A sei mesi dalla sua entrata in vigore, il municipale Michele Bertini racconta i primi effetti della misura adottata dal comune. “E altri seguiranno”
LUGANO – Rimangono ancora nell’ambito amministrativo, ma le sanzioni comminate da quando l’ordinanza “anti-littering” è entrata in vigore, il 4 settembre scorso, sono finora 32. Lo spiega il capodicastero Polizia di Lugano Michele Bertini.
Anche se è ancora presto per stilare un bilancio sull’efficacia della misura – vero banco di prova sarà l’estate con gli assembramenti di persone che porta –, nell’intervista odierna a LaRegione, il municipale racconta però che già molti Comuni del Luganese ne stanno valutando l’implementazione.
Nei primi mesi di presenza a Lugano, l’ordinanza, che, spiega Bertini, è stata tra l’altro “stimolata dagli stessi agenti della Polizia della Città di Lugano che hanno segnalato comportamenti inaccettabili o di sfida”, ha intanto già ‘colpito’ 32 maleducati per comportamenti che riguardano soprattutto: l’urinare per strada, sugli edifici pubblici, l’abbandonare bottiglie di vetro, anche rotte, a terra e le cartacce o la spazzatura gettate nelle piazze o nei parchi dalle persone che lì hanno passato la serata.
Il caso più grave finora riscontrato, racconta sempre a LaRegione, “riguarda un gruppo di cinque o sei giovani che urinavano sulla pavimentazione pregiata del Lac, di fronte alle telecamere di videosorveglianza”.
Non si fanno appostamenti, aggiunge Bertini, ma “le persone che fanno apposta a lasciare rifiuti, o coloro che sfidano la Polizia vengono puniti”. In alcuni casi però la Polizia agisce anche preventivamente, invitando le persone a raccogliere la spazzatura abbandonata per strada.
L’ordinanza anti-littering, come era stato già spiegato in occasione della sua approvazione in Municipio, non prevede solo il coté repressivo, ma anche vari progetti di sensibilizzazione e prevenzione come le giornate ‘Clean up day’ o i progetti nelle scuole sul rispetto della Cosa pubblica e la pulitura (già andata in scena a Besso). “Sono tutti piccoli tasselli di un mosaico di un’azione che abbiamo impostato a livello di polizia su due binari: da una parte la repressione, dall’altra la prevenzione”, conclude Bertini.