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Cronaca
07.09.2017 - 16:480
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Vietare la canapa light a dipendenti pubblici, consiglieri comunali e municipali di Locarno... Caro Niccolò Salvioni, evitiamo che questa storia dello 'spinellino' diventi l’ennesima paranoia sociale, l’ennesima ossessione collettiva, l’ennesima questione

L'ANALISI - Forse sarebbe più opportuno raccomandare ai membri di legislativi ed esecutivi di non presentarsi brilli alle sedute (e ai dipendenti pubblici di astenersi dal bere birre e bianchini durante l’orario di lavoro), perché l’alcol, liberamente venduto e socialmente accettato, è per chi ne abusa un fenomeno molto più serio di quello dello spinello… Il problema, comunque, non sta nell’uso ma sempre nell’abuso

di Marco Bazzi

Caro Niccolò Salvioni, ho letto le sue dichiarazioni sul Corriere del Ticino di oggi, e sinceramente mi hanno lasciato un po’ basito.

Sfogliando i giornali nelle ultime settimane si ha quasi l’impressione che il tema della canapa light sia il nuovo fronte dell’emergenza sociale…
Ci sta che il Governo avverta: “terremo alta la guardia per evitare abusi nella coltivazione e nella vendita”. Ci sta che il Comando della Polizia cantonale vieti di fumare canapa, seppur light, agli agenti, e che le polizie comunali introducano analoghe misure.

Ci sta meno che adesso ogni municipio ticinese si senta in dovere di emanare regole o disposizioni, interpretando una legge federale chiarissima, che stabilisce la legalità della canapa light, tema che nel resto della Svizzera non sta creando alcun problema. Ma forse in Ticino siamo ancora vittime del fantasma dei canapai…

Cerchiamo dunque di fare in modo che questa storia della canapa light non diventi l’ennesima paranoia sociale, l’ennesima ossessione collettiva, l’ennesima questione che sfocia in regolamentazioni da KGB con relative sanzioni, sospetti, delazioni e intromissioni nella sfera individuale. Ne abbiamo già abbastanza di regolamenti, di leggi, di divieti, di norme da educazione o rieducazione di Stato. Basta vedere dove siamo arrivati con le norme da Gestapo di ‘Via Sicura’.

Ora, lei, onorevole Salvioni, commentando la decisione di vietare l’uso della canapa light agli agenti della Polizia comunale di Locarno, ha dichiarato: “stiamo valutando di estendere la stessa norma anche agli altri funzionari”.

E ha aggiunto che, per una questione di coerenza, “il discorso andrebbe ampliato anche ai membri del Consiglio comunale, invitandoli a non consumare prodotti del genere almeno nell’arco delle sei ore precedenti le riunioni consiliari o commissionali”. La stessa regola dovrebbe valere, a maggior ragione, anche per i municipali.

Ma che senso ha una raccomandazione del genere? A parte il fatto che solo un imbecille può pensare di presentarsi ‘stono’ in Consiglio comunale o in Municipio (ma anche al lavoro, e qui esiste già la possibilità di adottare provvedimenti), questa raccomandazione puzza di moralismo e contribuisce a fare di questa sostanza, nell’immaginario pubblico, l’ennesima ‘mostruosità sociale’. Dobbiamo educare i cittadini alla responsabilità individuale e smetterla di voler regolamentare ogni aspetto della vita, pubblica e privata.

Forse sarebbe più opportuno raccomandare ai membri di legislativi ed esecutivi di non presentarsi brilli alle sedute (e ai dipendenti pubblici di astenersi dal bere birre e bianchini durante l’orario di lavoro), perché l’alcol, liberamente venduto e socialmente accettato, è per chi ne abusa un fenomeno molto più serio di quello dello spinello… Il problema, comunque, non sta nell’uso ma sempre nell’abuso.


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