CRONACA
Lo schiaffo di Sergio Savoia: “Il Diavolo come il Mattino”
Parla il fondatore del quindicinale satirico: “Non c'è differenza fra il sessismo e il maschilismo di certe copertine leghiste con la prima pagina su Pesenti”

LUGANO – La copertina del Diavolo su Patrizia Pesenti ha scatenato un vespaio. Una ridda di polemiche alimentate anche dalle parole del responsabile del quindicinale satirico Corrado Mordasini a liberatv.ch. Nessuna presa di posizione ufficiale, al momento, ma alcune opinioni, anche da casa socialista, sono state espresse contro la caricatura che ritrae l’ex ministra intenta a maneggiare oggetti di autoerotismo, sotto il titolo “Pesenti non vieni più”. Sfottò che prende spunto dalla rinuncia alla candidatura al Municipio di Lugano dell’ex ministra.

Siete come il Mattino, anzi peggio, ha tuonato ieri il Corriere del Ticino in un corsivo al vetriolo. Al quotidiano ha risposto con un editoriale intitolato “Indignati quando fa comodo”, il direttore di Confronti Marco Cagnotti, periodico del PS. "Vogliamo davvero mettere sullo stesso piano una battutaccia da caserma con le aggressioni e le ingiurie dirette e reiterate settimana dopo settimana?”, si è chiesto retoricamente chiesto Cagnotti nel suo articolo, pur ammettendo che quella copertina era di cattivo gusto.

Una voce autorevole in materia è certamente quella di Sergio Savoia. Il coordinatore dei Verdi è stato tra i fondatori del Diavolo, e per oltre un decennio né è stato l’anima, il direttore, il volto. Da alcuni anni ha lasciato la redazione. Oggi è un semplice lettore, anzi no, sarebbe riduttivo definirlo come tale. Perché per Savoia il Diavolo è pur sempre una sua creatura e quando ne parla lo fa con un trasporto e un’emotività che, come vedremo, mette da parte le astuzie comunicative di cui l’uomo è maestro.

Savoia, prima di tutto, qual è il suo giudizio sulla copertina?

“La trovo una prima pagina di cattivo gusto, ma questo non è il problema principale. Il punto è che quella non è satira e le dico perché. In primo luogo non c’è il messaggio. Qual è la denuncia o la critica politica di quella copertina? Il ruolo di Pesenti è uno degli elementi del caso della lista del PS per il Municipio di Lugano, che il Diavolo vorrebbe sbeffeggiare. Ma non è l’unico e sicuramente non è il più importante. Di spunti ce ne sarebbero potuti essere tanti, dal classico masochismo di sinistra, passando per la difficoltà di trovare i sostituti, fino allo scontro fra le anime del partito che hanno giocato il match. Anche se sono certo che non è così, il Diavolo presta il fianco a chi crede che abbia fatto il lavoro sporto, il regolamento di conti. E questa di certo è la percezione che trasmette la vicenda a chi non è addentro alle cose. Se la satira è contro il potere, non si può certo affermare che Pesenti in questa storia lo abbia incarnato. Semmai il contrario. Eppure gli altri protagonisti non ci sono nella caricatura. C’è poi un secondo aspetto importante che è quello del maschilismo e del sessismo. Purtroppo quando c’è di mezzo una donna si finisce sempre lì. Se Pesenti fosse stato un uomo di sicuro non ci sarebbero stati vibratori o altri accenti sessuali nello sfottò”

Questo è un punto centrale: in molti hanno fatto un paragone fra questa copertina e le copertine del Mattino in cui le donne vengono ritratte in abiti succinti. È un paragone che regge?

“Assolutamente sì, non c’è alcuna differenza fra le copertine del Mattino che lei citava e quella del Diavolo su Pesenti. Si tratta dello stesso sessismo e dello stesso maschilismo, il più bieco, e mi permetta di dire che siamo lontani anni luce da quel che la satira dovrebbe essere. Questi errori li ho fatti anch'io agli inizi del Diavolo, ma ero molto giovane. Col tempo poi gli errori si comprendono e bisognerebbe cercare di non farli più”

Veniamo alle obbiezioni che Corrado Moradasini ha fatto nella nostra intervista sul paragone tra Diavolo e Mattino. La prima riguarda la diffusione. Dice Moradasini: non si può paragonare un giornale gratuito e diffuso in 50'000 copie con il Diavolo che ne stampa 2'000 e viene distribuito su abbonamento.

