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Cronaca
25.03.2016 - 11:070
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Consigli di una spia all'Europa: "Bisogna chiudere i confini all'interno dell'UE. Serve un FBI europea. E vanno monitorati i migranti: fra di loro potenziali terroristi"

L'ex capo del Mossad fornisce la sua ricetta dopo gli attentati di Bruxelles: "Ci troviamo davanti ad una campagna che prevedibilmente sarà molto lunga"

TEL AVIV - Consiglii di una spia. Anzi, qualcosina in più, considerato che Danny Yatom è stato il capo del Mossad, i servizi segreti di Israele, una delle più potenti ed eccellenti agenzie di intelligence del mondo. Un'agenzia che "da da più di 20 anni è confrontata col terrorismo palestinese", spiega Yatom in un'intervista rilasciata a Repubblica. Hanno esperienza, insomma. Per questo, ragione il generale, "possiamo fornire elementi utili per cercare di arginare quest'ondata di attacchi sul suolo europeo". Prima di passare ai consigli, però, Yatom fa una premessa cruciale: "Ci troviamo davanti ad una campagna che prevedibilmente sarà molto lunga e l'Europa è in una situazione molto difficile, perché i terroristi sono in maggioranza figli di questa stessa Europa". L'ex capo del Mossad, nell'intervista al quotidiano italiano, suggerisce la creazione di un FBI europea: "Deve esserci una sorta di "Patriot Act" europeo, una legislazione che consenta ai servizi di sicurezza di agire, arrestare sospetti, condurre indagini immediate e continuare ad investigare ed interrogare anche in una fase successiva, di ricorre a "detenzioni amministrative" (arresti a lungo termine senza processo, ndr). Non c'è scelta se non potenziare l'intelligence, penetrare le comunità musulmane in Europa, da cui provengono, seguire le loro attività interne, e non solo tramite la "Humint" (Human Intelligence, ndr), ma con tutti gli strumenti di intelligence elettronica, cyber, social network, soprattutto i network, quelli specificatamente usati dai jihadisti come i Black Net, che sono più difficili da monitorare". Ma secondo Yatom bisogna intervenire anche sulle frontiere e sui migranti: "Si devono erigere barriere e posti di controllo, si deve prendere in considerazione la possibilità di chiudere i confini fra i paesi Ue. E' necessario anche monitorare le ondate di profughi che stanno investendo l'Europa, perché fra di loro si nascondono certamente potenziali terroristi. E' necessario andare a scovare i "master mind" là dove si trovano, non bisogna aspettare che arrivino a Bruxelles". E l'ufficiale israeliano non ha dubbi sulla necessità di un intervento militare contro l'Isis: "L'Europa deve essere l'ultima linea di difesa e non la prima. I terroristi del Daesh devono essere attaccati sul loro territorio, nei loro campi di addestramento. Senza un esercito di terra che combatta il Daesh, gli attentati come quelli che abbiamo visto in Belgio continueranno". Come può l'UE - chiede infine il giornalista di Repubblica - difendersi dai suoi stessi cittadini, senza rinunciare a ciò che la definisce, cioè il rispetto dei diritti umani, delle libertà civili, di fatto alla propria appartenenza al mondo occidentale? La risposta ell'ex capo del Mossad è essenziale: "Esiste una relazione diretta fra la qualità della vita, i diritti umani e la vita stessa, che è molto più importante della qualità della vita. Senza la vita, che bisogno c'è della qualità delle vita? Senza l'uomo, non c'è nemmeno bisogno dei diritti dell'uomo. Quindi, in mancanza di altra scelta, è necessario limitarli per difendere la vita. Anche se questo dovesse comportarne una certa limitazione".
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