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16.06.2015 - 08:290
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

METANORD – Bobbià: “Ecco quali difficoltà e prospettive per il settore energetico e del gas naturale”

“L’energia non è solo una questione economica, ma anche politica. L’abilità nelle prossime scelte sarà quella di trovare un intelligente compromesso tra le primarie necessità della popolazione, quelle di valenza economica e quelle di contenuto ambientale”

di Edo Bobbià*

Un quarto dell’energia consumata in Europa proviene dal gas; una fonte in continuo sviluppo negli ultimi decenni, sia per gli usi domestici e industriali, sia per la generazione di elettricità. 

L’energia non è solo una questione economica, ma anche politica. Infatti tutti i Governi nazionali sono impegnati nel garantire che un’eventuale interruzione delle forniture non si traduca in vasti danni economici e sociali. Non si pensa mai a questa ipotesi.

Gestire le relazioni con i paesi fornitori e con quelli di transito rappresenta dunque una priorità in grado di influenzare per decenni la politica estera dei principali Stati europei. Per la sua accettabilità ambientale (produce emissioni di gas serra relativamente basse), per la sua forza, per la sua versatilità funzionale (può essere impiegato per usi domestici o industriali, per la produzione elettrica come nella mobilità), il gas naturale è destinato a diventare un combustibile sempre più centrale nella vita quotidiana e globale. Le fonti rinnovabili condividono le caratteristiche di essere disponibili ma in modo diverso, in quantità non costanti. Il vento può esserci o non esserci, le nuvole possono diminuire l’irradiamento, le biomasse crescono secondo l’andamento delle stagioni. Ecco dunque l’ipotesi operativa, sempre più presente in Svizzera, che chiama il gas naturale nel ruolo di comprimario a sussidio di energie migliori ma incostanti.

L’energia è la capacità di un corpo o di un sistema di compiere lavoro, ossia di trasformare qualcosa in qualcosa di diverso all’interno di un ambiente. Avere a disposizione grandi quantità di energie significa in primo luogo moltiplicare la capacità produttiva del lavoro umano. Anche in Ticino abbiamo bisogno di tanta energia per garantire l’attuale esteso benessere e per continuare a crescere. Ma dopo la quantità, occorre considerarne la qualità.

L’abilità nelle prossime scelte politiche sarà appunto quella di trovare un intelligente compromesso tra le primarie necessità della popolazione, quelle di valenza economica e quelle di contenuto ambientale. Un compito tanto importante quanto determinante per il futuro del nostro Cantone.              

Come certamente saprete, il mondo energetico è in subbuglio al punto tale che nessuno osa più parlarne in proiezione futura. Come dire, nessuno sa cosa succederà, a causa delle tante variabili in gioco.     

Certo che il tracollo del prezzo del greggio da 110 a 51 dollari il barile, registrato lo scorso anno, ha scombussolato le scelte che sembravano destinante ad avere successo. Ad esempio la progressiva sostituzione dell’olio combustibile con il gas naturale, o altri vettori rinnovabili, si è momentaneamente rallentata per i bassi costi promossi dai petrolieri.

La liberalizzazione del mercato elettrico per grandi consumatori inoltre, sta mettendo a dura prova le vendite da parte dell’Azienda elettrica ticinese (AET). Soffre anche delle proposte dalla Germania che produce energia con il carbone, oramai sceso a prezzi bassissimi ma con un alto tasso inquinante, che rappresenta comunque ancora 1/3 dei consumi energetici globali (= 5 milioni di t).          

Quindi, per concludere, anche in Ticino si imporranno delle scelte difficili.

Personalmente ho più volte auspicato che il Consiglio di Stato crei un “tavolo energetico”, composto da tecnici e politici; un gremio ristretto con funzione consultiva, in grado di suggerire le migliori soluzioni.       

Come proposto recentemente dal Consiglio federale si potrebbe/dovrebbe altresì valutare la creazione di un sistema di stoccaggio ossia di riserve di gas naturale che possano essere immesse sulla rete per far fronte alle variazioni della domanda o quale riserva strategica.

*Direttore Metanord SA

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