“Con tutto il bene che voglio a Corrado, questa è un'obbiezione che non sta né in cielo né in terra. Fare un’affermazione come quella significa nascondersi dietro a un dito. È un sofismo. Se scrivi o disegni una stupidaggine 2'000 o 50'000 volte non cambia nulla nella sostanza, resta una stupidaggine e basta”.

La seconda obbiezione di Mordasini è la seguente: il Mattino è il giornale di un partito, e quindi usa la satira come strumento di propaganda politica, mentre il Diavolo non ha nessun partito alle spalle, e dunque fa satira in libertà.

“Mi spiace essere un po' sarcastico, ma sarebbe bello se fosse vero. È corretto dire che il Mattino è diretto da un presidente di partito, e dunque il rapporto tra la Lega e il giornale è più stretto. Ma è altrettanto vero che c'è tra il Diavolo e il PS un legame importante. E la dimostrazione sono le copertine. Non ricordo negli ultimi anni una prima pagina in cui sia stato preso di mira l'establishment socialista. E questo non succede per caso, ma solo perché, purtroppo, il Diavolo è diventato organico al PS. Questa è la critica di fondo. Mi piace citare l’esempio di Maurizio Crozza che, possiamo desumere, non vota per Berlusconi. Ma quando fa satira, cioè il suo mestiere, prende di mira tutti. Il Diavolo invece attacca Pesenti perché è in rotta di collisione con il PS. Il potere in questa vicenda è rappresentato da chi l'ha costretta ad andarsene. E se non hai la libertà per cogliere questa evidenza, perdi di credibilità perché diventi strumento di lotta partitica.  Inconsciamente o no, non fa differenza. Questo è il problema principale. Ma tra tutte le cose che ha detto Corrado, ce ne è una che condivido fino in fondo e che mi pare il vero distinguo tra il Mattino e il Diavolo”.

Quale?

“Il Diavolo ha sempre attaccato figure di potere e non gente che non si può difendere. Il Mattino invece ha preso di mira funzionari colpevoli solo di fare il loro lavoro, al di là che lo facessero bene o male, questo non conta. Conta che non sono politici e dunque non hanno le stesse armi per difendersi. Il caso di Mario Camani, ad esempio, è emblematico. Questa è una posizione indifendibile del foglio leghista. Le altre sono chiacchiere”.

Giusta o sbagliata che sia, sembra che la percezione dei cittadini sia quella che ci sia da una parte la Lega con il cannone Mattino, e dall’altra parte una pezzo del PS, Bel Ticino e il cannone Diavolo. Concorda?

“Secondo me la percezione esiste ed è molto forte. Non solo, alla fine, inevitabilmente, quella percezione diventa realtà. Bel Ticino, ad esempio, porta alcune, non tutte, argomentazioni su cui si può concordare. Ma ha impostato la sua azione con una campagna prevalentemente moralistica. Se scegli la strada del moralismo devi essere un santo. Altrimenti poi gli altri ti fanno le pulci. E di santi, lo sappiamo, non ce n’è. E soprattutto, penso al caso del finto Mattino e dell’anti-leghismo militante del Diavolo e di una parte del PS, non devi usare gli stessi mezzi di chi condanni. Altrimenti quando fa il sessista il Mattino è uno scandalo, quando lo fai tu è satira. Non solo non funziona ma ti si ritorce contro. Bel Ticino con alcune sue azioni e il Diavolo con la copertina su Pesenti, hanno fornito alla Lega l’alibi perfetto, perché non c'è più equidistanza, non c’è più differenza. Tutti fanno tutto perché il fine giustifica i mezzi” .

