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Cronaca
22.07.2017 - 11:580
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Storia di un ragazzo che sognava di fare il pilota... E che oggi molti vorrebbero alla testa di Lugano Airport. Maurizio Merlo racconta la sua carriera aeronautica, da Crossair a Swiss, da Darwin a Etihad... E il rapporto con i personaggi che l'hanno segn

Merlo non chiude nessuna porta, ma alla vigilia del suo 55esimo compleanno, dopo 14 anni alla direzione della Darwin, dice di aver bisogno di almeno due settimane per ‘decantare’, per metabolizzare la fine di una delle storie più importanti della sua vita professionale. Ha bisogno di smaltire l’adrenalina accumulata negli ultimi mesi, cruciali per il salvataggio della compagnia ticinese. E di gestire la nostalgia che lo ha accompagnato in queste ultime ore, anche oggi, quando è tornato nel suo ufficio a por

di Marco Bazzi

Qualcuno ha giustamente pensato che adesso Maurizio Merlo dovrebbe prendere in mano le redini di Lugano Airport. La coincidenza temporale è perfetta. Il termine del suo rapporto di lavoro con Darwin - in seguito alla cessione delle quote di Etihad alla compagnia slovena Adria Airways (leggi qui) - coincide con l’uscita di scena di Alessandro Sozzi e le dimissioni di tre consiglieri di amministrazione di Lugano Airport.

Merlo non esclude nulla, non chiude nessuna porta, ma alla vigilia del suo 55esimo compleanno, dopo 14 anni passati alla direzione della Darwin, dice di aver bisogno di almeno due settimane per ‘decantare’, per metabolizzare la fine di una delle storie più importanti della sua vita professionale. Ha bisogno di un po’ di vacanza, di staccare, di liberare la testa dai pensieri, di smaltire l’adrenalina accumulata negli ultimi mesi, mesi cruciali per il salvataggio della compagnia ticinese. E di gestire la nostalgia che lo ha accompagnato in queste ultime ore, anche oggi, quando è tornato nel suo ufficio a portar via le ultime cose…

Qualche idea su come rilanciare Lugano Airport ce l’ha. È convinto che l’aeroporto sia importante per l’economia e per il turismo, e che abbia un potenziale di sviluppo. “Il problema – dice Merlo - è che una volta per tutte si dovrebbe trovare una concordanza sugli obiettivi, sedersi a un tavolo e lavorare insieme per costruire qualcosa di bello e di solido. In questi anni noi di Darwin e la direzione dell’aeroporto ci siamo trovati troppe volte da soli...”.

Maurizio Merlo non è mai stato uno che ama i riflettori. Ha sempre lavorato in trincea, nelle retrovie, ma la sua carriera e la sua esperienza sono, in Ticino, un patrimonio che oggi nessuno ha. Vuole assolutamente rimanere nel mondo dell’aviazione e sogna di dirigere una compagnia aerea più grande, anche se non ha ancora nessun progetto definito all’orizzonte.
Ma si intuisce, dalle sue parole, che l’idea di prendere in mano Lugano Airport lo spaventa un po’ a causa della mancanza di chiarezza e di volontà politica che frena lo sviluppo dello scalo. Per non dire del clima di veleni che ha segnato gli ultimi due anni…

Vedremo, dice. Poi rievoca, in poche frasi, la sua carriera, iniziando dalla passione per il volo che aveva già da bambino, e che si concretizzò all’età di 26 anni, quando ottenne il brevetto alla scuola di volo ‘Avilu’.

“In seguito sono andato a San Francisco – racconta - e mi sono iscritto all’accademia aeronautica. Sono stato lì circa un anno e ho ottenuto la licenza di pilota di linea. Al mio ritorno in Ticino, nell’89, ho iniziato a volare per l’allora Crossair, fino a diventare comandante dopo quattro anni, e poi istruttore di volo. Formare piloti mi piaceva e alla fine l’Ufficio federale dell’aviazione mi ha attribuito anche la delega di esaminatore. Ricordo che nel 97 la Crossair mi mandò in Moldavia con alcuni colleghi, perché aveva venduto dei velivoli Saab a una compagnia appena fondata, e in quei mesi ho formato ex piloti militari dell’Armata Rossa. È stata un’esperienza fantastica”.

Merlo ha vissuto anche il primo crash di Crossair, quando 17 anni fa un aereo si schiantò in decollo da Zurigo. “Conoscevo bene il pilota – racconta -. Sono rimasto profondamente colpito da quella tragedia”.
L’anno dopo, nel 2001 ha vissuto la fusione dopo il fallimento della Swissair, con la Crossair che assorbì la compagnia di bandiera dando vita a Swiss.

“È stata dura integrarci con i colleghi di Swissair. Ricordo che organizzarono anche dei seminari di team building in baite di montagna, ma chi lavorava per Swissair, a noi di Crossair ci guardava spesso dall’alto in basso. Così nel 2003 ho deciso di lasciare Swiss perché per me il clima era diventato invivibile. Non avevo nessun posto di lavoro, ma un giorno mi chiamò Moritz Suter, ex patron di Crossair, e mi disse: Maurizio dobbiamo incontrarci. Ci vedemmo in un bar ad Ascona e mi raccontò il suo progetto di creare una compagnia a Lugano per operare su Ginevra. Dissi subito di sì. Ma contemporaneamente, era l’agosto del 2003, era iniziata la costituzione della Darwin, poi arrivò la Fly Baboo, e a quel punto Suter decise giustamente di fermarsi: sapevamo entrambi che una sola compagnia poteva sopravvivere operando quel collegamento”.

Così, Merlo approdò alla Darwin, iniziando la sua nuova avventura il 1° gennaio del 2004 e pilotando personalmente il primo volo su Ginevra nel luglio successivo. Fu responsabile della formazione, poi responsabile operativo e nel 2007 divenne direttore operativo della compagnia, quando presidente era ancora Sergio Ermotti, e infine, nel 2012, direttore generale.

“È stata un’esperienza arricchente lavorare con Sergio – dice -, che lasciò il timone a Emilio Martinenghi quando divenne numero uno di UBS. Ma sia Emilio, sia il vicepreside Fabio Parini, hanno saputo riprendere l’eredità di Ermotti e per me è stato umanamente e professionalmente molto bello lavorare con loro”.

Nel 2011 Darwin acquisì una parte del ramo aziendale di Fly Baboo e aprì una base anche a Ginevra. Ma occorreva trovare un solido partner strategico. Accadde due anni più tardi, quando Merlo e Martinenghi incontrarono il CEO di Etihad, James Hogan che condivise il loro progetto di creare una compagnia regionale che portasse passeggeri verso gli ‘hub’ sui quali operava Etihad. Nel novembre nel 2013, a Dubai, venne così presentata ufficialmente la Etihad Regional, e due mesi decollò il primo aereo con il nuovo brand.

“Per me – ricorda Merlo - si aprì un mondo nuovo: mi trovai proiettato in una grande compagnia e quella degli ultimi anni è stata un’esperienza impagabile”.

Il resto è storia degli ultimi mesi: il fallimento dell’accordo tra Etihad e Alitalia, ha indotto la compagnia araba a rivedere le sue strategie: “E noi siamo rientrati in questa ristrutturazione  - conclude Merlo -. Grazie agli azionisti svizzeri siamo comunque riusciti a salvare la compagnia, garantendo l’operatività su Lugano, tramite, appunto, l’accordo con Adria, che fa parte del gruppo Lufthansa”.



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