Politica e Potere
23.10.2016 - 10:170
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41
Attilio Bignasca sul "caso Iene": "Nell'edilizia ticinese i frontalieri c'erano ben prima della libera circolazione e ci saranno anche dopo Prima i nostri. I problemi li portano le ditte italiane che assumono e stipendiano personale frontaliero al 50% ma
Il coordinatore della Lega: "Ad esplodere non è stato il numero di frontalieri impiegati nell’edilizia. L’impennata c’è stata nel terziario, dove la forza lavoro d’oltre confine soppianta i residenti”
LUGANO – Il coordinatore della Lega, Attilio Bignasca, prende posizione oggi sul Mattino in merito al “caso Iene”. Un caso al quale il Caffè ha dato ampio spazio domenica scorsa, pubblicando i dati dei frontalieri e dei lavoratori distaccati assunti dalla Bilsa, impresa della famiglia Bignasca.
“La Bilsa e le altre società di cui sono contitolare – scrive il leader leghista - sono attive nel ramo dell’EDILIZIA. Io lavoro con i frontalieri da 55 anni, quindi da assai prima della libera circolazione delle persone. Nel settore dell’EDILIZIA la manodopera frontaliera è sempre stata complementare a quella residente e non ha mai creato problemi particolari, tanto più che si tratta di un settore molto regolamentato da contratti collettivi di lavoro”.
Poi aggiunge: “I problemi in quest’ambito li portano semmai le ditte italiane che assumono e stipendiano personale frontaliero al 50% ma poi lo fanno lavorare al 100%; il problema sono semmai architetti ed ingegneri frontalieri pagati 2000 franchi al mese. Ma una certa percentuale di manodopera d’oltreconfine nel settore edile ticinese è necessaria. Questo nessuno l’ha mai messo in discussione; nemmeno la Lega ed il Mattino. Infatti, con la devastante libera circolazione delle persone, ad esplodere non è stato certo il numero di frontalieri impiegati nell’edilizia, che è rimasto più o meno costante. L’impennata c’è stata nel terziario, dove la forza lavoro d’oltre confine soppianta i residenti”.
In Ticino, conclude Bignasca, “i frontalieri nell’edilizia c’erano prima della libera circolazione e ci saranno anche con Prima i nostri”.
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