La sensazione è che ci sia un legame emotivo, un comune sentire, dunque assolutamente non organizzato o istigato, che tiene insieme quanto successo nel PS luganese a livello di candidature, l’anima anti-leghista del partito, la risoluzione contro il Movimento di Bignasca, l’abbandono di Pesenti e la copertina del Diavolo. Che ne pensa?  

“Penso che sia una lettura interessante e che evidenzia bene un pericolo. Se un sentimento o un’emozione diventano elemento identitario, allora sull'altare dell'anti leghiamo si sacrifica tutto, persone e idee, come è successo. Probabilmente dopo questa intervista verrò di nuovo iscritto fra i collaborazionisti della Lega ma non mi importa. Io mi ribello a questa logica da crociata. Perché quelle armate, anche quando sono mosse dalle migliori intenzioni, finiscono per usare le stesse armi e per diventare la stessa cosa. L’unico metodo credibile ed efficace per combattere la Lega è negarle l’eccezionalità. Va trattata come un partito normale, e come si fa con tutti gli altri partiti bisogna chiederle conto di quel che hanno fatto rispetto a ciò che hanno promesso, i leghisti vanno criticati puntualmente per gli errori che fanno, quando usano certi metodi, e non per il fatto che esistono. Solo così si batte la Lega”. 

Ancora due domande per concludere. La prima è su un’altra copertina bollata da molti come scandalosa, quella che ritraeva Marina Masoni con il sedere all’aria, dopo l’infortunio alla dura madre. Mordasini ci ha detto che la rifarebbe 30'000 volte perché Masoni ha raccolto quel che ha seminato anche da un punto di vista satirico.

“Io non l’ho già fatta una volta e non la farei mai. È stata una prima pagina sbagliata come quella su Pesenti. Anche se allora ero presente nella redazione del giornale, chi c’era sa che la copertina doveva essere un’altra rispetto a quella che purtroppo è uscita. Perché su Masoni bisognava fare satira per quel che faceva politicamente, e non per il fatto che era infortunata o è una donna”.

Infine, da fondatore e da ex redattore, come vive questa vicenda?

“Non nego un po' di rammarico, anche se non ne sono toccato direttamente. Però è un vero peccato perché penso che la satira non deve portare l'acqua al mulino di nessuno. Altrimenti alla fine finisci per iscriverti a una tifoseria e la satira finisce”.

Si potrebbe obbiettare che lei fa certe affermazioni e certe critiche solo perché ha lasciato il PS. Quando lei era socialista e dirigeva il Diavolo, il giornale era meno organico?

“Io sono sicuro di sì, ma vorrei che questo giudizio fosse espresso direttamente dai lettori sulla base delle copertine e degli articoli che si facevano quando sedevo in quella redazione. Credo sia ampiamente dimostrabile che il PS non era risparmiato, anzi.  E credo anche si possa dire che quel tipo di satira contro il mio ex partito e alcuni suoi dirigenti di spicco, mi abbia creato più di un difficoltà. Ma lascio giudicare ai lettori”.

AELLE

 

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
In Vetrina

EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Fondazione Matasci per l'Arte, "Elisabetta Bursch e l’armonia dei contrari"

22 APRILE 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

LAC, al via “Aspettando l’opera”: un viaggio tra musica, cinema e teatro

22 APRILE 2025
OLTRE L'ECONOMIA

Cc-Ti: “Negoziare? Sì, no, forse, magari…”

17 APRILE 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Due grandi serate al LAC: la potenza del teatro, la raffinatezza della musica

17 APRILE 2025
ABITARE

Bazzi – Art & Solutions riconfermata tra le eccellenze del settore ceramico

17 APRILE 2025
PANE E VINO

Sessant’anni di storia nel calice: Matasci celebra con una nuova etichetta

11 APRILE 2025
LiberaTV+

CRONACA

Francesco, la sua eredità e il Conclave. Tre domande a Claudio Mésoniat

26 APRILE 2025
IL FEDERALISTA

Nonsolomoda... Sergio Morisoli: "E chi è arrivato dopo di noi?"

17 APRILE 2025
ANALISI

Francesco, anatomia di un papato

22 APRILE 2025