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11.06.2014 - 16:230

Brasile 2014, guida al Mondiale: i gruppi di Svizzera e Argentina

L'ANALISI - Rossocrociati e Francia in vantaggio nei pronostici. Per gli argentini il dilemma Messi e la prima volta della Bosnia che per gli ottavi dovrà fare i conti con la Nigeria

Gruppo E 

Il “GRUPPO”, non fosse altro perché è quello della nazionale elvetica, la nostra ‘Nati’! Anche i pronostici sono tutti dalla nostra e per la Francia, le due squadre, secondo i più, destinate a passare il turno. Ma guai a sottovalutare Ecuador e Honduras, le lancette altrimenti potrebbero facilmente tornare a quattro anni fa… 

Svizzera 

Le speranze e la pressione sono alle stelle, mai forse come in questo mondiale la nazionale elvetica parte con i favori del pronostico e con un’invidiabile sesto posto nel ranking Fifa, che ci ha fatti atterrare in Brasile come teste di serie e che ci rende agli occhi di tutti gli avversari, anche i più forti, temibili e pericolosi. Fattori che però facilmente potrebbero trasformarsi in un’arma a doppio taglio, importante quindi riuscire a gestire al meglio la pressione. 
E chi se non un tecnico navigatissimo, già vincitore di quasi tutto in carriera (comprese due Champions ndr), come Ottmar Hitzfeld per riuscire nell’impresa e portare la Svizzera ai quarti, obbiettivo dichiarato? 

La squadra presenta un buon mix di gioventù ed esperienza, anche se non tutti hanno condiviso le convocazioni del CT tedesco, in particolare quella del recuperato (?) Tranquillo Barnetta. La difesa è sicuramente il punto interrogativo (o debole?) più grande: se ottime garanzie sono date dal pluricampione italiano e instancabile laterale, lo juventino Stephan Lichsteiner, e dal terzino del Wolfsburg Rodriguez, è la coppia centrale che desta maggiore preoccupazione: già provati nelle amichevoli il duo Schär-Von Bergen e Djourou-Senderos, ma nessuno ha realmente impressionato, anzi, il famoso formaggio svizzero a buchi potrebbe trasformarsi in una triste metafora della nostra retroguardia. Il centrocampo è forse il reparto più accattivante e all’altezza di una grande manifestazione, a cominciare dai due posti che si giocheranno il trio partenopeo Behrami (probabilmente “l’irrinunciabile”), Inler e Dzemaili. Nella trequarti avanzata la qualità passerà tutta dai piedi fenomenali del talento del Bayern Xherdan Shaqiri, chiamato a interpretare un ruolo da “stella” in Brasile, che verrà coadiuvato dai vari Mehmedi, Xhaka e Stocker, dai quali ci si aspetta tanta, se non altrettanta, qualità. Davanti spazio a uno tra Seferovic e la giovane promessa Drmic, prossimo attaccante del Bayern Leverkusen. Tutto da valutare il sistema di gioco, quel 4-2-3-1 che non sembra sempre adattarsi perfettamente ai protagonisti in campo. 

La nazionale arriva in terra Verdeoro con un rullino di marcia impressionante, che parla di una striscia di 14 partite da imbattuti, interrotta solo dalla sconfitta con la Corea del Sud in amichevole. A onor del vero però nelle amichevoli premondiale, e non solo lì, non si è visto nulla di impressionante, anche se si tratta di partite-test che lasciano il tempo che trovano. Il girone è abbordabile e tutti gli analisti danno la Svizzera agli ottavi senza troppi problemi, ma attenzione a sottovalutare Ecuador e Honduras, visto che proprio non riuscendo ad andare oltre al pareggio contro gli honduregni quattro anni fa la corsa degli elvetici si è fermata bruscamente nella fase iniziale. La ciliegina sulla torta sarebbe rappresentata dalla vittoria del girone, che permetterebbe di evitare un quasi certo scontro proibitivo agli ottavi con l’Argentina…Hopp Suisse!

