscure sul personaggio e sulla sua assoluta mancanza di scrupoli.

Va ricordato che a quel momento Peric era già stato in carcere per diversi mesi in Ticino e che gli era stato vietato di esercitare terapie mediche invasive. Ma come se niente fosse accaduto, lui prende in cura una donna che soffre di forti dolori alle ginocchia provocati dall'artrosi e le pratica una “terapia neurale”: una cinquantina di iniezioni di procaina (potente anestetico per uso locale) nella zona della tiroide, alla schiena e sulle gambe, senza disinfettare la pelle e le proprie mani prima delle iniezioni e utilizzando il medesimo ago.

Nelle settimane successive la paziente lamenta forti dolori. Peric non demorde: le preleva del liquido dal ginocchio destro con una siringa e le pratica altre iniezioni di procaina e una ossigeno-terapia, senza accorgersi che la donna è vittima di uno stato infettivo acuto. La vita della paziente è in pericolo e solo un intervento del suo medico curante la salva, grazie a una massiccia cura antibiotica.

Veniamo infine al reato di abbandono. Malgrado gli fosse vietato esercitare terapie mediche invasive e malgrado fosse stato in carcere preventivo dall’aprile al settembre del 2007 Peric ha, secondo l’accusa, esposto a pericolo di morte o perdita della salute un numero imprecisato di persone delle quali doveva avere cura essendosi proposto loro come medico e avendo praticato terapie altamente invasive.

Si parla in questo capitolo di inadeguatezza o assenza dei rilievi anamnestici e di verifiche delle condizioni cliniche dei pazienti; di totale assenza della tracciabilità delle procedure seguite; di assenza di procedure adeguate per la disinfezione e la sterilità di ambienti e strumenti; di iniezioni di dosaggi importanti di procaina, sostanza che influenza il sistema nervoso centrale e di conduzione cardiaco, e che può provocare complicazioni letali; di totale inosservanza delle raccomandazioni da parte della ditta produttrice del farmaco; di errata manipolazione dell'apparecchio di ozonoterapia, con contaminazione di sangue sulla valvola di aspirazione dell'ossigeno e sulle parti meccaniche dell'apparecchio, con grave rischio di contaminazione per i pazienti di malattie come epatiti e AIDS.

Secondo gli inquirenti, Peric ha esposto a pericolo di morte o a grave pericolo di perdita della salute le persone con cui aveva instaurato un radicato rapporto di fiducia pluridecennale, e che continuavano a sottoporsi alle sue terapie perché non erano venute a conoscenza  del suo arresto o, pur avendo saputo dell'arresto, continuavano a crederlo medico.

Ecco, questa è l’incredibile storia criminale del “dottor” Vidoje Peric.

In una nota del 2011, l’avvocato Tuto Rossi, allora legale di Peric, scriveva: “Il signor Vidoje Peric aspetta serenamente ma soprattutto in libertà il dibattimento a suo carico e invita la stampa a verificare le notizie secondo la regola canonica di ascoltare anche la parte avversa".

emmebi

 

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