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Cronaca
18.02.2016 - 19:350
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Indagato per una truffa da centinaia di milioni al colosso energetico Snam: vita e miracoli del finanziere italiano che sponsorizzava Ambrì e Lugano, tra Ferrari, jet privati e tre società fallite

A Roberto Giuli, a cui la Magistratura di Milano ha sequestrato beni per 181 milioni, sono riconducibili tre SA ticinesi fallite in pochi mesi

di Marco Bazzi

LUGANO - Lui si chiama Roberto Giuli, ha 52 anni, è un finanziere romano che abita a Lugano e opera nel trading internazionale di gas e altri vettori energetici.
Prima di darsi agli affari faceva il poliziotto. In pochi anni è diventato smisuratamente ricco. Adesso però è finito nei guai: è accusato di una maxi truffa stimata in prima battuta dagli inquirenti italiani in 480 milioni di euro al colosso energetico Snam. Per ora non è stato arrestato.

Ma l’inchiesta avviata dalla Procura di Milano, che martedì scorso ha portato al sequestro di 181 milioni di euro potrebbe avere importanti e imprevedibili ripercussioni sul Ticino, dove Giuli risiede e possiede alcune società, che sono fallite improvvisamente nel giro degli ultimi tre mesi. Cadute una dopo l’altra come pedine di domino.

In realtà, a registro di commercio, il nome di Giuli figura in una sola società, la Pegason Trading (di cui era amministratore unico prima che questo ruolo venisse rilevato dal suo “socio” Alessandro Moretti), ex Energy trading international Swiss. Anche Moretti, che in questo momento (stando al suo profilo Facebook si trova a Panama) è italiano, ma vive in Ticino, a Origlio.

La Pegason è stata dichiarata fallita dalla Pretura di Lugano il 3 febbraio. Una seconda società riconducibile a Giuli e pure amministrata da Moretti, è la En Executive Jet Service, fallita il 16 dicembre scorso.
A questa società facevano capo due jet privati Falcon stanziati a Milano di cui Giuli aveva la disponibilità.
Una terza società, sempre amministrata da Moretti e come la precedente domiciliata a Pazzallo, è la En Gas & Oil Trading, fallita sempre il 16 dicembre. Tramite questa società Giuli ha sponsorizzato le due squadre di punta dell’hockey ticinese, Lugano e Ambrì.
E la En Gas, con sede in un mega ufficio di via D’Alberti e una dozzina di dipendenti, secondo informazioni raccolte da liberatv, versava a Giuli, che ne era il direttore, un salario annuo di un milione e mezzo di franchi.

La cifra non deve stupire, perché in questa vicenda c’è un giro di movimentazioni finanziarie che gli inquirenti italiani stimano in 480 milioni di euro.
Tre appartamenti a St. Moritz, due case in Costa Smeralda, due jet privati, uno yacht, Giuli a Lugano abita, in via Castausio, dove ha acquistato un appartamento da circa 5 milioni di franchi. A Lugano aveva anche rilevato circa un anno fa il ristorante Quirinale. Mentre nel Giura aveva acquistato una partecipazione di minoranza al gruppo di stazioni di servizio Jubin, pagandola 7 milioni.
Naturalmente il contorno motoristico di questa vita da vero nababbo erano Ferrari, Lamborghini, Bentley…

In Italia il finanziere è famoso per essere a capo del gruppo Energy T.I., che figurava tra gli sponsor principali della Juventus, e per aver acquistato nel maggio del 2014 il 10% del Parma calcio. Altre sponsorizzazioni sono state erogate dal gruppo al Moto GP. Si parla di sponsorizzazioni globali da parte del gruppo Giuli di circa 11 milioni all’anno.

Ma veniamo all’inchiesta: martedì scorso il nucleo tributario della Guardia di Finanza di Milano ha eseguito un sequestro preventivo d'urgenza da 181 milioni di euro, ordinato dal pubblico ministero Tiziana Siciliano. Il reato ipotizzato a carico di Giuli e di altre quattro persone residenti tra il Ticino e il Lussemburgo è associazione a delinquere finalizzata alla truffa. Nel mirino degli inquirenti, come ha riferito l’agenzia Reuters, c’è una serie di malversazioni  stimate in centinaia di milioni di euro ai danni di Snam Rete Gas. Secondo l’accusa il finanziere metteva in pratica questo modus operandi: acquistare gas da Snam con una società, grazie a false garanzie bancarie, non pagarlo, fare fallire la vecchia azienda e costituirne un'altra, sempre riferibile a lui. Sono varie e con nomi diversi le società fallite ritenute riferibili al finanziere.
E tre sono fallite in Ticino. Con quali conseguenze ancora non si sa.
"Tutto si basa su una presunta falsità di documentazione fornita al Ministero dell'Energia che ha poi concesso l'autorizzazione alla vendita del gas”, ha precisato l’avvocato italiano di Giuli.

 

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