ULTIME NOTIZIE News
Politica e Potere
13.06.2015 - 08:590
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Congresso PS, i candidati al Nazionale si presentano. Carobbio: “Basta personalismi” Ghisletta: “I bilaterali? Una menzogna”

Alla presenza di Alain Berset, gli otto candidati socialisti si sono presentati alla gremita sala. Temi centrali: lavoro, ambiente, ma anche la crisi interna e l’appello alla compattezza

RIVERA – Si è aperto questa mattina a Rivera il Congresso elettorale del PS in cui, alla presenza del consigliere federale Alain Berset, accolto con un caloroso applauso, si sono presentati gli otto candidati socialisti al Nazionale: Bruno Storni, Evaristo Roncelli, Igor Righini, Lara Robbiani Tognina, Mixaris Bianchera- Pérez Concepcion, Pietro Bianchi, Raoul Ghisletta e la consigliera uscente Marina Carobbio Guscetti.

Nel Ticino di oggi, i temi centrali dei discorsi sono stati il lavoro e le sue problematiche legate al dumping, al precariato, all’installarsi di aziende poco virtuose; l’ambiente, con l’aumento del traffico e tematiche ‘calde’ come il raddoppio del Gottardo. Ma nelle parole dei candidati ha trovato spesso spazio anche un appello all’unità delle sinistre, all’abbandono di personalismi, litigiosità e divisioni. La compattezza è infatti la condizione necessaria per contrapporsi alle destre e riuscire a recuperare quel secondo seggio perso quattro anni fa.

Carobbio: "I socialisti e le forze pogressiste ticinesi hanno bisogno di un progetto collettivo. Basta con i personalismi"

Temi e appelli che sono stati anche quelli della consigliera nazionale uscente Marina Carobbio Guscetti: “I problemi del Ticino sono seri. Sono quelli di un mondo del lavoro sempre più precario, dove gli interessi dell’economia sono anteposti a quelli dei lavoratori e delle lavoratici. Quelli di un cantone con un reddito al sotto della media svizzera, ma con pigioni e premi cassa malati che aumentano. Oggi più che mai questo cantone ha bisogno di socialismo, di più giustizia sociale, di una migliore redistribuzione della ricchezza e delle risorse, di uno sviluppo sostenibile che salvaguardi il territorio. Il nostro Cantone ha bisogno di tornare ad investire in competenze e conoscenza, ma anche in più solidarietà e più accoglienza, perché la chiusura non è la risposta”.

Le forti pressioni a cui, per conformazione e libera circolazione, il nostro Cantone di frontiera è esposto, vanno affrontate, ha aggiunto, “con indispensabili misure interne, come una generalizzazione dei contratti collettivi con salari minimi vincolanti, un rafforzamento dei diritti dei lavoratori e maggiori sanzioni verso quegli imprenditori e quelle imprese che ne approfittano sulle spalle dei lavoratori e delle lavoratrici. Ma senza mettere i lavoratori gli uni contro gli altri. E senza far credere che i contingenti o la chiusura risolvano i problemi dei bassi salari o della sostituzione di manodopera residente”.

In questo momento però, agire, “convincervi che è possibile cambiare qualcosa non è un compito facile. Non è facile perché io so che voi siete disorientati”. Chi è impegnato nel quotidiano, prosegue, vuole “una sinistra e un fronte progressista forte. Un partito socialista capace di opporsi alle pericolose derive della destra. Una sinistra che la smetta di litigare al suo interno e che sia più vicina alla popolazione e ai suoi problemi”. Ma c’è bisogno di un “progetto politico collettivo che deve nascere dal basso e dalla partecipazione di tutte e tutti color che condividono questi valori e che vada oltre i personalismi. E’ quanto ha bisogno il partito socialista, ma anche le forze progressiste e il Ticino oggi”.

“Noi, socialiste e socialisti del Ticino – aggiunge –,dobbiamo tornare ad essere un soggetto e un interlocutore politico forte, per poter essere di fatto l’alternativa a chi vuole un cantone sempre più chiuso su stesso”.

Mentre “questo quadriennio è stato caratterizzato da una rappresentanza a Berna sbilanciata e che non corrisponde necessariamente alle scelte della popolazione ticinese e soprattutto che non sa rispondere ai bisogni di questo paese come quelli nel mondo del lavoro”.

Carobbio ha fatto poi riferimento o tematiche e proposte concrete avanzate a Berna per risolvere le problematiche del Ticino. “Il loro esito dipende anche da un partito socialista forte e di una maggioranza progressista, che per essere tale deve passare da un rafforzamento della nostra presenza a Berna. La riconquista del 2. Seggio al Consiglio nazionale non è impossibile. Dipende da noi. Dalla nostra forza di farci capire. Dalla nostra capacità di essere presenti accanto a chi questi problemi li vive quotidianamente”.

Ghisletta: "I bilaterali sono una menzogna. La gente è stufa: non vuole chiacchiere, ma soluzioni concrete"

“Per fortuna, la storia e la politica non si fermano. Dalle peggiori situazioni ci si può sempre rialzare”, ha incitato Raoul Ghisletta citando alcune strofe di ‘People have the power’, di Patty Smith.

Una citazione arrivata al termine di un discorso in cui Ghisletta ha ribadito le posizioni critiche sull’Europa e i bilaterali espresse dopo il 19 aprile. “La mia candidatura non si rivolge ai liberisti e agli eurocrati di Bruxelles, che in queste settimane stanno svendendo l’Europa agli Stati Uniti. E nemmeno si rivolge ai vertici elvetici, che stanno trattando segretamente l’accordo  TISA per la liberalizzazione dei servizi pubblici e privati nei principali paesi del mondo”. Come non “si rivolge agli eurofanatici regionali, che fanno finta di non vedere la scandalosa liberalizzazione del mercato del lavoro”.

Questi, ha incalzato, “continuano a raccontarci che gli accordi bilaterali sono un vantaggio per tutti. Questa ovviamente è una menzogna: come tutti gli accordi economici, gli accordi bilaterali sono un vantaggio per chi ne approfitta e sono uno svantaggio per chi viene fregato. La messa in concorrenza senza regole della forza lavoro penalizza i lavoratori meno qualificati e le persone in basso alla scala sociale. Oggi in Ticino varie categorie vedono diminuire i salari. La distanza salariale tra Ticino e Svizzera aumenta sempre più”.

In un contesto simile “alla gente non interessano le chiacchiere  inconcludenti. Ai cittadini interessano le misure concrete ed io sono una persona concreta. I ceti popolari, e non gli euro-approfittatori, devono essere il punto di riferimento principale del Partito socialista: i ceti popolari hanno bisogno di soluzioni concrete e radicali per risolvere i loro problemi”.

Ghisletta ha quindi citato le proposte preparate insieme ad altri compagni, che verranno presentate e discusse alla conferenza cantonale PS del 21 giugno e che saranno la condizione “imprescindibile per la continuazione degli accordi bilaterali in Ticino. In caso contrario, combatteremo la libera circolazione delle persone”.

Infine, rivolgendosi al rappresentate presente in sala, Alain Berset, Ghisletta non ha risparmiato una stoccata a Berna. “Vorrei dire al Consiglio federale: state bene attenti, se un cancro attacca il piede e se non lo si cura, un domani non troppo lontano la malattia fermerà anche il cuore. Il piede è il Ticino e il cuore è Berna”.

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
Tags
ticino
carobbio
ghisletta
bisogno
lavoro
personalismi
nazionale
lavoratori
berna
problemi
News e approfondimenti Ticino
© 2024 , All rights reserved