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Cronaca
14.04.2016 - 14:060
Aggiornamento: 03.10.2018 - 16:25

Quei balzelli fuori di testa sull'uso del suolo pubblico. A Lugano 250 franchi al metro, ad Ascona 300, a Locarno 350! E a Zurigo? Solo 71 franchi, e 56 a Zugo! E facciamoci male da soli...

Ecco cosa emerge da un'inchiesta di liberatv dopo il caso della stangata che ha colpito gli esercenti luganesi

di Marco Bazzi

Ha suscitato scalpore la notizia che liberatv ha pubblicato ieri a proposito della stangata che ha colpito gli esercenti di Lugano. Esercenti che quest’anno (ma le fatture sono arrivate solo nei giorni scorsi) si sono visti aumentare la tassa per l’uso del suolo pubblico da 170 a 250 franchi annui al metro quadrato. Che per un ristorante che utilizza cento metri quadrati di suolo pubblico corrispondono a 25'000 franchi all’anno, più o meno l’affitto di un discreto appartamento (nel quale però troviamo cucina arredata, bagno, riscaldamento, ascensore, ecc).

L’articolo, che prendeva spunto dal subbuglio creatosi tra baristi e ristoratori del centro di Lugano (non tanto per il valore della tassa in sé ma per il repentino aumento), è stato a sua volta spunto per andare a vedere quanto si paga l’uso del suolo pubblico in altre due città turistiche, Ascona e Locarno.

Allora, ad Ascona ci sono tre zone di prelievo e la tassa varia da un minimo di 150 franchi a un massimo di 300 per i locali che si affacciano sulla “piazza” del lungolago. A Locarno la tassa è ancora più esosa, e va da 150 a 350 franchi annui al metro quadrato per i locali di piazza Grande e Largo Zorzi, passando per i 200 prelevati in città vecchia. Un esercente che occupa 100 metri quadrati di suolo pubblico arriva quindi a pagare la bellezza di 35'000 franchi all’anno! Poco meno di 3'000 franchi al mese…
Fa eccezione Paradiso, dove, ci dice un esercente, la tassa d’uso è di soli 20 franchi annui al metro.

Ma l’aspetto stupefacente di tutta questa vicenda di balzelli assurdi emerge solo facendo un confronto con altre città Svizzere. Grazie a un esercente ticinese che possiede locali pubblici a Zurigo, Zugo e Friborgo, abbiamo appreso che in quelle città (la prima è tra le più care della Svizzera) le tasse sono assolutamente modeste: 71 franchi e 60 annui al metro quadrato a Zurigo (dove tra l'altro non si pagano i mesi in cui la terrazza non viene utilizzata), 56 a Zugo e 50 a Friborgo!

Ora, capirete tutti che qui c’è qualcosa che non quadra e che i balzelli applicati a Lugano, Locarno e Ascona sono decisamente fuori mercato. È chiaro che nella sola “city” di Lugano questa tassa permette alla città di incassare parecchi franchetti: diciamo, a stima, almeno mezzo milione solo dalla decina di esercizi pubblici della zona più centrale della città.

Il sindaco Marco Borradori ha spiegato al Corriere del Ticino che l’aumento della tassa è stato deciso nell’ambito delle misure di rientro finanziario e dopo molti anni che la stessa non veniva “adeguata”. Il problema è capire a quali parametri di riferimento il balzello andava adeguato a Lugano: a quello di Locarno e di Ascona o a quello di Zugo e Zurigo? Senza poi dire che gli esercenti devono pagare altri balzelli su vasi di fiori (100 franchi all’anno cadauno), lanterne (150 franchi all’anno), per gli stand che indicano i prezzi (altri 100 franchi all’anno), ombrelloni (70 franchi cadauno per quelli piccoli e 20 franchi al metro quadrato per quelli grandi).

Un esercente luganese incazzato nero ci fa notare che per la terrazza del suo locale il balzello è passato da 27'000 franchi dell’anno scorso a 40'000. 

Una vera mazzata, insomma, per un settore che non sta certo vivendo la migliore stagione della propria vita… Basta dare un’occhiata alle statistiche di chiusure, fallimenti o passaggio di mano di diversi locali pubblici.

Ora, sarebbe opportuno che i Municipi di Locarno, Ascona e Lugano si interrogassero sul senso di questa tassa. E si chiedessero se non sia il caso di ridurla drasticamente (invece di aumentarla) per favorire gli esercenti visti non solo come protagonisti della scena turistica ma anche come elemento che garantisce la vita e l’animazione dei centri storici e dei quartieri. La domanda di fondo dovrebbe essere non "quanto possiamo incassare dai locali pubblici?", ma "qual è il reale valore di un metro quadrato di suolo pubblico?".
E poi un'ultima domanda: se voi foste il gerente di un locale pubblico abbellireste la vostra terrazza con vasi di fiori e lanterne dovendo pagare, oltre al loro costo, anche una tassa supplementare? E chi ve lo farebbe fare?

Chiaro: molti ticinesi si lamentano dei prezzi praticati in alcuni locali. In particolare della eccessiva ricarica sui vini. Ma bisogna considerare che la ristorazione (dove come in ogni attività ci sono onesti e disonesti) deve rispettare un contratto collettivo di settore per i propri dipendenti, che gli affitti in Ticino sono nettamente più cari che in Italia, e che gli stessi prodotti alimentari hanno costi superiori. Se poi, ad aggravare i costi del settore ci si mette anche l’ente pubblico, che dovrebbe invece promuovere e sgravare chi genera valore e ricchezza (non solo in senso monetario), beh allora non lamentiamoci. Come abbiamo recentemente concluso a proposito del “turismo 2.0”, andiamo avanti così che ci facciamo male da soli.

 

 

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