CRONACA
Quadri: "Ecco come sarà il "mio" Mattino della Domenica"
Intervista a tutto campo al nuovo direttore del domenicale: "Bignasca non è sostituibile: andremo avanti nella continuità ma senza scimmiottarlo. Voglio un giornale efficace. E senza denunce...."

LUGANO - La notizia, nell'aria da settimane, è stata ufficializzata nel fine settimana: Lorenzo Quadri è il nuovo direttore del Mattino della Domenica. Dopo Flavio Maspoli e Giuliano Bignasca, il domenicale ha il terzo direttore della sua storia ventennale. Toccherà al Municipale di Lugano e Consigliere Nazionale, nonché storico caporedattore del foglio leghista, assumere il timone di uno dei più importanti fenomeni editoriali e politici del Cantone. Una notizia di peso, dunque, al di là delle opinioni che si possono avere sul Mattino.

Un passaggio di testimone che si inserisce nel passaggio storico che sta affrontando la Lega dopo la scomparsa del presidente, fondatore ed editore del giornale, Giuliano Bignasca. Un passaggio delicato sotto molti punti di vista: politico, editoriale e finanziario. Sono in molti infatti ad osservare, chi con occhi benevoli e chi meno, le sorti del Mattino. Perché da qui passerà, come lo è stato in passato, una parte del successo del Movimento. 

Lorenzo Quadri, con quale stato d'animo affronta questa sfida? Sente il peso della responsabilità e dei paragoni con i suoi predecessori?
"Devo dire che non è che mi sono ancora ben reso conto del cambiamento. La nostra è una piccola redazione e ovviamente quando diventi direttore in un contesto di questo tipo non senti l'impatto come se ti mettessero a capo di duecento giornalisti. Quanto ai paragoni partiamo da un concetto: il Nano non è sostituibile. Il Mattino resterà il Mattino, non abbiamo nessuna intenzione di diventare politicamente corretti o di trasformarci in Opinione Liberale. Cercheremo dunque di proseguire nella continuità ma senza scimmiottare Bignasca, proprio perché è insostituibile e dunque il risultato sarebbe patetico. Bisognerà trovare una giusta linea. Evidentemente il Mattino, come dicevo, ha delle risorse ridotte ma ha un numero importante di lettori. Da questo punto di vista sento quindi una grande responsabilità nell'affrontare una sfida comunque non semplice". 

Continuità ma senza scimmiottare il Nano, dice lei. Dunque dovrà introdurre qualche cambiamento. Negli ultimi numeri, ad esempio, sono apparse delle lunghe interviste. È una novità che intende proseguire? Quali altre idee le piacerebbe introdurre? 
"La premessa è che l'intenzione non è quello di stravolgere il Mattino ma certamente dovremo introdurre qualche novità. Si tratta di un discorso in prospettiva ma, per esempio, le interviste che citava possono essere senza dubbio un elemento su cui puntare. Si potrebbe anche pensare di coinvolgere un certo numero di persone, diciamo genericamente di area leghista, che scrivano ogni tanto dei contributi". 

Solo di area leghista, oppure come accade nel Forum che appare ogni domenica, anche di altre areee politiche?
"Il Mattino è un giornale di fede leghista. La nostra linea editoriale è chiarissima e tale resterà senza fare confusioni o commistioni. E mi lasci dire che almeno noi diciamo da che parte stiamo senza trucchi, al contrario di quanto fanno altre testate che si spacciano per indipendenti e poi in realtà non lo sono per nulla. Il Mattino resterà  leghista ma i nostri lettori non sono tutti sono leghisti, altrimenti avremmo una maggioranza bulgara. Si può dunque immaginare un ulteriore apertura alle opinioni di altre aree di pensiero politico, separandole però in modo inequivocabile da quella che è la linea del giornale. Anche perché io sono convinto che, Lega o non Lega, il Mattino porta nel panorama mediatico un'informazione critica che altrimenti non ci sarebbe in questo Cantone. È un bene per il pluralismo delle idee e del dibattito che il Mattino esista" 

