Si tratta in tutti i casi di procedimenti che riguarderebbero irregolarità finanziarie, tra cui l’indagine per il fallimento della Pramac Swiss Sa di Riazzino di cui era il presidente. E intanto tutti i presidenti di partito negano di averlo contattato…
COMO – Se dovesse rimetter piede in Ticino, per Davide Enderlin si profilano altri guai giudiziari, indipendenti dall’inchiesta per la truffa Carige. Secondo il Corriere del Ticino infatti contro l’impresario luganese, ora in regime di obbligo di dimora a Como, è in corso un indagine e almeno un paio sarebbero le denunce che ancora aspettano di ricever seguito.
L’indagine, del febbraio scorso, punta a fare chiarezza sul fallimento della Pramac Swiss Sa di Riazzino, azienda attiva nella produzione di pannelli fotovoltaici, che aveva portato al licenziamento di 130 impiegati, di cui Enderlin era il presidente. Il CdT riferisce anche dei reati ipotizzati: amministrazione infedele, bancarotta fraudolenta e frode nel pignoramento, diminuzione dell’attivo in danno dei creditori e cattiva gestione. Un procedimento che, inoltre, subirà una dilatazione dei tempi, dato che a coordinare l’incarto era stata chiamata inizialmente la procuratrice, ora dimissionaria, Natalia Ferrara Micocci. L’indagine dovrà quindi esser ora presa a carico da un altro magistrato, a cui toccherà riesaminare tutti gli atti.
Si arriva quindi alle altre denunce, scovate dallo stesso CdT su sue verifiche. Si tratterebbe di almeno due, presentate a Lugano contro il politico prima che esplodesse il caso Carige, che riguardano altre irregolarità di natura finanziaria. La procura cantonale attende però di acquisire ancora tutti gli elementi del caso e il rientro di Enderlin in Ticino per sentire la sua versione.
L’articolo sulle possibili future beghe giudiziarie ticinesi del politico luganese si chiude poi con un trafiletto che prende le mosse dalle dichiarazioni rilasciate da Enderlin nel corso dell’intervista a LaRegione di ieri. In particolare dalla rivelazione di esser già stato contattato da i presidenti di altri partiti: “Forse non dovrei raccontarlo, ma ho già ricevuto telefonate da presidenti di altri partiti per passare con loro... Da qui alle prossime elezioni verrò per forza assolto, il mio avvocato si è giocato la parcella, e poi, se deciderò di entrare in un altro partito, avrò una bella posizione di partenza” (vedi suggeriti).
Ebbene, il CdT ha voluto cercare di scoprire chi fossero questi “altri presidenti” e ha quindi contattato tutti i gruppi che nel 2013 presentarono una lista a Lugano. Il risultato? Tutti, da chi in maniera categorica come Ghisletta (“Direi proprio di no. Viste oltretutto le posizioni da noi prese in altri casi...”) a chi pensa si tratti di uno scherzo, come la capogruppo dei Verdi in CC Melitta Jalkanen (“Magari salta fuori che è innocente e magari ci spiega come mai, già prima del suo arresto, non era mai presente in Consiglio comunale”) negano.