Francia

Se nel 2006 le vicende calcioscommesse caricarono a mille gli italiani permettendo loro di trionfare nel mondiale germanico, i transalpini partono in questo torneo con una paragonabile voglia di riscatto, vista la disastrosa campagna sudafricana di quattro anni fa, con annesso ammutinamento della squadra ed esonero dell’odiato CT (tifosi e avversari compresi) Domenech. La squadra è poi passata per le mani di Blanc ed è ora guidata da Didier Deschamps, che quasi miracolosamente ha portato i Galletti al mondiale, dopo aver perso l’andata dello spareggio in Ucraina e aver ribaltato magicamente il risultato a Parigi. Un percorso non facile quindi, che ha fatto scendere notevolmente le quotazioni dei francesi agli occhi dei più, ma che potrebbe, come già detto, dare al contrario quegli stimoli in più a un gruppo comunque sempre competitivo (1 mondiale e 2 europei in bacheca ndr), atteso agli ottavi senza grandi problemi. La notizia più triste per i tifosi transalpini, che sfiora la tragedia sportiva, è l’assenza di Franck Ribéry, costretto a rinunciare all’ultimo a causa di un infortunio. Ma il talento e l’esperienza non mancano certo ai Bleus, che hanno in giocatori come Evra, Varane e Benzema certezze importanti. Occhi puntati inoltre sul talento dello juventino Pogba e del giocatore del Psg Matuidi, entrambi protagonisti di una stagione fantastica nei rispettivi campionati. E appuntamento al 20 giugno per lo scontro tutto europeo con la Svizzera, compresa la sfida nella sfida Platini-Blatter.

Ecuador

Per il paese sudamericano si tratta della terza partecipazione alla fase finale di un mondiale e la speranza è di ripetere l’impresa germanica del 2006, quando a sorpresa arrivò agli ottavi di finale, ma le reali chances restano poche. La squadra è guidata dal tecnico Colombiano Reinaldo Rueda e ha nei suoi due Valencia i giocatori più temibili: il primo, Antonio, è il forte centrocampista del Manchester United, mentre il secondo, Enner, è il giovane attaccante che tanto sta facendo bene in Messico con il Pachuca. Gli ecuadoregni giocheranno anche per onorare la memoria di Chucho Benitez, figlio del recordman di presenze Ermen Benitez, scomparso tragicamente e in circostanze misteriose (infarto dopo la prima partita ndr) la scorsa estate a Doha, dove aveva iniziato a giocare per l’Al Jaish: Benitez aveva contribuito con i suoi gol alla qualificazione dell’Ecuador al mondiale brasiliano. 

Honduras

Per il piccolo paese centramericano si tratta invece della quarta partecipazione a un mondiale, ma nelle precedenti tre mai la squadra è riuscita a portare a casa anche una sola vittoria. Arrivati un po’ a sorpresa in Brasile, gli honduregni, guidati dal tecnico Luis Ferdinando Suarez, non presentano in organico grandi personalità o fenomeni, e i nomi più in vista sono quelli del difensore Emilio Izaguirre, in forza al Celtic Glasgow, e del centrocampista Wilson Palacios dello Stoke City, in Inghilterra. Chances di qualificazione pressoché vicine allo zero, ma, come già scritto, occhio a sottovalutare una squadra compatta e organizzata che quattro anni fa ha fermato sullo 0-0 la nazionale elvetica, impedendole di fatto il passaggio agli ottavi. 

Gruppo F

Questo girone è caratterizzato dalla lotta per il secondo posto. Sarà la Nigeria o la debuttante Bosnia Erzegovina ad accedere agli ottavi di finale insieme all'Argentina? La risposta è incerta, nonostante la solida tradizione degli africani nella rassegna iridata. I bosniaci infatti possono schierare giocatori di qualità che i nigeriani non hanno. Neppure lontanamente. Nessun dubbio, invece, sul fatto che l'Iran avrà il ruolo di squadra materasso. 