Giuliano Bignasca, in qualità di direttore ed editore, si faceva carico delle denunce che riceveva il giornale. Lei come si rapporta rispetto a questo punto?  
"Penso che è sicuramente possibile fare un discorso leghista e non politicamente corretto senza prendere delle denunce. Sono convinto che potremo scrivere nei limiti della libertà d'espressione, che tanto ci sta a cuore, senza cadere nel codice pensale. L'obbiettivo è fare in modo di non prendere neppure una denuncia"

Un altro punto essenziale è il finanziamento del Mattino. In queste settimane ne avete discusso all'interno della Lega. Quali sono le strade per finanziare il giornale? È fiducioso?
"Dobbiamo lavorare su tre punti che, alla fine, gira e rigira, sono sempre quelli. Uno, aumentare la pubblicità. Due, aumentare gli abbonamenti. Tre, aumentare i contributi liberi. Penso che ci sono i margini per essere ottimisti".

Bignasca mettendoci i suoi soldi "proteggeva" il Mattino dal mercato pubblicitario. Nel senso che al di là delle entrate della pubblicità, in parte fluttuanti per l'andamento del mercato, in parte frenate da certe battaglie, e in parte dai toni del giornale, alla fine ripianava lui. Cosa pensa di questo aspetto? 
"Se si vuole pubblicità è chiaro che un minimo di compromesso bisogna trovarlo anche da un punto di vista del linguaggio. E questo, ben inteso, senza diventare paraculi o rinunciare a scrivere quello che si pensa. È evidente che senza il Nano saremo un po' più esposti sul mercato pubblicitario, ma non sono preoccupato".

Il Mattino è sempre stato un giornale che ha dettato la linea politica della Lega e, in parte, l'agenda politica del Cantone. Come intende proseguire da questo punto di vista?  
"Quando si tratta di posizioni della Lega, bisogno dire innanzitutto quali posizioni sono, e non posso certo deciderle da solo. Quando c'era una persona sola che decideva era più semplice. Così è più complicato ma non difficile. Quando si tratterà di esprimere le posizioni della Lega ne discuteremo al nostro interno". 

Lei si sente più giornalista o più politico?
"Qualcuno diceva che il giornalismo è un ottima professione se poi si comincia a fare altro. Diciamo che io ho già cominciato a fare altro".

Municipale, Consigliere Nazionale, e ora direttore di un settimanale. Come organizza la sua giornata per stare dietro a tutto?
"Le giornate lavorative non durano otto ore e le settimane durano sette giorni anziché cinque. Ci vuole senza dubbio una grande motivazione. E per adesso c'è e finché c'è non ci sono problemi. A motivarmi è pure la piccola presunzione di poter fare qualcosa di utile".

Un aggettivo per il "suo" Mattino?
"Efficace".  

AELLE

Resta connesso con Liberatv.ch: ora siamo anche su Whatsapp! Clicca qui e ricorda di attivare le notifiche 🔔
In Vetrina

ABITARE

Gehri Rivestimenti, dove la materia prende parola

02 MAGGIO 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Gardi Hutter e Arturo Brachetti al LAC

01 MAGGIO 2025
LETTURE

Mariella Mulattieri-Binetti: “Il re dal lobo spezzato”. La malattia come opportunità di crescita

01 MAGGIO 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

Fondazione Matasci per l'Arte, "Elisabetta Bursch e l’armonia dei contrari"

22 APRILE 2025
EVENTI, CULTURA, TERRITORIO

LAC, al via “Aspettando l’opera”: un viaggio tra musica, cinema e teatro

22 APRILE 2025
OLTRE L'ECONOMIA

Cc-Ti: “Negoziare? Sì, no, forse, magari…”

17 APRILE 2025
LiberaTV+

CRONACA

Francesco, la sua eredità e il Conclave. Tre domande a Claudio Mésoniat

26 APRILE 2025
ENIGMA

Trump-Zelensky: il vertice di San Pietro

27 APRILE 2025
ANALISI

Francesco, anatomia di un papato

22 APRILE 2025