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Cronaca
03.11.2015 - 19:310
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Caso Adria, spuntano le "mazzette" intascate da Wellauer in cambio dei maxi crediti all'impresa. Lui: "Erano donazioni". I Cambria gli avevano prestato anche una Ferrari

L'ex direttore della banca Wir parla di semplici donazioni, elargite dai Cambrìa per aiutarlo a risolvere difficoltà finanziarie personali

LUGANO - Dall’inchiesta sul caso Adria spuntano le “mazzette”. Tangenti, insomma, che secondo l’accusa l’ormai ex direttore della banca Wir, Yves Wellauer, avrebbe intascato dalla famiglia Cambria, titolare dell’impresa di costruzioni finita nel mirino della magistratura, per concedere crediti oltre ogni ragionevole limite. Si parla, infatti di una linea di un centinaio di milioni, 60 dei quali liberati in favore dell’azienda gestita dal padre e dal figlio, Adriano e Filippo Cambria. Quest’ultimo è stato arrestato insieme a Wellauer, mentre il capostipite della famiglia è ancora uccel di bosco in Italia.

La Procura, come ha rivelato questa sera la RSI, ha trovato infatti i bonifici di alcuni versamenti effettuati dai Cambrìa a favore di una società riconducibile alla famiglia Wellauer. Ci sono inoltre le dichiarazioni dello stesso Filippo Cambrìa: il giovane ha parlato anche di denaro consegnato in contanti al direttore di banca. Il tutto per un totale di svariate decine di migliaia di franchi.

Il 47enne Wellauer invece nega ogni addebito parlando di semplici donazioni, elargite dai Cambrìa per aiutarlo a risolvere difficoltà finanziarie personali. Da informazioni assunte da liberatv, emerge anche che Wellauer girava in Ferrari, ma si tratta di una delle auto di lusso intestate ai Cambria, che sborsavano ogni mese circa 15’000 franchi di leasing. Anche la Ferrari era stata data in prestito a Wellauer. In ogni caso non si profila il reato di corruzione, che scatta unicamente se i soldi vengono intascati da un funzionario pubblico. Anche le mazzette rientrano dunque nell’accusa di amministrazione infedele, di cui Wellauer deve rispondere.

Intanto gli inquirenti stanno cercando di capire dove sono finiti i 60 milioni erogati dalla Wir, e confluiti solo in parte nei cantieri dell’Adria. Dagli accertamenti bancari non sono emersi “tesoretti”. Sui conti, di quei soldi, è rimasto poco o nulla. 

red

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