Schedagate, Viscardi: "Kauz lasci il Consiglio comunale". Jelmini: "Episodio grave"

LUGANO – “Al di là del reato penale, che dovrà essere accertato, questo comportamento denota una totale mancanza di etica e di cultura politiche”. Giovanna Viscardi, deputata e presidente della Sezione PLR di Lugano condanna senza mezzi termini il comportamento del “suo” consigliere comunale Michele Kauz, il candidato al Gran Consiglio sotto inchiesta per frode elettorale e incetta di voti.
E anticipa: “Credo siano venuti a mancare i presupposti per la sua permanenza in Consiglio comunale”.

La vicenda della foto (che pubblichiamo per la prima volta) di una pila di 14 schede ufficiali per il Gran Consiglio inviata ieri da Kauz alla candidata dei Verdi Cristina Fusi con il messaggio “queste sono le mie 30 schede che ti garantisco. Poi qualche altra tra amici e e-mail", ha fatto immediatamente scattare l’inchiesta del Ministero pubblico: ci sono ancora parecchi dettagli da accertare e dunque sarà impossibile arrivare a una decisione entro domani.

Va anche detto che ipotizzare dei reati non significa ancora condannare l’imputato dal profilo penale. A proposito dell’incetta di voti, il Tribunale federale nelle sue sentenze non ha indicato quante schede occorre “manipolare” per incorrere nel reato. Ha però indicato che compilare schede per altri è ammissibile nella cerchia famigliare. Bisognerà quindi capire a chi appartenevano le schede fotografate e compilate da Kauz. E accertare a quali altri candidati ha inviato la foto con la relativa “promessa di voto”.

Un punto importante: se la candidata dei Verdi che ha ricevuto la foto ha fatto spontaneamente, tramite Sergio Savoia, la segnalazione al Ministero pubblico, i candidati che sono a conoscenza di episodi del genere non hanno alcun obbligo di segnalazione all’autorità penale, e probabilmente nemmeno i deputati uscenti, essendo episodi che non rientrano nell’esercizio delle loro funzioni politiche.

Ma torniamo a Viscardi: “Appellarsi alla buona fede in casi come questo dimostra anche una certa ignoranza politica. Kauz non è candidato per la sezione di Lugano perché la nostra commissione cerca non l’aveva ritenuto idoneo. A questo punto la mia del tutto personale considerazione è che molto probabilmente sono venuti a mancare anche i presupposti per sua permanenza in Consiglio comunale a Lugano. In ogni caso ne parlerò con il mio ufficio presidenziale mercoledì sera”.

Considerato che la sezione di Lugano, conclude Viscardi, “sta lavorando al fine di rendere la politica del PLR cittadino più trasparente, comportamenti come questi non sono certamente condivisibili e fanno malissimo all’immagine di tutto il partito”.

Sul caso si esprime anche il presidente del PPD Giovanni Jelmini, che fu tra i primi sostenitori del voto per corrispondenza.

“Questo episodio è grave e va condannato – dice -, come devono essere condannati altri episodi di malcostume elettorale, penso alla messa in vendita di schede o all’uso improprio di indirizzari. La stragrande maggioranza dei cittadini ticinesi sono però persone oneste, responsabili, mature e in grado di utilizzare il proprio diritto di voto in modo libero e democratico”.

Bisogna sanzionare senza sconti di pena chi fa della frode elettorale, aggiunge Jelmini, “ma non bisogna penalizzare un’intera popolazione che, come detto, si comporta in modo corretto e leale. L’insulto peggiore che si può fare ai cittadini è infatti considerarli immaturi e disonesti. Il voto per corrispondenza è in vigore in tutti i cantoni svizzeri da anni e il Ticino non è meno maturo o responsabile. Personalmente mi spaventano quelle persone o quei partiti che vogliono limitare la libertà dei cittadini e che in un certo senso li vogliono mettere sotto tutela perché non li considerano in grado di usare questo strumento democratico. Una società non deve guardare indietro ma avanti, correggendo semmai le storture che vengono alla luce”.

emmebi