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23.03.2015 - 08:340

Dai santini ai manifesti, dai banner agli scambi di voto, dagli aperò alla "beltrasagoma"... Pagellone agli strumenti di propaganda elettorale

Lettere, raccomandazioni di voto, newsletter, striscioni, gadget, auto decorate... Così i candidati cercano di ottenere visibilità e consensi. E quali mezzi funzionano di più

di Marco Bazzi

LUGANO – In attesa di vedere pubblicati i resoconti dei finanziamenti superiori ai 10'000 franchi (e l’identità dei finanziatori) di cui hanno beneficiato i candidati alle elezioni cantonali proponiamo un pagellone tra il serio e il faceto sugli strumenti e i sistemi di comunicazione, classici e innovativi, utilizzati in questa campagna.
Premettendo che la differenza tra successo e insuccesso la faranno anche e soprattutto: la vostra faccia, la vostra simpatia, la vostra notorietà, il vostro cognome, le cose che saprete dire, come le direte e su quali media le avrete dette, i vostri slogan, il partito per cui correte, la concorrenza che avete sulla vostra lista… E molti altri imponderabili fattori, tra i quali non va esclusa la fortuna.
Scala di voto da 0 a 10.

Manifesti – Strumento di comunicazione classico, sempre efficace se ben distribuito sul territorio, ma piuttosto costoso: più ne metti più spendi e si parte comunque da cifre a 4 zeri. Voto: 8

Santini – Non se ne può fare a meno. Costano poco e rendono molto. Però non bisogna lasciarli nel cassetto: in ogni occasione (pubblica o privata) vanno distribuiti a iosa. Santinare, insomma. Molti finiranno tra la carta straccia, ma se convincete il potenziale elettore con una buona dose di simpatia può darsi che lo tenga e si ricordi di voi quando dovrà compilare la scheda. Consiglio: evitate di metterli sui parabrezza delle auto posteggiate perché è come dire: “Non votarmi”. Voto: 9

Banner – Strumento di comunicazione molto efficace (oggettivamente, e non solo per tirare acqua al nostro mulino) in quanto permette a candidati e partiti una prolungata visibilità a costi molto contenuti, andando oltre la semplice comunicazione di immagine, grazie al rimando a siti web o profili Facebook. Voto: 8

Lettere di presentazione – Altro strumento classico. Efficace se ben calibrato: bisogna trovare il tono giusto per scrivere alle persone, altrimenti si diventa invasivi o mitomani. Alto rischio di effetto boomerang, tipo “Ma questo cosa vuole da me che nemmeno lo conosco?”. Da considerare che la maggior parte della gente s’incazza quando trova la bucalettere piena di “spam”. Voto: 6,5

Cartelloni luminosi – Non sono gratis, anzi!, ma sono la mania degli ultimi anni. Solleticano il narcisismo, ma sono intasati di pubblicità, per cui i messaggi girano troppo velocemente. Funzionano se la gente è ferma in colonna. Altrimenti, se ti va bene quando passi via con l’auto vedi quello giusto una volta su venti. Però colpiscono, anzi, di notte accecano. Voto: 7

Inserzioni sui quotidiani – Costano decisamente troppo rispetto a quello che rendono, il che vale in generale per tutta la pubblicità sui giornali (ma il Ticino scopre sempre le cose con un ritardo medio di dieci anni rispetto al resto del mondo). Hanno impatto a partire dal quarto di pagina in su, ma il quotidiano dura un giorno e poi finisce nella carta straccia. Ti dicono: abbiamo centomila lettori. Sarà, ma quanti di loro sfogliano l’intero giornale? E quanti fanno caso all’inserzione? Voto: 6,5

Inserzioni sulle riviste – Molto meglio: costano meno, raggiungono un pubblico più attento, e le riviste hanno una durata di lettura più lunga. Lo stesso vale per i settimanali. Voto: 8

Aperitivi – Possono essere aperti, e allora coinvolgono molte persone, o chiusi, destinati a una cerchia di amici o conoscenti. Nel primo caso costano parecchio, e occorre che l’organizzatore sia una personalità politica di rilievo, altrimenti rischia la depressione se all’aperò si presentano solo quattro gatti. Nel secondo caso non servono a molto. Sono momenti di aggregazione divertente, ma non è che moltiplicano i voti. Servono più che altro ai candidati come auto-conferma: “Hai visto quanta gente c’era al mio aperò?!”… Però poi resta il dubbio: “Ma quanti di quelli che hanno bevuto a scrocco mi voteranno?”… Voto: 6

