Ritratto "non autorizzato" del nuovo direttore della RSI ricostruito con l'aiuto del web e delle persone che lo conoscono bene, perché lui fino alla ratifica della nomina ha la consegna del silenzio
LUGANO – È nato il giorno di Natale del 1956, ha iniziato la carriera televisiva alla RSI nel 1980, con uno stage al telegiornale a Zurigo, poi è stato corrispondente da Berna, capo dello sport, caporedattore del TG, responsabile dei magazine e approfondimenti, capo dipartimento cultura e poi dell’informazione. Da giugno succederà a Dino Balestra alla direzione della RSI.
Ecco un ritratto a tutto campo di Maurizio Canetta costruito pescando informazioni sul web e tra le persone che gli sono vicine. Perché lui, fino alla ratifica della nomina da parte del Consiglio d’amministrazione della SSR, ha la consegna del silenzio.
Giovanni Cansani (nella foto con lui), l’ex municipale di Lugano scomparso nei mesi scorsi, è stato il suo primo maestro alle elementari e Canetta ne conserva il ricordo nel cuore: gli ha dedicato uno scritto in mortem pubblicato dal Corriere del Ticino.
Come Cansani, Canetta è socialista e interista di lungo corso, e sostiene che l’Inter sia l’unico argomento che gli fa perdere l'indipendenza di giudizio.
Sposato con Fiorenza, che ha la patente e “la pazienza dei grandi”, abita a Paradiso, e ha due figli già adulti (Anna e Matteo), nessuno dei due aspira a seguirne le orme professionali. Già, la patente: Canetta non l’ha mai avuta, così non rischia che gliela ritirino. Si sposta coi mezzi pubblici e con la sua amata biciletta elettrica.
I suoi "nomi di culto" sono: la poetessa americana Emily Dickinson, lo scrittore John Fante, i cantautori Fabrizio De André e Rino Gaetano, e l’eroe dei fumetti Tex Willer.
Nel corso della sua carriera, Canetta ha presentato moltissime trasmissioni, ma la diretta sull'Undici settembre del 2001 è stata per lui il momento emotivamente più forte, impegnativo e lungo (otto ore ininterrotte in studio). La notizia più difficile da dare è stata invcece la morte di Omayra Sanchez ad Armero, in Colombia, la bambina che fu vittima dell’esplosione del vulcano Nevado nell’85, dopo 48 ore di agonia in diretta televisiva. Nel raccontarla, Canetta aveva un nodo in gola.
La cucina è il locale della casa preferito da Maurizio, che ritiene di fare un’ottima “cassoeula”, come gli ha insegnato suo padre, attore, regista, e cuoco sopraffino. La persona “che mi ha fatto capire tutto (o quasi) della vita”, racconta Canetta agli amici.
Dice anche che sua madre gli ha dato la lezione di vita più grande accettando consapevolmente la maternità con la prospettiva di una figlia andicappata: sua sorella oggi vive con Maurizio e la sua famiglia anche se non sono sempre rose e fiori. Un impegno non da poco, insomma.
Canetta ama il nuoto e lo pratica per rilassarsi: ha fatto il bagno nel lago fino a tre settimane fa. Ha anche sognato una carriera nel basket (giocando qualche minuto in serie B con il Molino Nuovo) ma poi ha puntato sul giornalismo.
Ultima nota: non ha mai vinto premi letterari o giornalistici e, come tutti quelli che non li vincono, sostiene che in fondo non valgono un granché.
emmebi