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Cronaca
26.01.2018 - 18:320
Aggiornamento: 19.06.2018 - 15:41

Per un'unghia di fumo... L'assurda storia di un nostro lettore italiano che si era dimenticato in auto poco più di un grammo di hashish. Risultato negativo ai test, ha perso il lavoro, ha dovuto lasciare la vettura in 'pegno' per 10 giorni, e adesso deve

Riferiamo questa vicenda anche per mettere in guardia tutti coloro che, per un nonnulla potrebbero trovarsi di fronte al ‘Medico di traffico’.

VERBANIA - Un lettore che vive oltre confine ci scrive per raccontarci una storia assurda, ma di un assurdo al quale siamo ormai abituati. Il tema sono le regole implacabili (le purghe) di Via Sicura e di tutto quanto le gira intorno.

Riferiamo questa vicenda anche per mettere in guardia tutti coloro che, per un nonnulla, per una canna, o un pezzo di ‘fumo’, potrebbero trovarsi loro malgrado di fronte al ‘Medico di traffico’.

Il fatto accade verso la fine del settembre scorso al valico doganale di Brissago. 

“Quella mattina verso le 6 – scrive il lettore - mi alzai e senza far colazione mi preparai per partire poi dopo poco per la località ticinese dove avevo trovato lavoro. Ma le Guardie di confine dopo un veloce controllo dei documenti mi chiesero di scendere e mi fecero una perquisizione, trovandomi in possesso di 1,40 grammi di hashish. Incominciò tutta la trafila di domande, io fui molto collaborativo e dichiarai che purtroppo quel ‘fumo’ mi era rimasto in tasca dalla sera prima, quando avevo fumato a casa per conto mio. Voglio premettere che non sono un fumatore che abusa, ne faccio uso ma non abuso, per mia fortuna so controllarmi, e i fatti di seguito vi daranno conferma”.

Fatto sta che le Guardie chiamarono la Polizia cantonale e fui portato all'ospedale di Locarno, per approfondire con esami biologici il mio stato psicofisico, prosegue il lettore.

“Mi vennero prelevati il sangue e un campione di urina, mi visitò un medico in presenza della Polizia. Il dottore accertò che ero nel pieno delle mie facoltà psicofisiche. Ma a cauzione dei possibili esami positivi, come procedura, mi chiesero di versare 1.850 franchi, oppure il sequestro cautelativo della mia auto, dicendomi che se i risultati fossero stati negativi me l’avrebbero riconsegnata”.

Non avendo a disposizione quella somma, il nostro lettore fu costretto a lasciare l’auto ‘in pegno’.

Dopo dieci giorni arrivò l'esito degli esami con referto negativo, la concentrazione di THC nel sangue e nelle urine era inferiori al limite fissato dall'articolo 34 O-OCCS-USTRA del 22 maggio 2008, continua il racconto.

“A quel punto la Polizia mi ha restituito l’auto e non ho dovuto pagare nessuna multa al di fuori di quella pagata in precedenza per il possesso di hashish, che al di sotto di 10 grammi ammonta a cento franchi”.

Ma poi… Nei giorni scorsi il lettore ha ricevuto al suo indirizzo italiano una raccomandata dalla Sezione della circolazione di Camorino, “che mi comunica che devo presentarmi al centro medico del traffico a chiasso per esami e visite a mio carico per poter continuare a guidare sul territorio svizzero".

Ovviamente non lo farà. Nel frattempo ha trovato un lavoro in Italia e non intende svenarsi per poter tornare a guidare in Svizzera.

Morale della favola: il nostro lettore non ha potuto iniziare il lavoro che aveva trovato in Ticino, e l’ha perso. Per dieci giorni è rimasto senz’auto. E adesso non potrà più guidare in territorio svizzero se prima non si sarà sottoposto ai costosi esami (da pagare in contanti e anticipatamente) del famigerato Medico del traffico. Il tutto non perché guidava sotto l’effetto di stupefacenti, ma perché aveva in tasca una briciola di fumo per uso personale.
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