Newsletter – Troppo intellettuali e macchinose. Devi mandarne centomila per far sì che la leggano in cento. Strumento di comunicazione limitato a cerchie di fans o di persone che probabilmente hanno già deciso di votarti. Come nella pubblicità sono strumenti assolutamente inefficaci se non si basano su grandi numeri (da 100'000 in su). Voto: 5

Sagoma cartonata – È l’ultima trovata di Paolo Baltraminelli. Colpisce, ma non è che puoi piazzarla agli angoli delle strade. Va bene per luoghi chiusi dove ci sono raduni di persone, ed è anche decisamente ingombrante. Il ministro, che se la porta a casa, ha confessato che la sua donna delle pulizie saluta la “beltrasagoma” quando se la trova davanti. Rischio: che qualcuno te la rubi e la usi come bersaglio (ma non pensate male: i cacciatori non sparano alle sagome di cartone). Voto: 8 (di simpatia).

Vettura decorata – Piuttosto giovanile. Non male come formula, anche se fa un po’ “looser” (leggi sfigato). Voto: 6,5

Bustine di zucchero – Mah… dopo che l’hai aperta e hai “condito” il caffè cosa ne fai? Te la metti in tasca? Troppo piccole per veicolare un messaggio. Più innovativi i cartoni per la pizza da asporto di Natalia Ferrara Micocci, ma a parte una sera alla Resega (quando le pizze le ha distribuite lei) non se sono visti tanti in giro. Alto rischio che gli esercenti di fede politica avversaria o a cui non stai simpatico mandino tutto al macero o usino bustine e cartoni soltanto dopo il 19 aprile. Voto: 5,5

Striscioni – Se sono selvaggi rischi che qualcuno ti faccia le pulci (vedi la recente disavventura di Norman Gobbi in quel di Castel San Pietro). Se sono su aree autorizzate possono avere un senso, anche se rischi che qualche vandalo (o qualche avversario politico) li faccia sparire o ne faccia scempio. Com’è successo in questi giorni al candidato Marzio Lombardi. Voto: 6,5

Scambio di voti – È un classico delle campagne elettorali ma è un sistema decisamente illusorio: non avrete mai le prove e la certezza che chi vi giura un favore manterrà la promessa. E voi lo farete? Alto rischio di rimanere gabbati. Anche se il costo è zero, quindi tentar non nuoce. Ma siate onesti. Voto: 6,5

Comunità straniere – Un altro fenomeno a costo zero piuttosto diffuso è la ricerca di pacchetti di voti all’interno di comunità straniere, dove i “capi clan” sono ancora ascoltati dalla base. Chi riesce ad accreditarsi in questi gruppi come candidato può ottenere dei buoni risultati. Voto: 8

Raccomandazioni di voto – Far parte di un gruppo o di un’associazione importante può avvantaggiare (ma attenzione, anche svantaggiare) un candidato. Pescatori, cacciatori, industriali, ecc, indicano chiaramente i candidati che sostengono. Anche qui in alcuni casi (vedi vicenda AIL a Lugano) c’è però il rischio boomerang. Voto: variabile, da 5 a 8 in base all’importanza dell’associazione

Gadget – Sono un ausilio al classico santino. Ma è difficile azzeccare quello giusto per evitare che finisca nel cestino poco dopo essere stato distribuito. Degno di rilievo è quello del deputato Franco Celio: una molletta con la scritta “per non perdere la R” (intesa come l’anima radicale del PLR). Voto 7 (se ben fatti)

Conferenze (e comunicati) stampa – Sono un vantaggio che hanno i ministri uscenti o i candidati che ricoprono ruoli di rilievo in associazioni importanti (sindacati, per esempio). Ma possiamo dirvi sinceramente una cosa? Non ne possiamo più di conferenze stampa. Basta: ci avete rotto! Voto: 6 

Dibattiti e conferenze – In questa campagna dibattiti e conferenze sono diventati una mania e la maggior parte sono andati deserti o quasi. Di solito ci trovi più candidati che pubblico. Hanno senso solo se poi i media ne parlano, ma allora ci vogliono relatori di fama e che dicano cose interessanti. Come le conferenze stampa, hanno stufato: non vediamo l’ora che venga il 19 aprile… Voto: 5

Lettere ai media – Negli ultimi due mesi ai giornali e ai siti web ne sono arrivate a valanghe. Sembra di vivere in una società di grafomani e di tuttologi. Se si azzecca l’argomento e si scrivono cose illuminanti (ma è raro) possono aiutare in visibilità e portare voti. Ma attenzione all’effetto boomerang: la gente è meno stupida di quanto molti candidati pensino. Voto: da 4 a 8 a dipendenza di cosa si scrive

 

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