Argentina

Partiamo da un presupposto ovvio. Per vincere una competizione il migliore dei tuoi giocatori deve rendere al massimo. E l'Argentina ha la fortuna di avere in squadra il più bravo di tutti: Lionel Messi. Le possibilità dell'Argentina di vincere il Mondiale passano dunque in larga misura dalla capacità che avrà la Pulce di imporsi. Se Messi fa il Messi, gli argentini sono i favoriti. Altrimenti restano candidati, comunque di punta, alla vittoria del torneo. Il numero 10 viene da una stagione difficile. Problemi personali, giudiziari e fisici (quel vomitare in campo ancora non spiegato) ne hanno minato la serenità e il rendimento, in ogni caso quasi sempre di un livello sconosciuto ai più. Inoltre nei precedenti due Mondiali disputati, specialmente nell'ultimo in Sudafrica, Messi ha giocato male mancando all'appuntamento. E come ha ben detto il Fenomeno Ronaldo, solo la vittoria di un Mondiale, o grandi prestazioni durante la competizione, possono consegnarti alla Storia degli Dei del calcio. C'è tanta pressione su di lui. Vedere se sarà il Mondiale di Messi o meno è una delle ragioni per cui vale la pena seguire questa edizione. Accanto alla Pulce, là davanti, ci sono calciatori il cui talento si ritrorva di solito soltanto facendo la somma degli attacchi delle altre squadre, tanto da potersi permettere il lusso (sbagliando) di lasciare a casa Carlitos Tevez. Aguero, Higuain, Palacio, Di Maria, eccetera, eccetera, eccetera. E non aggiungiamo altro. Nella parte bassa della squadra, invece, c'è solo un grande giocatore: Javier Mascherano. I vari Gago, Fernandez, Garay, Zabaleta, sono tra il buono e il discreto. Questo significa che se si riesce ad arginare il reparto offensivo, l'Argentina è una squadra che può essere attaccata con successo. Da un'altra grande squadra, ovvio. Ma poi c'è Messi e ogni discorso potrebbe diventare tutto e il contrario di tutto. 

Bosnia

Come la Croazia nel 1998 la Bosnia Erzegovina si presenta al suo primo Mondiale non come vittima sacrificale. Le similitudini con la mitica squadra croata che arrivò terza, però, finiscono qui. I bosniaci possono ambire concretamente a passare il turno, guardare oltre in questo momento sarebbe esagerato. In ogni caso la Bosnia nel suo undici titolare può schierare due campionissimi, come Edin Dzeko e Miralem Pjanic. Dei buonissimi calciatori come Lulic e l'altro attaccante Ibisevic: uno che la porta la vede eccome. Alla Bosnia manca forse un po' di fisicità in mezzo al campo e in difesa schiera giocatori rocciosi ma non di primissimo livello. Dovrà sopperire alla mancanza di esperienza rispetto a manifestazioni di questo livello, e verificare la propria solidità tattica. Quest'ultimo aspetto è particolarmente importante: saper correggere in corsa modulo e attitudine di gioco, senza perdere convinzione, potrebbe far la differenza. Soprattutto dopo la prima partita contro l'Argentina. 

Nigeria

È una delle grandi del calcio africano anche se di grandioso a ben guardare non ha mai fatto nulla. Ma questa volta la Nigeria si presenterà ai Mondiali senza troppi grilli per la testa e senza vezzi da notizia da tabloid. È una squadra fisica come sempre, più concreta rispetto al passato, ma priva di talento. L'unico giocatore di rilevante spessore internazionale è Obi Mikel. Attenzione anche a Emmanuel Emenike, attaccante del Fenerbahçe. Onazi della Lazio è discreto. Odemwingie e Musa da scoprire. L'improvvisazione tattica, l'eccessiva irruenza, e l'incapacità di gestire le fasi della partita e del gioco, sono da sempre i tre principali problemi con cui sono confrontate le squadre africane. Questa volta potrebbero non essere decisivi per l'eliminazione solo grazie al fatto che per la Bosnia è la prima volta... 

Iran

E qui c'è davvero poco da dire. La rosa di mister Queiroz è in larga parte sconosciuta. Molti calciatori giocano in casa o nei Pesi arabi. Alcuni hanno giocato in Europa come il capitano Javad Nekounam. Le ambizioni massima degli iraniani può essere quella di centrare un risultato positivo e fare bella figura. Nulla di più.

AELLE/dielle

   

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