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Cronaca
09.02.2016 - 08:220
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Caso Turba a Lugano, Carlotta Zarattini: "Contro di noi accuse false e accanimento. Siamo in regola ma qualcuno vuol farci chiudere"

La presidente dell'associazione culturale dopo l'ultimatum al Municipio: "Non facciamo quasi mai concerti amplificati e nelle rare eccezioni abbiamo sempre chiesto il permesso alla polizia rispettando gli orari"

LUGANO - “Le accuse che ci vengono mosse sono false e siamo stanchi di questi attacchi”. È la reazione di Carlotta Zarattini, presidente dell’associazione culturale Turba, ai microfoni di Radio Fiume Ticino, dopo l’ultimatum inviato nei giorni scorsi al Municipio del legale della Curia e dei vicini. Ultimatum rivelato da liberatv (leggi qui).

“Siamo contenti – ha aggiunto Zarattini - che giovedì scorso, per la seconda volta, l’Esecutivo ci abbia difeso, sconfessando chi, come mi è stato scritto esplicitamente, vuole solo farci chiudere. Notifica e licenza sono in regola. E i locali pure: un anno fa, quando abbiamo deciso di costituire l’associazione, siamo andati al Dicastero dell’edilizia privata e, una volta ottenuta l’autorizzazione, abbiamo seguito sino in fondo tutta la procedura ordinaria”.

Ci abbiamo messo otto mesi per mettere in sicurezza la struttura, a spiegato la presidente dell’associazione culturale, e “questo accanimento nei nostri confronti ci lascia davvero interdetti”.
Secondo lei, negli ultimi mesi ci sono stati diversi tentativi, più o meno espliciti, di costringere il circolo alla chiusura. Partendo dai molti interventi della polizia, chiamata da alcuni vicini. Ma ci sono anche stati scambi di e-mail minatorie e infine la diffida del Municipio del luglio scorso.

“È vero la diffida c’è stata – ha confermato Carlotta Zarattini all’emittente locarnese – ma è stato un confronto positivo. Abbiamo accettato di insonorizzare alcune stanze per diminuire i rumori. Da settembre a febbraio la polizia è venuta altre tre volte, ma non ha mai avuto nulla da eccepire”.

Continuano a dirci che il problema è il rumore, conclude, “ma noi non facciamo quasi mai concerti amplificati e nelle rare eccezioni abbiamo sempre chiesto il permesso alla polizia rispettando tassativamente gli orari: alle 23 si spegne tutto. In più, i nostri vicini, malgrado i tentativi, non ci hanno mai permesso di verificare se nelle loro case si senta davvero qualcosa”.

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