CRONACA
Scienza al servizio delle indagini: le autopsie si fanno con la TAC
Ecco il progetto che sta rivoluzionando la medicina legale in Ticino grazie alla TAC dell'Ospedale regionale di Lugano. E che vede uniti Ministero pubblico, medici e polizia scientifica. Guarda il video

di Marco Bazzi

LUGANO – Sembra una banalità, a rifletterci, una di quelle cose di fronte alle quali diciamo: ma certo, bastava pensarci. In realtà, come molte intuizioni che paiono scontate, è un’idea geniale. E non è stato certamente facile metterla in pratica, costruire il team, elaborare i protocolli, ottenere il consenso di tutte le parti coinvolte. Non è stato facile, soprattutto, passare dalla fase sperimentale a quella ufficiale.

Il Progetto Post Mortem PC

L'idea è questa: usare la TAC, la tomografia assiale computerizzata, non solo per identificare patologie o lesioni nei vivi, ma anche per accertare le cause di morte. Così, nell’ottobre dello scorso anno, è nato a Lugano il Progetto Autopsia Virtuale, o Post Mortem CT (PMCT). Lo coordinano per la parte medica il dottor Marco Palmesino, capo clinica di radiologia all’Ospedale regionale di Lugano, e per la parte tecnica Ermidio Rezzonico, capo reparto medico-tecnico.

Nel video allegato, Palmesino e Rezzonico spiegano, insieme al capo della Polizia scientifica Emilio Scossa-Baggi, in che cosa consiste il progetto e quali sono i vantaggi per gli investigatori.

Nella gallery fotografica sono invece mostrati alcuni esempi di immagini virtuali ricostruite al computer su parti di salme sottoposte alla TAC. Attenzione: le immagini riprodotte non sono adatte alle persone "sensibili".

Riservatezza e protezione dei dati

La procedura è la seguente: le salme sulle quali il Ministero pubblico ordina un’autopsia vengono estratte dalle celle frigorifere e, dopo un percorso “protetto”, sempre richiuse in sacchi speciali, sottoposte alla TAC dell’Ospedale Italiano.

L’operazione dura pochi minuti, e la ricostruzione, tramite complessi algoritmi informatici, circa mezz’ora. Le immagini ottenute vengono quindi inviate in forma anonimizzata all’Istituto patologico di Locarno, dove operano i medici legali.

Nell’archivio informatico dell’Ente ospedaliero rimangono accessibili unicamente al team che segue il progetto e alla Scientifica. Massima riservatezza e protezione dei dati, dunque, anche perché qui siamo nell’ambito penale. Riservatezza anche negli esami post mortem, che vengono eseguiti unicamente dopo le 17,30. Insomma, quando il laboratorio della TAC è chiuso ai pazienti.

Il team: Ospedale, Ministero pubblico, medici legali e scientifica

Il progetto ha preso avvio l’anno scorso sulla spinta dell'ex direttore dell’Ospedale regionale Gianluigi Rossi, che ha unito in ambito interdisciplinare il Ministero pubblico (in particolare il procuratore generale John Noseda, e i suoi colleghi Antonio Perugini, Paolo Bordoli e Andrea Pagani, che lo ha seguito e lo segue tuttora da vicino), la Medicina legale dell'Università dell'Insubria, diretta dal professor Mario Tavani (con i dottori Antonio Osculati e Luisa Andrello direttamente coinvolti nel progetto), e la Polizia scientifica, diretta da Emilio Scossa-Baggi.

Grazie al successivo supporto dell'attuale direttore dell’Ospedale regionale Luca Jelmoni e all’eccellente collaborazione con la Scientifica e la Medicina legale, il progetto è passato da una fase sperimentale ad un vero e proprio mandato ufficiale da parte della Magistratura.

Otto autopsie virtuali già effettuate

Otto sono le autopsie virtuali effettuate finora in Ticino, 5 delle quali “ufficiali”. Ognuna costa poco più di 500 franchi. Una spesa irrisoria, quindi. Ma sia chiaro che questa tecnica non sostituisce l’autopsia classica, che viene comunque sempre eseguita successivamente.

La TAC Post Mortem ha l’unico scopo di chiarire meglio le cause dei decessi identificando con estrema chiarezza lesioni o presenze estranee (pallottole, per esempio) nei corpi. Un approfondito esame preliminare che aiuta i medici legali a stabilire le cause di morte (per esempio la linea di penetrazione di una coltellata o la traiettoria di un proiettile) e a capire dove effettuare l’intervento “manuale” in sede di autopsia.

Non solo: la TAC consente anche di stabilire quali ferite inferte all’ipotetica vittima hanno causato il decesso.

I pionieri in Svizzera

In Svizzera i principali gruppi che hanno pionieristicamente contribuito alla nascita dell'applicazione PMCT sono l'Università di Berna (nel 2000 grazie ai professori Richard Dirnhofer e Michael Thali, che ha successivamente fondato a Zurigo l'Imaging Center dell'Institut fuer Rechtsmedizin), l'Università di Losanna e Ginevra.

Gli specialisti ticinesi hanno stretti contatti scientifici con i gruppi di Zurigo, Berna e Losanna, ed collaborano anche con l’istituto inglese della Leicester University.

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