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Politica e Potere
04.10.2016 - 14:310
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Il PS lancia il guanto di sfida a Siccardi: "Rendi pubblici i profili dei lavoratori ricercati e i salari che paghi. Poi vediamo se è un problema di formazione..."

I socialisti sfidano l'imprenditore dopo le polemiche delle ultime settimane: " Ai “nostri” le porte vanno aperte in particolare offrendo loro salari in grado di garantire vite dignitose"

BELLINZONA - "Caro Siccardi, rendi pubblici i salari che paghi". È un guanto di sfida provocatorio quello che il PS lancia all'imprenditore, al centro di numerose polemiche nelle ultime settimane.

Siccardi, in alcuni interventi pubblici, aveva individuato nella scara formazione e in un ricorso troppo  comodo alla disoccupazione, i motivi per i quali molti ticinesi non trovano il lavoro.


E proprio da qui parte la provocazione del PS: "Durante gli ultimi giorni la stampa ha più volte pubblicato l’opinione secondo la quale il problema del lavoro in Ticino sarebbe legato alla formazione, sostenuta ad esempio dal patron della Medacta SA Alberto Siccardi. Questo genere di opinioni, sprovviste di dati e statistiche, sono finalizzate alla polemica e non contribuiscono a determinare né le cause né le soluzioni dei problemi del lavoro in Ticino."


"Il PS Ticino - prosegue la nota - ritiene che gli eventuali problemi di formazione in Ticino debbano essere dimostrati da chi li annuncia invece di fare l’oggetto di sterili polemiche. Inoltre, alle aziende che puntano ad assumere personale a basso costo e che lamentano un problema di formazione va ricordato il proprio ruolo formativo."
 
 
"Il Partito Socialista - si legge ancora nel comunicato - ritiene perciò necessario che gli imprenditoricome Alberto Siccardi, oltre alla loro opinione, rendano pubblici anche i profili professionali ricercati (quanti e quali) così come i relativi salari". Questi dati sono indispensabili per sapere se in Ticino c’è un reale problema di formazione o se al contrario il nocciolo della questione – che questo genere d’opinione intende celare – è il salario."

 
"Nell’anno accademico 2014/15 - scrivono ancora i socialisti - sono stati 847 gli studenti ticinesi iscritti ai Politecnici federali, di cui 659 al ETH di Zurigo, recentemente classificato al nono posto dei migliori istituti superiori al mondo. 601 gli studenti ticinesi in scienze tecniche: 103 in più di dieci anni fa. Alla Scuola universitaria professionale della Svizzera italiana (SUPSI), 295 ticinesi hanno seguito la formazione in « tecnologie innovative » e 314 in « ambiente, costruzione e design ». Delle formazioni che implicano un investimento del Cantone : per l’anno citato, per le sole borse di studio sono stati accordati 1.4 milioni per le formazioni al Politecnico, 1.05 per quelle universitarie professionali e 1.6 milioni per le formazioni nelle scuole tecniche universitarie d’Oltregottardo. A fronte di questi dati è indispensabile sottolineare come i salari in Ticino continuino ad essere sistematicamente i più bassi della Svizzera, con una differenza del 15-20% e un salario mediano inferiore di 1000 franchi rispetto al resto della Confederazione. In queste condizioni è facile capire come un giovane ticinese formato, per cui anche il Cantone ha fortemente investito, scelga un’opportunità professionale nel resto della Svizzera piuttosto che in Ticino. Il PS Ticino ritiene dunque che vi sia un ampio margine salariale su cui è imperativo agire per attrarre nel nostro Cantone i giovani che hanno seguito una formazione di qualità in Svizzera. Ai “nostri” le porte vanno aperte in particolare offrendo loro salari in grado di garantire vite dignitose."

 
"Alle aziende stabilite in Ticino, i cui responsabili lamentano dei problemi di formazione - termina il comunicato - il Partito Socialista ricorda il loro ruolo in questo ambito, soprattutto nel campo del tirocinio, visto che dei 10'000 giovani che seguono una formazione professionale più della metà sono apprendisti". Un eventuale deficit formativo, che va comunque dimostrato, non può essere imputato unicamente allo Stato, ma va anche attribuito alle aziende che, invece di formare i giovani, preferiscono puntare all’assunzione sistematica di personale sottocosto, o frontaliere, con l’unico scopo di massimizzare i profitti."
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