Il municipale di Locarno: "Capisco l’istinto di protezione del corpo insegnante nei confronti degli allievi, ma le autorità pubbliche devono pur svolgere i loro compiti", Il Comando: "Ecco come si sono svolti i fatti"
LOCARNO – Sono stati due agenti della Polizia comunale di Locarno e non della Cantonale a presentarsi ieri al Liceo per chiedere informazioni su un 15enne straniero colpito da un decreto di espulsione. Questo è un primo elemento importante per comprendere la portata del controllo e il quadro in cui si è svolto.
Nel pomeriggio è atteso un comunicato stampa congiunto da parte della Polizia comunale e del Dipartimento istituzioni, il cui direttore Norman Gobbi, è subito finito nel mirino: “Il ministro leghista perde il pelo ma non il vizio”, ha scritto in una dura nota stampa il Partito socialista (leggi qui) dopo la pubblicazione della notizia su LaRegione e il j’accuse della dirigente scolastica Marinella Rodoni ("Un intervento di agenti in divisa in una casse di Scuola speciale, senza nessun avviso preventivo alla dirigenza scolastica è inammissibile”).
In sostanza, ieri due agenti della Comunale si sono presentati al Liceo di Locarno e hanno chiesto informazioni sul ragazzo in questione al vicedirettore. Quest’ultimo ha spiegato che il giovane non era allievo del Liceo ma della vicina scuola speciale. Ha quindi contattato una docente, con la quale gli agenti hanno poi parlato.
“Parlare di blitz mi pare decisamente fuori luogo ed esagerato – dice a liberatv il municipale di Locarno Niccolò Salvioni, responsabile del Dicastero polizia -. È stato dato un peso eccessivo a un normale intervento di routine. I due agenti dovevano assumere informazioni sul ragazzo su richiesta dell’Ufficio comunale controllo abitanti, sollecitato in tal senso dell’Ufficio cantonale degli stranieri”.
Salvioni non entra negli aspetti che riguardano la decisione di espulsione, “sui quali non posso e non voglio esprimermi. Dagli elementi che ho a disposizione gli allievi non hanno visto gli agenti, che non sono entrati in alcuna classe, limitandosi a parlare con la docente. In ogni caso, se due poliziotti entrano in un’area scolastica non mi pare un problema. Capisco l’istinto di protezione del corpo insegnante nei confronti degli allievi, ma le autorità pubbliche devono pur svolgere i loro compiti. E mi risulta che ieri lo abbiano fatto in maniera proporzionata e corretta, e nel rispetto dei parametri legali. Tutta questa vicenda mi pare un po’ frutto di un clima da caccia alle streghe”.
emmebi
L COMUNICATO DEL COMANDO DELLA POLIZIA DI LOCARNO
Il Comando della Polizia della Città di Locarno, letti gli articoli diffusi a mezzo stampa e sui portali online, intende chiarire alcuni punti che sono apparsi a dir poco forvianti sull’operato degli Agenti, i quali si sono limitati ad agire nelle proprie competenze e nel rispetto delle leggi.
Il controllo effettuato presso la scuola speciale con sede al liceo cantonale di Locarno, è avvenuto dopo contatto con il vice direttore, che ha provveduto di persona a rintracciare la docente. Nessuno si è mai presentato in aula gettando scompiglio o tantomeno effettuando un blitz. Nessuno ha mai contattato di persona il ragazzo, che probabilmente resterà più sconvolto dal trambusto mediatico creato, che da una semplice visita di due Agenti di Polizia, volta ad assumere informazioni presso la Direzione della Scuola.
Il contatto con la docente è avvenuto all’esterno della classe e verteva unicamente alla verifica che il ragazzo frequentasse l’anno scolastico.
Si trattava unicamente, su richiesta dell’Ufficio controllo abitanti, di verificare la presenza del ragazzo. Una volta accertata la quale l’intervento presso la scuola è terminato e gli agenti hanno steso il relativo rapporto alle autorità competenti.