Un migliaio di collaboratori riunito ieri sera al Palacongressi di Lugano. I dipendenti sono stati informati da commissione del personale e sindacati
LUGANO – Cento licenziamenti. Una quarantina di prepensionamenti. Dieci trasferimenti in altre filiali. Questi sono, indicativamente, i numeri della “mattanza”. La maggioranza dei posti salteranno in Ticino, anche se ancora non è noto il numero esatto dei licenziamenti a livello cantonale. Certo, c’è il piano sociale, ma è come buttarsi col paracadute sull’oceano. Una manciata di stipendi, mediamente da un paio a sei (in alcuni casi qualcuno di più), e poi ti devi arrangiare.
C’era grande attesa, ieri pomeriggio, tra i dipendenti della BSI. Alle cinque si sono riuniti nella sala grande del Palazzo dei congressi di Lugano per conoscere una parte del loro destino. E l’assemblea è durata circa tre ore.
In sala c’era un migliaio di dipendenti, Persone che ancora non sanno se nei prossimi mesi potranno mantenere il posto di lavoro in banca. I primi licenziamenti scatteranno nelle prossime settimane. Poi proseguiranno in modo scaglionato fino alla fine del 2015.
Ieri commissione del personale e sindacati hanno informato i collaboratori della BSI sull’esito delle trattative con la direzione e la nuova proprietà brasiliana dopo l’annuncio dei licenziamenti in massa. In Svizzera salteranno, e questo era noto, circa 160 posti di lavoro.
Un centinaio, come detto, i licenziamenti veri e propri. Un’altra quarantina di posti verrà soppressa nei prossimi due anni senza scossoni grazie alla cosiddetta fluttuazione naturale: dipendenti che vanno in pensione o lasciano la banca non verranno sostituiti.
Il piano sociale per chi verrà colpito dalla mannaia prevede una “buona uscita” variabile a dipendenza di vari fattori: in particolare età e anni di servizio. Inoltre, la commissione del personale è riuscita a ottenere per chi verrà licenziato un contributo una tantum di 2'000 franchi per ogni figlio a carico.
I dipendenti sopra i 58 anni di età verranno invece prepensionati e la banca coprirà i costi necessari a garantir loro una pensione piena. Sono i più fortunati, se così si può dire.
L’assemblea non ha potuto che approvare il piano sociale, chiedendo anche però alla commissione del personale un'attenta sorveglianza sull’applicazione delle misure e, soprattutto, sulle nuove assunzioni: per evitare che la BSI non licenzi i dipendenti più costosi e ne assuma altri a condizioni più vantaggiose. Non è un mistero che negli ultimi anni la banca ha assunto molti frontalieri, soprattutto in alcuni settori. E in sala c’è anche chi ieri ha posto il problema: non si dovrebbero lasciare a casa prima loro dei ticinesi?
emmebi