ImmigrazioneMassa
09.02.2014 - 16:370
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Le reazioni al voto. La Lega: "Giornata storica". Il PS: "Colpa del padronato". Il PPD: "I timori oltre le ragioni dell'economia"

Le prime note dei partiti ticinesi dopo il `sì" di popolo e cantoni all'iniziativa contro l'immigrazione di massa

LUGANO – Pochi minuti dopo la conferma che la maggioranza del popolo svizzero ha accettato, seppure di scarsissima misura, sono arrivate le prime reazioni politiche.

La Lega: "Una giornata storica"

“Un successo tutt’altro che scontato, ed anzi incerto fino all’ultimo, al quale la Lega dei Ticinesi si pregia di aver portato il proprio contributo, con il massimo impegno. Un successo che premia anni di battaglie del nostro Movimento come pure del Mattino della domenica”, si legge in un comunicato di via Monte Boglia firmato dal consigliere nazionale Lorenzo Quadri.

“La giornata di oggi è  una giornata storica per il Paese: il popolo elvetico ha deciso di riprendere in mano le redini dell’immigrazione, non accettando più la devastazione del proprio mercato del lavoro, del proprio benessere, della propria sicurezza e, più in generale, del proprio futuro in nome delle scriteriate “aperture” e dell’indecente sudditanza del Consiglio federale nei confronti di un’UE fallita”.

E ancora: “La Lega dei Ticinesi si attende ora che la volontà espressa dal popolo svizzero venga attuata senza indugio. Primo passo: introdurre subito contingenti per frontalieri e padroncini. Il tempo della sopportazione è finito”.

Il PS: "Risultato della politica ingorda del padronato"

Di diverso tenore, ovviamente, la nota del Partito socialista: “Un risultato quasi scontato, per il nostro Cantone, che va analizzato alla luce della difficile situazione in cui si trova il Ticino, con una crescente pressione verso il basso dei salari e una forte precarietà del lavoro. Si è voluto far credere che i colpevoli della disoccupazione e del dumping salariale siano i frontalieri e gli stranieri, mettendo uno contro l’altro le lavoratrici e i lavoratori”.

Secondo il PS non si è affrontata “la vera questione, ossia chi davvero ci guadagna. Chi pratica il dumping salariale? Chi trae profitto dalla concorrenza al ribasso fra gli stipendi dei residenti e quelli dei frontalieri? Se si va a vedere si scopre che… toh! Chi ha lanciato l’iniziativa si è sistematicamente opposto a tutte le misure tese a combattere il dumping salariale, ha votato contro il salario minimo in Parlamento, ha favorito con una politica di sgravi fiscali l’insediamento di aziende a basso valore aggiunto che assumono sistematicamente lavoratrici e lavoratori con salari da fame. Sono questi gli ambienti che si oppongono alle vere misure a difesa di chi lavora”.

Purtroppo il risultato nel nostro Cantone riflette quanto voluto da una maggioranza strettissima della popolazione e dalla maggioranza dei Cantoni, prosegue la nota del PS. “Questo è anche il risultato di una politica ingorda portata avanti per anni da parte delle imprese, che hanno sempre approfittato dei lavoratori e delle lavoratrici. L’approvazione di questa iniziativa apre uno scenario di incertezza e lascia numerose domande aperte, alle quali i sostenitori non hanno voluto dare risposta durante la campagna di voto. Come verranno applicati i contingenti? Chi li deciderà? Il rischio è che il mondo del lavoro diventi ancora più precario. Noi ci siamo opposti a quest’iniziativa perché, mettendo le lavoratrici e i lavoratori gli uni contro gli altri, non affronta i veri problemi e non farà aumentare né i salari né i posti di lavoro. Ma le preoccupazioni della popolazione, che si sono manifestate in questo Sì alle urne, vanno prese sul serio. E’ quindi necessario varare con urgenza delle riforme del mercato interno, che facciano l’interesse di tutta la popolazione e non solo di pochi privilegiati”.

Raoul Ghisletta: "I consiglieri federali liberali si dimettano"

In una nota personale, il presidente del PS di Lugano, Raoul Ghisletta, scrive: “L'adozione dell'iniziativa UDC segna il fallimento della politica federale in materia di libera circolazione. L'insufficienza delle misure di accompagnamento in materia di lavoro e alloggio è una responsabilità dei partiti liberisti. Il Partito liberale radicale porta la principale responsabilità per i rischi economici, che si aprono per i lavoratori e le aziende a seguito dell' accettazione dell'iniziativa. Il minimo che ci si può attendere oggi sono le dimissioni dei consiglieri federali liberali radicali e dei responsabili delle associazioni padronali, che con la loro inerzia hanno portato alla vittoria UDC. Il Partito socialista e i sindacati dovranno battersi per la salvaguardia dei posti di lavoro, per condizioni di lavoro adeguate e per alloggi a prezzi accessibili”.

Il PPD: "I timori dei cittadini vanno oltre le ragioni dell'economia"

In una nota anche il PPD prende atto dell’accettazione dell’iniziativa da parte di Popolo e Cantoni. Il PPD "comprende la situazione presente nel nostro Cantone. L’approvazione da parte del 68,2 % dei Ticinesi conferma la concreta preoccupazione dei nostri cittadini nei confronti della situazione del mercato del lavoro. Dalla sua introduzione nel 2002, la libera circolazione delle persone ha costituito un fattore crescente di degrado delle condizioni di lavoro sul nostro territorio soprattutto nei settori ancora privi di contratti collettivi. La questione del dumping salariale rafforzato dalla situazione economica disastrosa nella vicina Penisola rappresenta una delle maggiori preoccupazioni dei Ticinesi. Il problema è molto sentito e il risultato odierno conferma come i timori dei cittadini vadano oltre alle ragioni dell’economia. È ora che dalle parole si passi ai fatti. La scelta popolare scaturita oggi dalle urne dovrà trovare supporto nell’attuazione di soluzioni concrete affinché si possa continuare a garantire, anche in futuro, l’attuale livello di benessere sia nel nostro Cantone sia nel resto della Svizzera. Il PPD chiede misure urgenti a sostegno dell’occupazione ticinese, così come richiesto dagli atti parlamentari tuttora pendenti in Gran Consiglio e chiede la rapida adozione anche di misure di competenza federale volte a sostenere la nostra regione. Il PPD ribadisce infine la necessità, nell'ambito delle trattative fiscali con l'Italia, di rivedere al più presto l'accordo sui frontalieri".

red

 

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