Paolo Attivissimo spiega come funzionano, chi c’è dietro e perché, nonostante tutto, “qualche pollo che ci casca c’è sempre”
LUGANO – Oltre che negli annunci di presunte ragazze in cerca di compagnia, su Facebook, e social network in generale o forum vari, capita spesso di incappare in sbalorditive proposte di concessione prestiti. Internet è letteralmente invaso da Paperon de Paperoni filantropi, e dalle scarse capacità espressive, disposti a prestare proprio a te, qualunque sia la tua solvibilità, cifre che vanno dai 2 mila ai 700 mila euro con un tasso di interesse di solo il 3%. Una truffa. Inutile dirlo. Eppure le offerte si moltiplicano, il mercato evidentemente c’è: qualche sprovveduto che ci casca lo si trova sempre.
Solitamente bersagliano le bacheche di vari gruppi presentandosi come dei privati che al contrario delle banche sono disposti ad aiutare anche chi non potrebbe dare garanzie e invitano a contattarli al loro indirizzo mail privato. Il tutto ovviamente in un pessimo italiano: “Buongiorno signore/signora. Privato Svizzera, francese o qualsiasi altro paese avevate bisogno di prestito di denaro tra privato per affrontare le difficoltà finanziarie infine per uscire dal vicolo cieco che causano le banche, con il rifiuto delle vostre cartelle di domanda di crediti, io vi offre un prestito di 2.000,00€ a 700.000,00€ ha ogni persona capabale di rimborsarlo al tasso di 3%.Nous facciamo prestiti per piccole imprese. Ecco i domini nei quali possiamo aiutarli: Finanziere, Prestito immobiliare, Prestito all'investimento, Prestito automobile, Debito di consolidamento, Margine di credito, Seconda ipoteca, Riacquisto di credito, Prestito personale. Allora non esitate a contattarlo ha [indirizzo mail privato] per ulteriori informazioni sulle mie condizioni ben favorevole. Grazie di farmi fiducia.”
Palesemente, dicevamo, una truffa. Ma come funziona, chi c’è dietro e perché comunque alcuni finiscono col cascarci non è così ovvio. Abbiamo perciò girato queste domande all’esperto informatico e smascheratore di bufale e raggiri on line Paolo Attivissimo.
Innanzitutto, come funzionano queste truffe?
“Come al solito ogni offerta troppo bella per essere vera probabilmente non lo è. In generale andare da uno sconosciuto a farsi prestare dei soldi è una mossa poco furba per chiunque. Quello che succede spesso è che si firmano delle condizioni con persone che non sono raccomandabili, come strozzini che poi richiedono pagamenti molto superiori a quelli che uno immagina. Oppure richiedono il versamento di un anticipo per coprire delle presunte spese legali e poi spariscono. Spesso infatti, anche se non esiste solo questo, uno dei meccanismi tipici dietro a queste truffe è proprio quello di ottenere dei soldi dalla vittima giustificandoli come essenziali per ottenere poi il prestito che ovviamente non verrà mai erogato. Perché in realtà non c’è nulla dietro a questa facciata.”
L’annuncio però dovrebbe risultare subito sospetto: oltre a non chiedere nessuna garanzia sembra anche palesemente scritto con l’aiuto di google translate. C’è davvero gente che riesce a fidarsi e ci casca?
“Sì purtroppo c’è sempre qualcuno che ci casca. A volte la disperazione gioca brutti scherzi e inoltre molta gente, quando si tratta di internet, non ha ancora sviluppato la capacità di riconoscere se una cosa è credibile o meno. Ma si tratta fondamentalmente di buon senso: se ci trovassimo di fronte alla stessa cosa per strada, cioè a uno sconosciuto che arriva e ci dice “hey! ti posso prestare dei soldi, ti faccio un interesse buono” normalmente scapperemmo a gambe levate perché sappiamo che si tratta di una truffa. Eppure quando succede in internet, per qualche strano motivo psicologico, non riusciamo a ragionarci sopra abbastanza per capire che c’è qualcosa che non va. C’è anche da dire che questi annunci sono scritti intenzionalmente con errori macroscopici e facilmente identificabili, perché in questo modo la pubblicità seleziona automaticamente i bersagli più ingenui. Paradossalmente se fosse un messaggio scritto bene e professionalmente rischierebbe di coinvolgere tante persone che dopo la prima presa di contatto capiscono, avendo un po’ di buon senso, che è chiaramente una fregatura. Invece, e fa parte delle strategie intenzionali di questi operatori della truffa per selezionare meglio le proprie vittime, per esser molto schietti, facendo dei messaggi intenzionalmente scorretti, soltanto gli stupidi abboccano. Attenzione però, non è una questione di istruzione scolastica, ma di buon senso perché ho visto gente di tutte le categorie sociali finire vittime di truffe di questo tipo. Si tratta di avere l’abitudine a riflettere prima di accettare proposte chiedendosi fondamentalmente: ma è credibile questa cosa? se è davvero così economico e conveniente come mai non lo fanno tutti?”
