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Cronaca
22.10.2017 - 09:090
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Botte e sangue nella notte di Lugano. Lorenzo Quadri: "Ma cosa stiamo diventando grazie alle frontiere spalancate? Un sobborgo di Rio de Janeiro? Ne abbiamo piene le scuffie! Ora vogliamo una giustizia esemplare"

Il municipale leghista ci va giù durissimo nel commentare l'episodio di cronaca che ha segnato il weekend cittadino: "Il fatto di sangue sarebbe l’epilogo di un vero e proprio regolamento di conti tra bande di delinquenti stranieri: da una parte un gruppo di albanesi residenti in Italia e dall’altra una gang di cittadini domenicani. Se ci fossero residenti coinvolti, questi bravi ragazzi vanno sbattuti fuori dalla Svizzera!"

LUGANO - Dalle pagine della cronaca nera a quelle dell’attualità politica. In un batter d’occhio e forse nemmeno. La maxi rissa con accoltellamento avvenuta nella tra la notte di venerdì e sabato al Quartiere Maghetti di Lugano, ha infatti immediatamente innescato le reazioni di alcuni rappresentanti della politica cittadina.

 

Ieri, Liberatv, ha raccolto il duro sfogo del vicesindato e responsabile della sicurezza di Lugano Michel Bertini: “Sono quattro anni che mi batto per pene più severe! Siamo specialisti ad indignarci e poi a non fare niente! I cittadini non capiscono più”.

 

Oggi, invece, è un altro municipale di Lugano a fare la voce grossa commentando la vicenda. Lorenzo Quadri, infatti, dalle colonne del Mattino, domenicale che dirige, ci va giù durissimo nel commentare i fatti e le indiscrezioni sull’inchiesta in corso da parte di polizia e magistratura.

 

“Sempre meglio! Immigrazione uguale ricchezza! Bisogna aprirsi! La libera circolazione è un valore! - attacca il pezzo con sarcasmo Quadri - Ieri abbiamo avuto l’ennesima dimostrazione concreta di questa “ricchezza” e di questo “valore”. Nelle prime ore di sabato mattina, e più precisamente verso le 3 e 40, il centro di Lugano è stato teatro di una scena da Bronx. Una maxi rissa con accoltellamenti fuori dalla discoteca Blu Martini che, stando a quanto riportato dal portale Ticinonews, non sarebbe una zuffa scoppiata per futili motivi e poi degenerata (che già sarebbe grave). La situazione sarebbe ancora peggiore. Il fatto di sangue in città sarebbe infatti l’epilogo di un vero e proprio regolamento di conti tra bande di delinquenti stranieri: da una parte un gruppo di albanesi residenti in Italia e dall’altra una gang di cittadini domenicani. Questi si sarebbero dati appuntamento a Lugano per sistemare a coltellate le proprie vertenze, a quanto pare legate a questioni di droga e/o prostituzione”.

 

“Le persone rimaste ferite - prosegue Quadri - sono quattro, tre cittadini albanesi residenti nel Belpaese ed uno svizzero (?) residente nel Mendrisiotto, tutti di età compresa tra i 22 ed i 27 anni. Ci piacerebbe sapere quanto “svizzero” sia il signore in questione; sarà mica qualche beneficiario di naturalizzazione facile? (…) Naturalmente vogliamo anche sapere se per caso tra i componenti delle gang che si sono scontrate c’è anche qualche beneficiario di prestazioni sociali pagate dal solito sfigato contribuente ticinese! Ecco la “ricchezza”!”.

 

“Non solo - affonda ancora Quadri - ci riempiamo di delinquenti stranieri, ma la suddetta foffa si dà addirittura appuntamento a Lugano per i propri regolamenti di conti all’arma bianca! Ma cosa stiamo diventando grazie alle frontiere spalancate e al “devono entrare tutti”? Un sobborgo di Rio de Janeiro? Noi non ci stiamo! Questa feccia estera in casa nostra non la vogliamo! Per cui, se tra i bravi giovani “non patrizi” coinvolti nella maxi rissa con accoltellamenti di ieri ci sono degli stranieri residenti in Ticino, è evidente che vanno sbattuti fuori dalla Svizzera. E senza tanti autoerotismi cerebrali su “proporzionalità” e su fallimentari accordi internazionali! Perché ne abbiamo piene le scuffie!”.

 

“E’ chiaro - conclude il direttore del Mattino - che ci aspettiamo delle sanzioni esemplari nei confronti di questi delinquenti d’importazione! O dobbiamo credere che la nostra Magistratura usi il pugno di ferro solo con gli automobilisti incappati nelle maglie di Via Sicura, mentre per i veri criminali si trova sempre una qualche attenuante in nome del garantismo tafazziano?”

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