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Cronaca
02.04.2015 - 05:530
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Mendrisio, le vie del Borgo immerse nella magia dei ‘trasparenti’ per le Processioni storiche: “Uno spettacolo unico e suggestivo”

Giuseppe Poma, presidente del comitato della fondazione che organizza le rievocazioni della Settimana santa, racconta: “Sono quasi 300 anni che anno dopo anno Mendrisio dà vita a queste processioni”

MENDRISIO – Fra giovedì e venerdì andranno di nuovo in scena La Funziun di Giüdee e, come veniva chiamato in passato, l’Entierro, appuntamenti che si ripetono da centinaia e centinaia di anni per le strade del borgo di Mendrisio e che non mancano di richiamare sempre molti spettatori, migliaia. “L’anno scorso abbiamo superato le dieci mila presenze”, commenta Giuseppe Poma, presidente del comitato della fondazione che organizza le Processioni Storiche. Da qualche tempo i due eventi non mancano infatti di richiamare anche molti turisti, che accorrono nel Mendrisiotto nel periodo pasquale per assistere alle rievocazioni. “Sono due processioni storiche ultra centenarie: questa sarà la 217esima edizione dalla loro riorganizzazione avvenuta nel 1798. Ma bisogna considerare che queste manifestazioni avevano già luogo nella seconda metà del 1600, si possono quindi considerare ultra ultracentenarie!” Motivo per cui, spiega ancora Poma, oltre a esser iscritte nell’elenco delle ‘tradizioni viventi in Svizzera’, sono anche state di recente selezionate da parte della Confederazione fra le otto tradizioni elvetiche candidate a entrare nel Patrimonio culturale immateriale dell’umanità dell’UNESCO. La conferma (vedi suggeriti) era giunta nell’ottobre scorso e ora “stiamo preparando una corposa documentazione che invieremo, insieme al dipartimento federale della cultura, all’UNESCO, cui spetterà la decisione. Per il momento siamo candidati, ed è una nomina che ci rende molto orgogliosi: è un bel riconoscimento del grande lavoro svolto per mantenere viva questa tradizione”. Tradizione, quella della Settimana Santa momò, che prevede due processioni. La prima, nella serata di giovedì, è la Funziun di Giüdee, che “rappresenta l’andata di Cristo al calvario”. Centrale è ovviamente la figura del Cristo in croce, ma alla processione, che si snoda su un percorso di circa due chilometri per le vie del Borgo, “prendono parte circa 200 partecipanti: guerrieri, uomini a cavallo, …tutti in costumi romani”, spiega Poma. Più solenne, e antica, invece la processione religiosa del Venerdì Santo che, come testimoniava l’antico nome Entierro, ripercorre la sepoltura del Cristo. Presieduta dall’arciprete di Mendrisio e da altri sacerdoti e confraternite, alla sfilata prendono parte più di 700 persone. Tre gruppi musicali accompagnano il momento, le cui due figure centrali sono il Cristo morto portato sulla barella e la Madonna addolorata che chiude la processione. “Fra i partecipanti, in 500 tra adulti e ragazzi sfilano sotto la luce attenuata portando i trasparenti illuminati dalle candele. È uno spettacolo davvero molto suggestivo ed unico”. E proprio quei dipinti traslucidi che fungono anche da scenografia (e da illustrazione alle storie della Bibbia) fra le vie del Borgo, “rappresentano un unicum di Mendrisio”. Quelle esposte nelle vie sono però delle copie: “la decisione fu presa da Municipio per salvaguardare gli originali”, alcuni dei quali, come i più antichi ad opera del pittore Giovanni Battista Bagutti, datano addirittura dal 1792 circa, “sono anche loro più che bicentenari ormai”. Vedere gli originali però è possibile: nel periodo pasquale “un piccolo museo viene organizzato nella Chiesa parrocchiale di Mendrisio, dove vengono esposti gli i trasparenti restaurati del Bagutti”. Dietro all’organizzazione delle processioni storiche di Mendrisio, racconta ancora Poma, c’è un grandissimo lavoro di preparazione: “Abbiamo un comitato di organizzazione che lavora dieci mesi all’anno, ci incontriamo regolarmente per definire le mansioni e i compiti, ma è nell’ultimo mese e mezzo che separa dalla Settimana Santa che comincia il momento chiave dell’organizzazione”. Qui, aggiunge, entrano in gioco circa un centinaio di volontari in più che collaborano con il comitato per preparare l’evento. “L’organizzazione è abbastanza complicata, quasi a livello professionale”, basta infatti pensare alle centinaia di figuranti da coordinare e vestire prima della processione. La Fondazione alla regia delle processioni ha quindi anche il compito di occuparsi dell’aspetto economico: una parte dei costi è coperta da Mendrisio Turismo, ma per il resto “a parte i 370 posti in tribuna, venduti a 10 franchi l’uno, non abbiamo entrate dirette. Cerchiamo di finanziarci con collette inviate ai fuochi della città e con il ricavato della vendita durante la manifestazione di dvd, libri, stampe, cartoline all’Info Point di Piazza del Ponte”. Ma, racconta Poma, “sono quasi 300 anni che anno dopo anno Mendrisio dà vita a queste processioni. La popolazione ci tiene e partecipa sempre anche aiutandoci dal lato finanziario”. Senza pensare agli spettatori, già l’alto numero di figuranti basta da solo a testimoniare del profondo attaccamento a questa tradizione: “Spesso dobbiamo anche selezionarli con il sorteggio, perché ci sono più candidati che posti disponibili. È un momento molto sentito e che coinvolge un po’ tutto il Mendrisiotto”, e non solo. “Quest’anno, ad esempio, abbiamo quattro adulti che da Zurigo hanno chiesto di iscriversi fra i partecipanti”. Nonostante i tempi che cambiano, le Processioni storiche si confermano sempre un grande successo. Oltre all’aspetto fortemente scenico regalato dai ‘trasparenti’ che illuminano il corteo, uno dei motivi per Poma è da ricercare proprio nella secolarità della manifestazione, “che fa ormai parte del substrato culturale della popolazione. Se pensiamo agli abitanti di Mendrisio, ormai è difficile trovare qualcuno che non abbia sfilato almeno una volta. Sono processioni collettive, radicate nella tradizione della regione: le persone di Mendrisio e dintorni sono abituate a vederle, ci tengono e le aspettano”.
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