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05.04.2024 - 21:590
Aggiornamento: 07.04.2024 - 08:59

Tognola vs Pelli sui 'liberali malcontenti': "In quel di Palazzo Federale qualcuno faceva alzare i deretani dei propri eletti..."

"E indietro di gente, tanta gente, ne hanno lasciato. Donne e Uomini ai quali si sta rubando anche la semplice dignità dell’esistere, nemmeno del vivere"

di Guido Tognola *

1926, nasceva mio papà. 1926 un pugno di idealisti, nel nome di quel vero liberalismo laico, progressista e rivoluzionario, che un passato, prossimo futuro li avrebbe in parte visti anche nella fila repubblicane in quel di Spagna, fondava quello che fu il Partito Liberale Radicale Democratico Antifascista: non solo il coraggio delle idee, bensì il coraggio dell’essere, della chiarezza, dell’onestà intellettuale!

Immagino che ai tempi fossero dei giovani, e non solo, con la semplice illusione di un mondo migliore, semplicemente più giusto, semplicemente più bello, semplicemente più onesto. Erano tempi di ideali, forse romantici, sicuramente tempi non dettati da ipocrisie, interessi o mere bugie basate sull’ignoranza filosofica-politica dei molti che confondevano il Male delle riviste colorate naziste, o delle invidiate divise dei piccoli “balilla”, con la semplice voglia di libertà e di emancipazione per Tutti, indiscriminatamente.

Oggi certi “baronati” millantano avere coltivato quel confronto che invece già nel ’26 venne a mancare, ma che, per fortuna, fu determinante per la crescita del nostro Cantone con la riunificazione nel 1946 del PLRT e la relativa collaborazione con il Partito Socialista. Questo fino alla scellerata svolta neoliberista di fine secolo scorso.

In quel di Palazzo Federale qualcuno faceva alzare i deretani dei propri eletti per farli sedere a destra di quelli che storicamente venivano identificati come ”conservatori”, un tempo nemici giurati. Altri, riuscivano a definire la nascente LEGA come “costola” del PLR, per arrivare al culmine quando, nel 2019, qualcuno arrivò a chiedere a gran voce “l’espulsione” (con l’onta di una commissione disciplinare) di punti di riferimento storici all’interno del “partitone” quali Laura Sadis e Dick Marty, rei di avere sollecitato la necessità, attraverso l’uso democratico del voto, di sbarrare la strada ad una destra sempre più estrema e populista. In pochi ci siamo indignati!

Il paradosso del radicalismo poco Radicale, verrebbe da pensare. Tant’è. Nel solco del pensiero liberista della scuola austriaca si è promosso e giustificato un mondo sempre più pauperizzato (pochi ricchi ricchi, infiniti poveri), con il tipico atteggiamento paternalistico del “non lasceremo nessuno indietro”, mentre invece, girando le spalle, ridacchiavano pensando unicamente ai propri interessi di potere e mero danaro. E indietro di gente, tanta gente, ne hanno lasciato. Donne e Uomini ai quali si sta rubando anche la semplice dignità dell’esistere, nemmeno del vivere. Ecco forse il perché alcuni di noi, che credono ancora in un Domani, hanno fatto la scelta di ricominciare da capo, umilmente, nel nome di una vera Democrazia fatta di trasparenza, dignità, onestà, laicità e non da ultimo di Giustizia.

* segretario politico di Costituzione radicale

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