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27.01.2015 - 18:280
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

METANORD - Bobbià: "Diamo nuova energia all'energia!"

"Un suggerimento: creare, da subito o almeno con l’inizio della prossima legislatura 2015-2018, un “tavolo energetico” composto da tecnici e politici, presieduto da AET"

CAMORINO - E’ iniziata, in Svizzera, la difficile contesa energetica in proiezione 2050. I politici nazionali hanno affrontato il complesso problema durante l’ultima seduta del Consiglio Nazionale. Parlo di contesa energetica poiché tale è. Le informazioni che ricevo puntualmente dalla sede centrale di Zurigo della nostra Associazione Svizzera dell’Industria del Gas (VSG/ASIG) riferiscono infatti di un dibattito impegnativo, ma anche confuso, con maggioranze altalenanti e con pochi obiettivi condivisi. Un misto di politica, interessi di parte ed ecologia che mi appassiona molto malgrado la poca esperienza settoriale sin qui acquisita.

E’ ben vero che la necessità di definire i vettori energetici più idonei per il futuro della Confederazione travalica spesso gli steccati di Partito a causa della implicita riflessione ecologica/ambientale. Assicurare la necessaria quantità di energia per lo sviluppo (industria, progresso, ecc.) e la garanzia dell’approvvigionamento, senza penalizzare troppo l’ambiente, rinunciando pure progressivamente al vettore nucleare, non è evidentemente un’equazione facile. C’è poi, secondo me, quel vezzo tipico svizzero di voler sempre essere i primi della classe anche quando la nostra incidenza ambientale nel contesto europeo/mondiale è ben poca cosa. Giusto fare bene le cose; sbagliato non tener conto di un necessario equilibrio tra le esigenze economiche e quelle ecologiche. 

Un solo esempio riferito al sussidiamento delle rinnovabili. Germania e Italia, dopo aver erogato costosissime sovvenzioni che hanno “dopato” il mercato energetico, tirano i remi in barca. Si sono rese conto che il rapporto costi-benefici ecologici non stava in piedi. Le energie rinnovabili sono il futuro, ma il futuro non è per domani se si tiene conto delle quantità necessarie per sostituire le energie nucleari e fossili. Attenzione anche a rendere allettanti artificialmente soluzioni molto costose di risanamento coatto delle costruzioni esistenti. Il problema, come ben si comprende, è di natura tecnica, finanziaria e politica.

Le Commissioni tecniche nazionali, nelle quali sono rappresentati anche i Cantoni, non sono riuscite a dare alla politica chiari indirizzi, tali da facilitare le scelte. Varrebbe la pena, a parer mio, di riflettere meglio sull’attuale politica energetica e climatica, caratterizzata da sovvenzioni, prescrizioni e sempre maggiori divieti. E’ giunto il momento di passare da una politica di promozione, che ha mostrato tutti i suoi limiti, ad una politica di incentivazione condivisa che dovrebbe evitare le note distorsioni penalizzanti della concorrenza. E’ giusto nondimeno rilevare che il Ticino, a differenza di molti altri Cantoni, già dispone di un suo piano energetico (PEC). Un documento certamente importante e valido, elaborato a più mani, che però sta “soffrendo” parecchio nei cassetti, in attesa di una decisa adozione da parte della politica. Se il Consiglio di Stato prima ed in Gran Consiglio poi decideranno di condividere le norme principali contenute nel PEC, ecco che saranno pronti al momento della ricaduta sui Cantoni delle decisioni nazionali, che mi par di capire non saranno chiare.

E arrivo, proprio per questo, ad un suggerimento: creare, da subito o almeno con l’inizio della prossima legislatura 2015-2018, un “tavolo energetico” composto da tecnici e politici, presieduto da AET che in questo particolare momento dovrebbe svolgere un maggiore ruolo attivo. Il vantaggio sarebbe evidente; dare alla politica indicazioni di tipo energetico e strategico che attualmente non ci sono. La conseguenza è che i rappresentanti dei rispettivi vettori energetici (elettricità, olio combustibile, teleriscaldamento, gas naturale, termopompe, solare) cercano di accaparrarsi una fetta di mercato ognuno a modo suo e non sempre rispettando le necessarie regole deontologiche. In altre parole, migliorare l’attuale mercato piuttosto disordinato che potrebbe invece essere regolato nell’interesse di tutti, in primis del cittadino, a cui verrebbe offerta la migliore energia, anche la più vicina e la meno costosa.
Vantaggi anche per lo Stato, che vedrebbe meglio regolato il flusso energetico all’insegna del risparmio ma anche in quantità sufficiente per garantire al Cantone ulteriore crescita al migliore costo ecologico. Insomma, provare a fare squadra per far quadrare i conti energetici senza rinunciare alle comodità e alla buona qualità di vita attuale.

 

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