Ma se qualcuno, incuriosito magari, avesse semplicemente mandato una prima mail rischia già qualcosa?
“Molta gente teme di essere infettata da virus quando ha a che fare con queste persone. È molto molto raro che succeda. Di solito lo scopo non è quello di infettare il computer della persona, ma di convincerla a erogare dei soldi e ottenere i suoi dati. Quello che si rischia veramente è di esser tempestati da altre offerte. Rispondendo si manifesta interesse verso questo genere di servizio e quindi poi l’indirizzo mail verrà passato a tutti gli altri colleghi della stessa banda. “Questo è un pollo, ti passo il suo indirizzo e vedi cosa riesci a rifilargli!” e così ci si ritrova bersagliati da proposte immobiliari, di compravendita, di fare da intermediario finanziario, che in realtà non è altro che riciclaggio di denaro sporco. C’è tutto un mondo là fuori di gente che opera in questo campo.”
E nel caso in cui qualcuno ci fosse cascato e abbia inviato i soldi non c’è più niente da fare? Sono irrintracciabili?
“La maggior parte di questi truffatori si trova in un paese diverso da quello della vittima ed è anche questa una scelta intenzionale per rendere più difficili le azioni legali. Quindi una volta che i soldi sono stati spediti non c’è più nulla da fare probabilmente nella maggior parte dei casi. Quello che si può fare certamente è contenere il danno. Conviene tagliare completamente i ponti e perciò cambiare il numero di conto corrente, verificare che non ci siano autorizzazioni di prelevamento, cambiare numero della carta di credito, coordinate bancarie… Tutto andrebbe cambiato in modo da evitare che qualcuno possa abusare dei nostri dati.”
Ma chi c’è dietro a questo genere di truffe?
“Molti pensano che si tratti di un truffatore qualsiasi, un solitario che ha deciso di imbrogliare la gente, invece, di solito, no. Si tratta di truffe intenzionali e organizzate su vasta scala. Chi lavora nel campo delle truffe on line ha un primo livello di base che è quello della manovalanza, cioè gente pagata pochissimo che recluta le potenziali vittime, inizia il primo contatto, gestisce le pubblicità e via dicendo. Quando ha trovato la vittima riscuote la commissione e la passa al livello superiore dell’organizzazione che è quella che poi ottiene il maggiore profitto. È una specie di gestione aziendale se vogliamo, con intenti criminali però e in violazione di buona parte delle leggi esistenti.
Un vero e proprio gruppo di crimine organizzato.
“Esatto. Soprattutto nei paesi dell’est Europa, dove questo genere di criminalità ha preso piede, troviamo delle vere e proprie bande, ben organizzate e attrezzate, che mettono in piedi le truffe nei vari paesi. Per cui non c’è da prenderli sotto gamba, meglio non aver nulla a che fare con gente di questo calibro.”
Infine, nel caso in cui incappiamo in questi individui sui social cosa si può fare? cancellarli e fare la classica segnalazione che però non porta a nulla?
“Beh, bloccarli sicuramente mostra ai gestori del social network che queste utenze sono sospette e quindi spesso siti come Facebook le eliminano. Ma è soltanto un palliativo. È meglio di niente certo, però chi lavora in questo campo chiude un account e ne apre subito un altro. E qui si ricomincia. Forse la difesa migliore tutto sommato è quella di educare le persone a ignorare questo genere di offerta e a bloccare gli utenti non appena manifestano questo genere di comportamento.” ..