BELLINZONA - Il ministro delle Istituzioni Norman Gobbi spiega sul Mattino di oggi la politica adottata dal suo Dipartimento sul rilascio di permessi agli stranieri. E dice: abbiamo stretto ulteriormente le viti. Sono stati diversi i casi emersi di permessi di soggiorno dati a persone, anche a pregiudicati, che a un'analisi più attenta non sarebbero stati rilasciati.
"Non sono stati pochi gli episodi in cui il Ticino è stato confrontato con richieste di permessi da parte di stranieri la cui integrità era dubbia", premette Gobbi. E aggiunge: "Nonostante le maglie già strette, abbiamo deciso di stringere ulteriormente: perdendo magari in celerità, ma guadagnando certamente in sicurezza. La realtà ticinese conta quasi 100mila permessi attivi per stranieri residenti (B+C), e un totale complessivo di 180mila permessi (frontalieri e richiedenti l’asilo inclusi). Un numero impressionante, se teniamo conto che gli Svizzeri residenti in Ticino sono circa 240mila. Per anni, questa moltitudine di permessi era stata gestita mirando ad una loro sollecita evasione, alfine di evitare la giacenza di troppe richieste".
Da alcuni mesi, e a maggior ragione dopo la votazione del 9 febbraio, continua il ministro, "è stato deciso di cambiare paradigma puntando sulla qualità dei dati e sulle verifiche di dettaglio possibili, consci che simili controlli potrebbero essere considerati al limite di quanto disposto dall’accordo sulla libera circolazione. Se il Ticino è già stato richiamato dall’autorità di sorveglianza europea sulla libera circolazione e dall’Ufficio federale della migrazione sulla prassi già restrittiva applicata dal Dipartimento istituzioni, sicuramente arriverà un ulteriore richiamo ad attenerci alle indicazioni lassiste, che vorrebbero un’automatica procedura di rilascio".
La situazione in Ticino è tale per cui un controllo ancor più approfondito è opportuno e necessario, scrive il ministro. "Da un lato abbiamo infatti stranieri che poco tempo dopo essere arrivati da noi, perdono il lavoro e finiscono al beneficio delle assicurazioni sociali, pesando quindi sulle finanze cantonali e comunali. D’altro lato in Ticino è stata riscontrata la presenza di persone straniere di origine italiana legate anche alle organizzazioni criminali del Meridione; una situazione preoccupante che non può e non deve essere tollerata, e va quindi combattuta con misure di polizia e amministrative".
La situazione in Ticino è estremamente preoccupante, poiché siamo esposti a fenomeni finora non conosciuti e le cui potenziali evoluzioni fanno pensare. La presenza di persone indesiderate è da evitare; questo può essere combattuto anche con una partecipazione attiva dei cittadini, conclude Gobbi: "dobbiamo tenere alta la guardia e chiedere rispetto per il nostro Paese e la nostra popolazione".
red